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8 Marzo 2025Palazzo Chigi: «Era in contrasto con le norme Ue». Giani pronto al ricorso
Luca Gasperoni
Legge regionale sul turismo, sarà battaglia senza esclusione di colpi tra governo e Regione Toscana in attesa del verdetto della Consulta. A nemmeno tre mesi dall’approvazione del nuovo testo unico regionale del turismo e all’ultima occasione utile (la scadenza dei 60 giorni è domani) il governo durante il consiglio dei ministri di ieri pomeriggio ha deciso di impugnare, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, la legge toscana sollevando una questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale. «Alcune disposizioni della legge regionale si pongono in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di libertà di impresa, concorrenza, ordinamento civile e penale, tutela del patrimonio culturale e professioni».
Ma la Regione è pronta a ricorrere, opponendosi all’impugnazione, convinta della solidità della legge regionale. «Rimango sconcertato e sono convinto che si tratti di uno sbaglio clamoroso del governo. Noi continueremo con il nostro impegno, faremo a nostra volta ricorso e cercheremo di far valere le nostre ragioni», commenta il governatore toscano dem, Eugenio Giani, scagliandosi contro l’approccio del governo che a dicembre ha impugnato la legge toscana sulle concessioni balneari e sta meditando di fare lo stesso anche con quella più recente sul fine vita. «Il governo, che parla sempre di autonomia differenziata, alla fine poi è di un centralismo nei confronti degli enti locali che di più non si può immaginare».
Si accoda la sindaca di Firenze, Sara Funaro: «Ci saremmo aspettati un intervento normativo sul turismo che fornisse strumenti concreti ai Comuni, e invece il governo va contro a una legge che dà finalmente le risposte di cui abbiamo bisogno. Su un tema così importante serve unione e la volontà condivisa di tutelare la vivibilità dei cittadini».
Esulta invece il senatore fiorentino di FdI, Paolo Marcheschi che offre una lettura agli antipodi: «Si tratta di un atto doveroso contro l’ennesimo tentativo velleitario di farsi le leggi da soli. Da parte della sinistra che governa la Toscana è una fuga in avanti di chi si dice contro l’autonomia e poi si fa le leggi in autonomia, quindi bene che sia arrivato questo provvedimento da parte del nostro esecutivo».
Per la consigliera regionale FdI, Sandra Bianchini, invece «la Giunta era convinta di poterla utilizzare per fare campagna elettorale ma non ha introdotto niente di innovativo, è stata solo una occasione persa per disciplinare un settore strategico della regione». Nel mirino del governo, si spiega, ci sono varie norme «che violano gli articoli 3, 41, 42, 117, primo e secondo comma, della Costituzione». Le prime avvisaglie di una possibile impugnazione erano arrivate due settimane fa quando sui tavoli degli uffici regionali erano piovute decine di osservazioni alla legge sul turismo da parte di sei diversi ministeri (Turismo, Giustizia, Imprese e Made in Italy, Cultura, Affari europei e Sport).
Al centro dei rilievi, spesso contraddittori e per la maggior parte su dettagli tecnici-lessicali, le norme sugli affitti turistici brevi e la scelta regionale di equiparare i gestori di B&B e affittacamere agli alberghi come attività imprenditoriale. Ma le relative controsservazioni della Regione inviate settimana scorsa a Roma non sono bastate a convincere il governo che ha scelto di aprire l’ennesimo fronte con la Toscana, attesa il prossimo autunno dalle elezioni regionali.