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21 Febbraio 2025Assalto alla legge toscana sul turismo. Raffica di osservazioni dal governo. Poteri ai Comuni e non solo. Le due settimane dell’esecutivo. La pioggia di contestazioni
Sei ministeri contestano la norma, impugnazione più vicina. Giani: «Il ricorso sarebbe un errore»
Luca Gasperoni Giulio Gori
Il nuovo testo unico del turismo finisce nel mirino del Governo. A nemmeno due mesi dall’approvazione in Consiglio regionale e dalla conseguente stretta di Palazzo Vecchio su keybox e tastierini elettronici, preludio a una regolamentazione più stringente sugli affitti brevi turistici, parte l’assalto alla diligenza guidato dal ministero del Turismo della ministra Daniela Santanché. Al vaglio la possibilità del Governo di impugnare la legge regionale ricorrendo alla Consulta. Un’ipotesi, incoraggiata dagli esponenti regionali di FdI e Property managers, che mette in allarme Regione, Comune e soprattutto Federalberghi schierati a difesa del provvedimento toscano.
«Un’eccezione di incostituzionalità sarebbe sbagliata in quanto è una legge che in realtà raccoglie le opinioni e l’equità con cui far vivere il fenomeno del turismo sul nostro territorio», sottolinea il governatore toscano, Eugenio Giani. «Sarebbe un’occasione persa per tutti: invece di andare contro a una legge che dà finalmente risposte avremmo auspicato dal Governo un intervento normativo che fornisse strumenti concreti ai Comuni. Su questi temi non ci dovrebbero essere divisioni ma la volontà comune di tutelare la vivibilità delle nostre città», rilancia la sindaca di Firenze, Sara Funaro.
Sei ministeri (Turismo, Giustizia, Imprese e Made in Italy, Cultura, Affari europei e Sport) infatti hanno già inviato alla Toscana altrettante osservazioni per contestare la legge toscana. Un’offensiva che in Regione è stata considerata irrituale visto che di norma questo genere di documenti, preliminari a una possibile impugnazione, vengono inviati in modo coordinato dalla presidenza del Consiglio. Dagli uffici della Regione si apprende che le controdeduzioni sono già state inviate a Roma in attesa della decisione sull’impugnazione che dovrebbe essere presa dal governo entro il 9 marzo, data di scadenza dei 60 giorni per il ricorso. Nella Giunta regionale l’intenzione è prepararsi alla battaglia senza però creare incidenti istituzionali.
«A Roma si stanno preparando al grande assalto alla legge», si sottolinea nelle stanze regionali. Ma gli umori restano buoni perché l’offensiva del Governo sembra scoordinata e priva di basi solide: ad esempio una norma viene considerata da un ministero totalmente illegittima mentre un altro avrebbe suggerito solo la correzione di un termine (un eventuale argomento a favore della Toscana). Ciò che filtra, nel mare magnum di rilievi piccoli (o lessicali) che la Regione sarebbe anche pronta ad accogliere, è che l’osservazione più rilevante è quella del ministero del Turismo, finora rimasto silente sul tema: si contestano tutte le norme sugli affitti turistici brevi e la scelta regionale di rendere i gestori di b&b e affittacamere degli imprenditori. Dal ministero di Giustizia invece si punta il dito sul mancato riferimento alla normativa nazionale sul Cin che la Regione aveva ritenuto ridondante ma ora sarebbe disponibile a correggere.
«Le norme che abbiamo approvato sono giuridicamente difendibili in ogni sede, ben oltre eventuali impugnative “politiche”», rivendica il consigliere regionale Pd e presidente della commissione Turismo, Gianni Anselmi. «È una crociata inaccettabile contro i proprietari di immobili, al loro posto sarebbe giusto un atto di disobbedienza civile. Il testo è incostituzionale perché legifera in una materia di competenza statale e la legge è un’occasione persa», attaccano la consigliera regionale FdI, Sandra Bianchini e il responsabile turismo in Toscana Francesco Palmigiani. «Rappresenta il modello regionale di legislazione turistica più avanzato in Italia, sarebbe un vero errore l’impugnazione», sottolinea invece il presidente di Federalberghi Toscana, Daniele Barbetti.
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