Sembra inutile tentare di ricordare i motivi della nudità nell’opera di Michelangelo
di Sergio Risaliti
Di questo passo metteremo i ‘braghettoni’ al David di Michelangelo. Come venne fatto con i nudi del Giudizio Universale. È di venerdì la notizia che un’insegnante della Florida è stata licenziata per aver mostrato ai suoi studenti alcune immagini del David. Un paio di genitori hanno ritenuto quel nudo, un’immagine pornografica. Più o meno come certi cardinali teatini e controriformisti del XVI secolo.
Stessa sorte potrebbe accadere alla Venere del Botticelli, fino a mettere un reggiseno alla Danae di Correggio. Di peggio toccherà alle donne svestite di Modigliani e a quelle macilente di Schiele.
La controriforma radicale che sta degenerando in America rischia di fare proseliti anche in Europa e presto, vista l’aria che tira, potrebbe scatenarsi in Italia. Sarà improbabile, perché da noi vorrebbe dire vietare ai minori l’accesso ai grandi musei, perfino nelle chiese dove a unaMadonna o Maddalena esce fuori dalla veste il seno. Dovremmo coprire con un telo da mare anche il lato B della Sabina rapita? L’Ercole di Bandinelli, il Perseo del Cellini? Dove stanno i limiti alla decenza, chi decide la misura dell’osceno, secondo quali sacre e inviolabili motivazioni culturali o morali agiremo? Viene da chiedersi se le opere d’arte, i nudi in particolare, facciano paura perché sono immagini o c’è qualcosa di più. E poi sono più pornografiche le riproduzioni dei dipinti in rete o gli originali dal vivo? E che dire delle sculture a tutto tondo, di cui certe parti oltraggiose hanno la consistenza di cose fisiche da toccare? Però lo stesso attacco non lo subiscono affatto le pubblicità e certi siti in rete.
Abbiamo perso il senso della differenza tra eros e pornografia, qui sta il problema. Dietro queste censure si nascondono antiche credenze e paure, divieti e rimozioni. In poche parole l’arte non è solo immagine. Tra significante e significato c’è di mezzo un mare di profondità e complessità. Qualcosa di atavico e perturbante che non si può solo razionalizzare e governare con divieti. Questo fa paura, agita le coscienze, mette a disagio e disturba. Che fare allora con l’Origine du monde di Courbet, un primo piano del sesso femminile dipinto con lo stile di Caravaggio? L’arte ha un potere speciale che le viene dal suo essere presenza di un’assenza, qualche cosa di molto simile all’incarnazione, o transustanziazione. Ecco perché le opere d’arte da sempre subiscono attacchi, censure, vandalismi. Se ne vuole esorcizzare e annullare il magico potere, la innegabile e ingestibile capacità di seduzione e provocazione. Non serve ricordare che il David di Michelangelo è nudo perché vestito della grazia di Dio, che per San Agostino il peccato è nell’occhio di chi guarda per capire il senso della nudità in Buonarroti. E non serve scrivere “ Ceci n’est pas une pipe”, per far capire che quello del David “non è un pene”.