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14 Luglio 2023Risorse, posti letto, medicina di territorio «Investire per salvare la sanità italiana»
«Costruire un sistema “integrato” di assistenza » è l’obiettivo di fondo che si pone il documento programmatico «La cura della persona, il valore del lavoro », che la Cisl propone alla riflessione del dibattito pubblico dopo che l’emergenza Covid ha evidenziato il grande valore, ma anche i limiti, del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Nella manifestazione di oggi saranno discussi – alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni – i 16 punti elaborati dalla Cisl, con i sindacati di categoria Cisl Fnp, Cisl Fp, Cisl Medici, per costruire un nuovo modello di welfare di comunità, grazie all’approccio One Health tracciato nella Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che rappresenta «un’occasione irripetibile per il rilancio del nostro Ssn». E «non escludendo a priori il ricorso agli stanziamenti del Mes sanitario».
Dopo l’emergenza pandemica appare necessario stanziare più risorse per il Ssn, mentre «il Def 2023 prevede una riduzione della spesa sanitaria». Il sindacato ritiene che si debbano recuperare risorse «con una seria lotta all’evasione» fiscale e migliorare programmazione e organizzazione, stante il fatto che il Dm 70 (sulla riforma ospedaliera) e il Dm 77 (su quella dell’assistenza territoriale) «non hanno portato ad alcun miglioramento dell’assistenza». Con la conseguenza di incrementare il ricorso alla spesa privata. Il documento Cisl insiste poi su quattro criticità da superare. In primo luogo l’insufficienza dei posti letto: secondo la rilevazione Eurostat 2020 sono 3,1 ogni mille abitanti, tra i più bassi in Europa, contro i 5,7 della Francia e i 7,9 della Germania. Inoltre si registra una «mancanza di coordinamento tra i diversi punti della rete», vale a dire medici di famiglia e specialisti ambulatoriali, ospedali a bassa intensità e quelli di livello superiore. Al terzo posto vengono segnalati rallentamenti nella realizzazione della Missione 6 Salute del Pnrr, sia per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata, sia per la telemedicina, sia per case e ospedali di comunità. Infine,
quarta criticità, viene sottolineato che i Livelli essenziali di assistenza (Lea) non sono stati più aggiornati dal 2017, oltre a non essere omogeneamente garantiti in tutto il territorio nazionale. Da questa analisi derivano le 16 proposte del documento Cisl, da sottoporre a «tavoli di confronto» con i cittadini, le istituzioni, la politica. In primo luogo è necessario «assicurare sostegno economico alla crescita del Fondo sanitario nazionale (Fsn)», definanziato a partire dal 2010 per «circa 37 miliardi di euro». «Se non si procederà con un adeguato incremento del Fsn sarà impossibile garantire su tutto il territorio nazionale il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione », conclude il sindacato.
La seconda proposta riguarda la carenza degli organici: il documento Cisl stigmatizza la contrazione del personale, l’aumento del precariato e il ricorso all’esternalizzazione di servizi, anche sanitari. Di conseguenza, oltre alla necessità di reintegrare le 17.500 persone del comparto che sono state perse tra il 2002 e il 2021 (secondo i calcoli della Ragioneria dello Stato), il documento mette in guardia rispetto all’abbandono del Ssn «da parte del personale sanitario compresi i medici». C’è la necessità di invertire il trend «attraverso nuove assunzioni di personale», pena la difficoltà a rendere operative le nuove case e i nuovi ospedali di comunità ma persino di «mantenere le attuali prestazioni erogate ». Per un «piano di assunzioni straordinario» occorre dapprima procedere alla stabilizzazione dei precari, poi «superare i vincoli di legge in materia di tetti di spesa del personale », «rivedere in aumento gli accessi alle scuole di specializzazione », «rendere più attrattivo il lavoro nel Ssn attraverso la valorizzazione professionale ed economica» e «reperire le risorse necessarie ricorrendo, (…) se necessario, a fonti straordinarie quali i finanziamenti previsti dal Mes sanitario».
Il terzo punto è il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro sia per il settore della sanità pubblica che per quello della sanità privata, tutti scaduti. E ancora: grazie alle risorse del Pnrr «rinforzare la medicina territoriale con l’aumento delle ore di specialistica ambulatoriale sul territorio », creare «sinergia tra specialisti e medici
di medicina generale », e favorire «l’innovazione delle dotazioni informatiche » che consentano un reale avvio della telemedicina (punto 4). Poi adeguare le retribuzioni alla media di altri Paesi europei (punto 5); ripristinare il tavolo tecnico di Agenas per valutare il fabbisogno del personale e rendere sostenibili i carichi di lavoro (6); ristabilire un corretto rapporto tra i posti letto pubblici e privati (7); depenalizzare l’atto medico (8); mettere maggiore impegno nella sicurezza nei posti di lavoro (9); rafforzare la formazione del personale sanitario (10); rivedere i criteri del Dm 70 che hanno ridotto eccessivamente i posti letto (11); incrementare le risorse per l’assistenza intermedia post-acuzie (12). Particolare rilievo riveste il punto 13 sulla integrazione sociosanitaria e riforma della non autosufficienza: fondamentali saranno i decreti applicativi della legge 33/2023 (delega al governo delle politiche per gli anziani). Infine (14) incentivare le iscrizioni verso le specializzazioni meno richieste (emergenzaurgenza, anestesia, radiologia, medicina legale, geriatria); integrare i Lea sanitari con i nuovi Livelli essenziali di prestazioni sociali (Leps) da completare (15) e affrontare il problema della mobilità sanitaria interregionale (16), che pesa per un saldo negativo per 13 regioni su 21.
«A partire dal 2010 – ha sottolineato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra – la stagione dei tagli lineari ha drenato qualcosa come 35 miliardi dal Fondo sanitario nazionale. Bisogna invertire la rotta: occorre investire sulla sanità e sulle politiche sociali. Questo diremo al governo e su questo ci aspettiamo un confronto costruttivo e realmente partecipato».