D’accordo, le statistiche dicono che in Italia i lettori sono pochi Qui si dimostra il contrario: ci sono migliaia di persone da nord a sud che si riuniscono in centinaia di gruppi di lettura. La Pde li ha censiti, noi li raccontiamo. E scopriamo anche da dove riparte la democrazia
di
Sara Scarafia
L’Italia che legge insieme ha il volto di Olivia, 14 anni, che a Milano ha creato un gruppo di lettura per gli under 16: si chiama “Chihiro”, come la protagonista del film La città incantata di Miyazaki, e si riunisce un pomeriggio al mese negli spazi della libreria indipendente Noi. Oppure quello di Ettore, il ragazzo italo- brasiliano che a Ragusa si è inventato “Carta d’identità valida per l’espatrio”, il bookclub, dentro alla libreria Flaccavento, aperto anche ai migranti. Nell’epoca dei social, nel Paese che secondo Eurostat è il penultimo per numero di lettori tra i 27 dell’Ue, ci sono migliaia di persone che ogni settimana, dal Trentino alla Sicilia, si riuniscono per parlare di libri. Si chiamano gruppi di lettura, ma potrebbero chiamarsi presidi di democrazia.
Sono realtà nascoste, che senza clamore hanno scelto la letteratura come strumento di resistenza. Tante isole, un arcipelago. Censirli è quasi impossibile. Eppure Pde, la società di promozione editoriale al servizio dell’editoria indipendente, ci ha provato. Mesi fa ha lanciato una campagna chiedendo ai gruppi di lettura d’Italia di registrarsi e i dati raccolti finora, e ancora non definitivi, sono sorprendenti. Le realtà censite sono 724: legate a biblioteche ( 24,7 per cento), librerie (33,6 per cento) oppure, la maggior parte, a privati e associazioni. I bookclub sono sparsi in tutta Italia (anche se lo zoccolo duro è al nord con il 41,8 per cento), si riuniscono quasi esclusivamente dal vivo ( solo il 13 per cento ha scelto la modalità a distanza) e sono animati da donne e uomini di un’età media tra i 30 e i 40 anni. Mediamente raccolgono tra trenta e cinquanta iscritti che leggono soprattutto narrativa e hanno creato un controcanone che, al di là dei trend delle classifiche, premia classici e classici contemporanei, editori indipendenti, esordienti. Robinson li ha contattati per farsi raccontare la loro esperienza di lettura condivisa e militante. Da nord a sud. Bari per esempio è una capitale dei bookclub: ne conta tantissimi, il 12 per cento del meridione stando a Pde. Ilenia Caito, che di mestiere si occupa di promozione della lettura, nel capoluogo pugliese ne guida quattro con tematiche diverse: saggistica, narrativa, inclusione, editoria indipendente. « Cos’è un gruppo di lettura? Leggere un libro attraverso tanti occhi — dice Caito, 39 anni, che dopo la pandemia ha deciso di tornare nella sua città d’origine dopo tanti anni a Milano — ogni appuntamento è un esercizio di ascolto. La combinazione magica è leggere lo stesso libro da soli e poi parlarne insieme aprendosi al confronto. Nei nostri gruppi di lettura sono nate storie d’amicizia e d’amore » .
Da Bari a Mantova, che ha un altro primato: una rete di biblioteche pubbliche che consente a tutti i partecipanti dei gruppi di lettura di prendere in prestito il titolo del mese. A raccontare questa esperienza è Simonetta Bitasi che in Italia è conosciuta come una delle madrine dei bookclub. «Il gruppo di lettura ti fa ingannare il tuo algoritmo interiore — dice Bitasi, consulente del sistema bibliotecario di Mantova che conta su cento gruppi ancorati a settanta strutture — ti ritrovi ad affrontare un testo che magari non avresti scelto, che ti porta fuori dalla tua comfort zone. Il confronto con gli altri apre la mente. Il dialogo, l’ascolto, sono alla base della democrazia».
