Il sindaco consegna le chiavi
La nuova vita del teatro chiuso da 30 anni: il Polo delle arti digitali e visive dell’istituto
diAntonio LenociNell’ex Teatro dell’Oriuolo nasce il Polo delle arti digitali e visive dello Ied, l’Istituto europeo di design che insieme alla storica sede di via Bufalini e al Laboratorio moda in Palazzo Pucci, realizza così il suo campus diffuso. Ied ha vinto il bando del Comune di Firenze per la rigenerazione dell’immobile abbandonato da 30 anni. Apertura prevista per l’inizio dell’attività accademica: ottobre 2024.
A consegnare le chiavi al direttore di Ied Firenze, Danilo Venturi, e all’amministratore delegato, Francesco Gori, il sindaco Dario Nardella con l’assessora ai Lavori pubblici Elisabetta Meucci e l’assessora al Patrimonio non abitativo, Maria Federica Giuliani. Sorge sul giardino de’ Pazzi passato poi ai Medici e alla comunità fiorentina, luogo di cultura del dopoguerra, chiuso e dimenticato per quasi 30 anni tra il Duomo, l’Archivio Storico e la Biblioteca delle Oblate, questa in breve la storia dell’ex teatro.
Dalla demolizione di 2.200 metri cubi, di baracche ed ex platea derivano i nuovi spazi, circa 850 metri quadrati tra giardino, sale polivalenti e nuove aule al piano terra di Palazzo Bastogi.
«Dopo anni di abbandono riapriamo attraverso un patto con un soggetto privato – spiega il sindaco Nardella – che dopo la rigenerazione lo riempirà di contenuti. È stato un bando rapido e senza ricorsi, speroche ora i fiorentini ci torneranno, a distanza di 30 anni dalla chiusura, mescolandosi con gli studenti». «Lo storico teatro era un ammasso di baracche – ricorda l’assessora Meucci che dopo vari tentativi di recupero, andati a vuoto, il Comune ha pensato di abbattere e per la prima volta con la soprintendenza abbiamo potuto dare vita ad un progetto di rarefazione urbana». “Obiettivo raggiunto – sottolinea l’assessora Giuliani crediamo che il progetto di Ied risponda alle aspettative».
Ied è in espansione «per aumentare gli spazi per la formazione – spiega Gori – ma anche per aggregare gli studenti internazionali abituati al modello del campus anglosassone » e poi c’è l’obiettivo di « alimentare un indotto importante». La sede storica nel palazzo di via Bufalini, i laboratori di Emilio Pucci e la biblioteca condivisa con le Oblate. Tutti luoghi che hanno « un proprio genius loci, la capacità di ispirare » aggiunge il direttore Venturi.
Il programma delle attività è legato alla didattica con laboratori, mostre d’arte contemporanea, workshop con artisti emergenti. Non mancheranno iniziative in occasione di Pitti Uomo a gennaio e giugno e talk mensili aperti al pubblico, con i grandi nomi dell’industria creativa. «Se pensiamo ad un nuovo corso di scenografia? Perché no – risponde Venturi – visto che adesso abbiamo un teatro».