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Una Yalta da brividi, e senza l’Europa
14 Febbraio 2025
Muddy Waters – Hoochie Coochie Man
14 Febbraio 2025Con quasi due anni di ritardo il governo Meloni si è accorto che non è stata una buona idea dare seguito agli impegni presi dagli esecutivi precedenti con la Commissione Europea sul «libero mercato» dell’energia. Il primo aprile 2023 ha deciso di ripristinare gli oneri di sistema sulla luce e di togliere una prima parte degli sconti introdotti da Draghi sul gas. Allora l’esecutivo ha accettato di portare 4 milioni di famiglie dal mercato tutelato al mercato libero. Ieri il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato non precisate iniziative per rimediare all’aumento delle bollette di luce e gas. Dipenderà dalla «riflessione» che Giorgetti ha detto di volere condurre durante un Question time al Senato. Sarà «onesta» ha promesso. Giorgetti ha detto che «il governo fa un grande sforzo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori del ceto medio» (il taglio del cuneo fiscale). Tuttavia l’aumento «se lo divora l’aumento delle bollette». Allora, ha aggiunto Giorgetti, l’aumento «va circoscritto e delimitato».
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TRADUCIAMO dal giorgettese. L’aumento dei prezzi continuerà a mangiarsi i soldi in più messi nelle buste paghe dei lavoratori dipendenti. I dieci miliardi di euro all’anno stanziati anche quest’anno non servono a niente. Perché, appunto, i cento euro scarsi di media ricevuto in più sono serviti a pagare le bollette, le stesse che sono aumentate anche a causa di una decisione presa dallo stesso esecutivo. Insomma, dopo il torpore, il risveglio. Chissà quando avverrà quello sull’inflazione cumulata tra il 2022 e il 2023 (oltre il 15%). Allora, forse, il governo dirà che gli aumenti di poco più di del 5% per i contratti pubblici sono del tutto insufficienti.
L’AUMENTO DEI PREZZI non dipende dal governo, ma dai mercati internazionali ha aggiunto Giorgetti. Il ministro ha sostenuto che presterà la «massima attenzione sulle loro caratteristiche speculative». Giorgetti, quei mercati sono interamente governati dalla speculazione. E i governi, non solo il suo, non hanno alcuna intenzione di imporre un tetto ai prezzi.
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FONTI ANONIME della Commissione Europea ieri hanno smentito un articolo del Financial Times secondo il quale sarebbe intenzione azionare il «price cap», cioè i tetti ai prezzi sul gas da cui dipende il costo dell’elettricità. Non sarà così e non dovrebbe esserci nel piano per l’energia, il Clean Industrial Deal, che sarà presentato il 26 febbraio. A non volerlo, dicono le voci, sono «alcuni gruppi industriali» che hanno scritto alla Commissione per scoraggiarla dal fare questa scelta. In realtà, queste lobby non dovrebbero preoccuparsi troppo. Nemmeno nei momenti peggiori della speculazione durante i primi tempi della guerra russo-ucraina Bruxelles ha pensato di applicare il «price cap». Sembra invece orientata a «incentivare» i governi a disaccoppiare le bollette energetiche al dettaglio dagli alti prezzi dei combustibili fossili o supervisionare la concorrenza sui mercati del gas.
IN QUESTO QUADRO GLOBALE gli utenti del «libero mercato» in Italia elettrico continueranno a pagare di più. Chi rientra nel mercato tutelato paga già una bolletta media da 1.393 euro annui (con consumi da 1.100 metri cubi annui, sostiene il Codacons) e andrà incontro ad un aggiornamento al rialzo delle condizioni economiche stabilite dall’Arera. Chi ha un contratto a prezzo variabile sul mercato libero subisce conseguenze immediate dai nuovi picchi dell’energia, con tariffe più pesanti applicate dagli operatori». Per l’Unione nazionale dei consumatori il rientro nel servizio a tutele graduali della luce per i clienti «vulnerabili» (over 75, chi percepisce bonus sociali, chi vive in zone alluvionate o terremotate) dovrebbe essere rinviato dal 30 giugno a fine anno, l’Iva sul gas dovrebbe essere portata tutta al 10%. Vanno ripristinate le soglie Isee elevate da Draghi, ossia 15 e 30 mila euro per chi ha 4 figli a carico, contro quelle attuali pari, rispettivamente, a 9.530 euro e 20 mila euro.
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ED È COSÌ CHE, mentre Giorgetti continuerà a riflettere, tutto continuerà come prima: i prezzi sull’ottovolante, il governo che si dissangua per i bonus, la speculazione che li brucia, e la povertà che cresce.