Nardella: “ Stanziamo 6 milioni nostri e 2 di fondi regionali, ma dal 2019 i governi hanno interrotto i finanziamenti per l’edilizia pubblica”
Un piano straordinario per l’edilizia residenziale pubblica da ristrutturare. È quello messo in piedi da Palazzo Vecchio, che prevede da qui alla prossima estate, quindi tra un anno, di rendere disponibili 500 alloggi Erp attualmente disabitati, sugli 800 che si trovano nella condizione di essere liberi a Firenze per finita locazione dell’assegnatario. Un piano che il sindaco Nardella ha dovuto finanziare con fondi solo del Comune, a parte un contributo regionale, dal momento che dal 2019 i vari governi che si sono succeduti, compreso l’attuale, hanno azzerato i contributi per la casa. « L’emergenza abitativa si fa sempre più pressante ed è sotto gli occhi di tutti. Dopo l’operazione sugli affitti turistici brevi abbiamo messo in campo questo nuovo piano che vuole combattere le diseguaglianze sociali dando strumenti a chi è più in difficoltà » spiega Nardella. Il finanziamento straordinario di Palazzo Vecchio ammonta a 6 milioni, 2 dal bilancio del Comune e 4 grazie ai fondi Pon Metro Plus. A questi vanno aggiunti 2 milioni della Regione, ormai unico contributo extra comunale rimasto. Con questi 8 milioni verranno appunto finanziati i lavori per 500 alloggi: 70 appartamenti sono in corso di realizzazione, tra cui quelli di Torre degli Agli per i quali sono ripartiti i lavori e a inizio 2024 dovrebbero essere messi a disposizione; 100 appartamenti avranno lavori di manutenzione grazie ai soldi della Regione; 100 più altri 30 appartamenti con i fondi straordinari messi dall’Amministrazione e infine 200 case con i fondi europei Pon Metro. «In questo modo — prosegue Nardella — riusciamo in un solo anno ad abbattere di circa il 20% le liste di attesa ( dove ci sono circa 2.500 famiglie, ndr), a memoria non ricordo un abbattimento di tale portata, il nostro è uno sforzo storico, e inoltre diamo una risposta a tanti fiorentini. Ci auguriamo che questa misura straordinaria che facciamo come Comune scuota il Governo che dal 2019 ha azzerato i finanziamenti del fondo nazionale per la casa della Legge 80. Non si può continuare così a lungo, è urgente che lo Stato aiuti le città in questa situazione di emergenza abitativa che è sotto gli occhi di tutti».
I numeri parlano chiaro: sono in media 200 all’anno gli alloggi chetornano nella disponibilità di Casa Spa, ma prima di essere riassegnati necessitano di una ristrutturazione che in media costa sui 20/25mila euro. Dopo i tagli dei fondi del Governo, al Comune arrivano solo i fondi della Regione, in media 1,5 milioni di euro all’anno, che consentono di ristrutturare circa 70 appartamenti, a cui si aggiungono una trentina di case che all’anno vengono risistemate con i soldi incassati dai canoni di locazione. In media quindi le case in attesa di ristrutturazione aumentano di 100 ogni anno, fino ad arrivare agli 800 alloggi vuoti di oggi. «Vogliamo rispondere al bisogno abitativo della nostra città e lo facciamo con risorse a nostra disposizione, mettendo la casa al centro a differenza di cosa fa il governo — aggiunge l’assessora alla Casa Benedetta Albanese — rispondiamo da soli a una emergenza che invece spetta allo Stato».
Poi Nardella attacca il governosull’emergenza abitativa: « Noi ci sgoliamo ma nessuno ci ascolta. Abbiamo inaugurato una nuova strategia, con i mezzi e le risorse che abbiamo ci rimbocchiamo le maniche e facciamo da noi, perché se aspettiamo Roma non succede niente. Per non avere più alloggi di risulta servirebbero 4, 5 milioni l’anno. E invece ci arrivano solo i fondi regionali. Ci aspettavamo che nella manovra 2023 ci fosse qualcosa, invece il governo ha addirittura azzerato il fondo per gli aiuti agli affitti, tanto è vero che anche qui abbiamo dovuto sopperire mettendo nel nostro bilancio i soldi per i quali c’è una grandissima richiesta » . Il piano varato da Palazzo Vecchio è apprezzato da Cgil- Sunia: « Bene la scelta del Comune di mettere risorse straordinarie per intervenire in contemporanea su tante case vuote. Lo prendiamo come un primo passo verso questo tema centrale » dicono Giancarla Casini della segreteria Cgil Firenze e Laura Grandi, segretaria generale Sunia Firenze.
— a.d.m.