Olivia, 14 anni, ha dato vita al primo laboratorio di democrazia del futuro. Il bookclub che guida a Milano è frequentato solo da under 16. Ma non sembra impossibile al tempo dei social? Lei, iscritta al primo anno di liceo classico, ride: «I social ci sono utili per rilanciare gli appuntamenti, ma proprio perché siamo iperconnessi, nativi digitali, abbiamo bisogno di uno spazio fisico per parlare guardandoci negli occhi». Lo spazio è la libreria Noi di Milano che ha già un suo gruppo di lettura per adulti e che da qualche mese si è aperta a questo esperimento offrendo il suo spazio ai giovanissimi lettori. «Ci riuniamo una volta al mese — racconta Olivia — discutiamo del testo che abbiamo affrontato le settimane precedenti e ne scegliamo uno nuovo. Abbiamo letto Carrie di Stephen King e ci è piaciuto moltissimo e stiamo finendo Reato di fuga di Christophe Léon. Ho scoperto la lettura intorno ai dieci anni, in pandemia, con La storia infinita. L’obiettivo che ci siamo dati è coinvolgere tanti nostri coetanei che magari non leggerebbero. Insieme è più bello, no?».
Un’esperienza simile a quella di “ Carta Lucida”, il club dei lettori del liceo di Schio, in provincia di Vicenza, condotto dagli studenti. Scivolando sulla mappa dell’Italia e fermandoci a Roma, tra le esperienze piùinteressanti c’è quella di “Urbanbookclub”, un gruppo di lettura itinerante per la Capitale: Arianna Figliola e Martina Cotichella, trentenni unite dalla passione per i libri, si sono inventate alcune collaborazioni che hanno appassionato gli oltre 700 iscritti.
Per esempio quella con il cinema Barberini: «Stiamo affrontando Leggere Lolita a Teheran e ne parleremo il 21 novembre al Barberini dopo aver visto il film — racconta Arianna — lo abbiamo già fatto con Povere creature: prima il libro di Alasdair Gray poi il film di Lanthimos. A settembre ci siamo appoggiate alla libreria del Palazzo delle Esposizioni invitando esperti d’arte per parlare di Lo potevo fare anch’io di Francesco Bonami. Abbiamo creato questo gruppo di lettura, frequentato principalmente da millennial, perché avevamo bisogno di condivisione culturale in una città che offre tanto ma può essere dispersiva » . A Roma ha fatto scuola “ Strategie Prenestine”, nato attorno al circolo Arci Sparwasser per portare i libri e la lettura a Roma est: ne è nato anche un festival. I titoli da leggere si scelgono pescando una parola da una buatta, il contenitore delle conserve. «Stiamo leggendo La stanza di Giovanni di James Baldwin a partire dalla parola casa — racconta Valentina Aversano, una delle animatrici — grazie ai libri letti insieme ti avvicini a chi sembra diverso da te. Giochiamo sul confronto divertente, sull’ironia. Si può essere lettrici e lettori forti senza parlarsi addosso, ma ascoltando gli altri». Ancora a Roma, tra le tante esperienze, c’è quella della libreria “Pagina 348” con il gruppo di lettura che ha compiuto dieci anni: «La nostra regola — racconta il libraio Marco Carta — è che alla fine della lettura incontriamo sempre l’autore o l’autrice. Questo aumenta di molto l’esperienza. Il prossimo incontro sarà con Maria Grazia Calandrone».
Grandi città e piccoli comuni: a Pradalunga, quattromila abitanti in provincia di Bergamo, il gruppo è attivo da 17 anni. A Ragusa il bookclub di Flaccavento, l’unica libreria indipendente, ha spento otto candeline. «Non ci avrei scommesso — dice Daniela La Licata — ci sono successe cose incredibili come quella volta che Piero Dorfles ci ha telefonato mentre discutevamo il suo libro». La libreria da qualche tempo ospita anche il gruppo di lettura dell’associazione Estremo Sud, guidato da Ettore, italo- brasiliano, e aperto ai migranti: «Siamo un territorio di confine — continua Daniela — è bellissimo abbattere ogni frontiera attraverso i libri».
Risalendo lo Stivale c’è Verona, altra roccaforte dei bookclub, ne conta più di 90, che poche settimane fa ha organizzato un raduno. Anche nella città di Romeo e Giuletta, come ci ha raccontato Sara Griso, il sistema di biblioteche permette a tutti di leggere gratuitamente attraverso i prestiti. Ci sono anche esperienze militanti. A Portici “Letture in villa” si riunisce in un bene confiscato alla camorra. A Rimini il circolo La Av (letture ad alta voce) ha creato un gruppo di lettura dentro le case riposo.
Sono centinaia le mail che abbiamo ricevuto e ognuna ha una storia che merita di essere raccontata. Le racconteremo tutte. Questo è solo l’inizio.