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La parola prima di tutto. Sulle tracce di Don Lorenzo Milani
9 Febbraio 2025
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9 Febbraio 2025Il Nobel peruviano narra il potere della letteratura e dei suoi personaggi sulle nostre vite
«Un libro si trasforma in parte della vita di una persona per un insieme di ragioni che hanno a che fare al tempo stesso con il libro e con la persona» scrive Mario Vargas Llosa nel suo L’orgia perpetua (Settecolori), un saggio che racconta la sua lunghissima storia d’amore con Flaubert e Madame Bovary. Fra biografia (e anche autobiografia) e critica letteraria, analisi del romanzo e della sua profonda influenza sulla letteratura successiva, il Nobel peruviano mette nero su bianco quel personale «insieme di ragioni» in virtù del quale, appunto, Madame Bovary è il libro che è diventato parte della sua vita. «Il primo motivo, forse – scrive – è la propensione che fin da bambino mi ha fatto preferire le opere costruite con un ordine rigoroso e simmetrico, con principio e fine, (…) che dessero l’illusione di sintetizzare la realtà, di riassumere la vita». E Madame Bovary è proprio un «libro-cerchio».
Poi, lo scrittore confessa di amare i romanzi «di azioni» e smentisce che «Madame Bovary sia un’opera in cui non succede niente tranne il linguaggio. Non è così: in Madame Bovary accadono tante cose quante in un romanzo d’avventura matrimoni, adulteri, balli, viaggi, passeggiate, truffe, malattie, spettacoli, un suicidio , solo che in generale si tratta di avventure misere. (…) Che i pensieri e i sentimenti nel romanzo paiano fatti, che si possano vedere e quasi toccare non mi ha solo strabiliato: mi ha rivelato una predilezione profonda». Miracoli dello stile. Infatti, leggendo il romanzo di Flaubert, il futuro Nobel comprende quale tipo di scrittore voglia diventare. E poi lì trova tutti gli ingredienti di una trama irresistibile: «ribellione, violenza, melodramma e sesso». Quanto a quest’ultimo, nota Vargas Llosa come sia «curioso che nella vastissima bibliografia flaubertiana nessun appassionato abbia ancora dato vita a un’interpretazione critica dal titolo Flaubert e il feticismo dello stivaletto». Segue ampio e gustoso capitolo sull’argomento…