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La superficie musicale della Madonna del Parto
15 Febbraio 2025
Nagel e Lovaglio nella City dagli investitori. La missione di Siena a Wall Street
di Daniela Polizzi
La piazza londinese è la più affollata di tutte, visto che concentra il maggior numero di investitori istituzionali attivi in Europa. Il ceo del Monte dei Paschi si è recato due volte questa settimana nella City per approfondire il dialogo con fondi e altre piattaforme d’investimento. Nello stesso tempo, Alberto Nagel, al vertice di Mediobanca, da ieri è a Londra da dove ha dato avvio al roadshow. Sul Tamigi lavora buona parte di quegli istituzionali che hanno in portafoglio il 35% del capitale e che lo hanno sempre supportato.
Gli obiettivi dei due manager non potrebbero essere più distanti dopo l’offerta pubblica di scambio su Piazzetta Cuccia annunciata il 24 gennaio e del valore di 13,3 miliardi, tutta in azioni. Lovaglio martedì, affiancato dagli advisor Jp Morgan e Ubs, ha partecipato a un secondo round di incontri sul Tamigi. Ha già parlato con una trentina di investitori tra cui anche fondi italiani. Oltre a un altro tour a Londra, le prossime tappe dovrebbero includere New York e Boston mentre l’agenda in Europa prevede, oltre a Milano, una tappa a Parigi e potrebbe includere Francoforte. Sarà un viaggio che richiede pazienza. La prima linea del Monte affronta le domande degli investitori che guardano alle traiettorie di crescita della banca e ai suoi ratio patrimoniali post aggregazione con Piazzetta Cuccia, nel caso in cui l’ops dovesse richiedere un’aggiunta per cassa. L’offerta di Mps viaggia a sconto, ieri attorno al 15%, in una giornata chiusa sotto la parità per entrambe le banche. I valori delle rispettive azioni e del concambio saranno poi adeguati dopo lo stacco dei dividendi dei prossimi mesi.
Il risultato dei colloqui del vertice di Siena con i fondi dovrà avere come risultato di stringere quella forchetta. Lovaglio conosce bene gli investitori che lo hanno supportato nel 2022 all’epoca dell’aumento da 2,5 miliardi per mettere in sicurezza Siena. Spiegherà loro il progetto di combinare la presenza commerciale di Mps con l’esperienza di Mediobanca nella consulenza alle imprese e nella gestione dei grandi patrimoni. Un piano che l’istituto milanese ha già classificato come «fortemente distruttivo di valore, per gli azionisti di Mediobanca e per quelli di Mps, perché non ha ragioni industrial e finanziarie».
Al centro delle argomentazioni di Mps, tra le altre, c’è la quota del 13% di Generali che «ha contribuito in modo importante alla crescita della market cap di Mediobanca» e vale 241 milioni sull’utile semestrale di 660 milioni. Tema respinto da Milano perché tutte le grandi banche tendono a diversificare il rischio con quote nelle assicurazioni.
Sarà il mercato a giudicare i progetti in una fase in cui gli investitori mostrano attivismo e gli scambi sulle due banche sono intensi. Secondo Bloomberg opinion di ieri, gli investitori valutano più aspetti nella partita. Per esempio il fatto che l’ops di Siena possa essere «influenzata dalla politica, visto che lo Stato ha l’11,7% del capitale». Ma anche dagli intrecci azionari con Delfin e Caltagirone azionisti di tutte e tre le società coinvolte: Mps, Mediobanca e Generali. Con gli investitori a Londra Nagel farà valere il percorso di crescita costante della banca che ha appena aggiornato le previsioni, visti i risultati del semestre. I ricavi saranno pari a circa 4 miliardi, in aumento rispetto al target originario di 3,8 e l’utile netto salirà a 1,4 miliardi contro gli 1,3 circa stimati. Mercoledì 19 si riunirà l’Accordo consultazione di Mediobanca e sarà un’altra occasione di confronto. Di recente è salito all’11,62% con nuove azioni acquistate dalla Finprogr della famiglia Doris. Aurelia dei Gavio ha invece ceduto lo 0,2% del capitale e nell’Accordo è scesa dallo 0,52% allo 0,32%.