Allo sportello del Sunia prima si rivolgevano molti disoccupati mentre adesso è la working class a chiedere aiuto. In centro gli Airbnb fanno esplodere il mercato, i prezzi sono a misura di turista. Il prezzo medio al metro quadrato per la vendita a Firenze parte dai 3.600 euro mentre i redditi sono regrediti dopo la pandemia
di Ernesto Ferrara
Ci sono 20 mila famiglie che cercano una casa a Firenze ma non riescono a trovarla. Né da comprare a prezzi accettabili né da affittare. Ed è una stima persino ottimistica quella che da qualche settimana va raccontando a tutte le riunioni sull’emergenza abitativa il Sunia, il sindacato inquilini della Cgil. Prima bussavano poveri, disoccupati, persone seguite dai servizi sociali: oggi bussa soprattutto una working class che si riscopre tagliata fuori. Famiglie con 2 figli e redditi precari ma non da fame, magari tra 2 e 3 mila euro, che trovano davanti a sé un muro. E spesso sono costrette ad andare a vivere fuori città.
In centro, complice il boom degli Airbnb, i valori immobiliari sono esplosi e in acquisto non si trova pressochè nulla a meno di 4.500-5.000 euro al metro quadrato. Per non parlare delle locazioni: sui principali portali si offrono micro monolocali in San Niccolò a 650 euro, per un appartamento da 90 metri quadrati in Sant’Ambrogio ci vogliono 1.500 euro. E solo contratti transitori. Un incubo per le famiglie ma pure per lavoratori e studenti: l’affitto medio di una stanza secondo Immobiliare.it cresce del 7,2% rispetto a un anno fa mentre spuntano come funghi offerte di ospitalità simil-alberghiera (e a costi per singola di 5-600 euro mensili medi) negli studentati. Ma anche fuori dal centro storico ormai serve un rabdomante per trovare una casa a meno di 3.600- 3.800 euro mq: a Gavinana 80 metri ristrutturati si prendono a 350 mila euro. E l’affitto è una chimera: Tecnocasa in uno dei suoi più recenti studi fiorentini ha raccontato che l’invasione degli affitti turistici in centro spinge chi cerca una locazione fuori, ma l’offerta è scarsissima anche nella prima periferia. E i prezzi impraticabili per una famiglia se si pensa che un bilocale ristrutturato in viale Don Minzoni sfiora i mille euro mese, un trilocale arredato a Campo di Marte 1.200 euro, un monolocale a Novoli 800 al mese.
È lo scenario di un diritto inaccessibile. Dell’abitare diventato trappola e miraggio in una città con oltre 200 mila unità immobiliari e un mercato che risente di molteplici dinamiche e spinte speculative: residenza, lavoro, studio, turismo. L’indice di accessibilità della casa a Firenze calcolato dal think tank Tortuga e svelato da Repubblica è abbastanza esemplificativo: con costi medi al metro quadrato per gli immobili residenziali in vendita di 3.600 euro, ( ma secondo i dati di aprile 2023 di Immobiliare. it si arriva a 4.101 euro, in netto aumento sul 2022), il capoluogo toscano ha una percentuale di reddito di una famiglia necessario a pagare un mutuo molto alto. Intorno al 41%. Più di Milano ( 34%) e Roma (33%) e abbondantemente sopra la soglia critica del 30%.
Una situazione aggravata dai redditi che con lo shock della pandemia hanno fatto passi indietro e sono tornati a salire solo nel 2022, Firenze in media di circa 1000 euro, da 23.600 a 24.700 circa. Un aumento divorato dall’inflazione che viaggia al 10%, producendo l’effetto di una spirale. Specie per coppie e lavoratori che pagano l’affitto, anch’esso colpto dai rincari dell’inflazione: sempre il Sunia stima che a Firenze città ci siano 18 mila famiglie in condizioni di disagio abitativo, 130 mila nell’area metropolitana. E naturalmente in questo contesto chi deve comprare fatica, fatica tremendamente. Sempre secondo Tortuga Firenze è la città dove serve il tesoretto più alto per accedere al mutuo: 161 mila euro medi contro i 150 di Milano e i 130 di Bologna. Per di più coi rialzi delle banche centrali in corso oggi non si trovano mutui a tassi fissi sotto il 4% e chi hi ha un variabile sta subendo crescite delle rate del + 45%. Sui 23,7 miliardi di stock di mutui toscani (calcolati dalla società di mediazione creditizia del gruppo Tecnocasa, Kìron Partner, su dati Banca d’Italia), sono poco meno di 11 miliardi quelli colpiti dal rialzo. Il 46%. Un salasso, il rialzo delle rate, che potrebbe costare alle famiglie che avevano optato per il tasso variabile fino a 3 miliardi.
Palazzo Vecchio negli anni scorsi ha annunciato la creazione di un’agenzia per la casa proprio per aiutare la cosiddetta fascia grigia, non così povera da accedere all’edilizia residenziale pubblica ( peraltro bloccata) e impossibilitata a comprare sul mercato. L’agenzia non è mai partita mentre in compenso più di una grande operazione immobiliare residenziale sta vedendo la luce: dalla Manifattura Tabacchi all’ex teatro comunale di Corso Italia a Corso Italia. Ma sono tutti appartamenti per ricchi o benestanti. I lavoratori del ceto medio non riescono più a permettersi una casa in città. E secondo la Cgil è anche il motivo per cui ristoratori e alberghi non trovano personale. Come se la città stesse espellendo una fascia sociale. Mutando definitivamente la sua anima.