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16 Aprile 2025Meloni: «Momento difficile» Le insidie del viaggio a Washington
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in occasione dell’incontro con il primo ministro del Montenegro Milojko Spajiće Palazzo Chigi, Roma, Martedì, 15 Aprile 2025 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Prime minister Giorgia Meloni during the meeting whit the prime minister of Montenegro Milojko Spajiće at Chigi palace, Rome, Tuesday, Apr. 15, 2025 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
La premier: vediamo che cosa accadrà nelle prossime ore. Spese militari, alleati divisi
di Marco Galluzzo
ROMA «Sappiamo che siamo in un momento difficile, vediamo come andrà nelle prossime ore. Faremo del nostro meglio, come sempre. Sicuramente sono consapevole di quello che rappresento e di quello che sto difendendo». Alla cerimonia di consegna dei Premi Leonardo, a Villa Madama, alla vigilia dell’incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, Giorgia Meloni sintetizza così la delicata situazione internazionale.
Davanti a una platea di grandi nomi dell’imprenditoria italiana, Meloni scherza anche sul suo stato d’animo: «Non sento nessuna pressione, come potete immaginare, per i prossimi due giorni». Poi osserva: «Vediamo come si sviluppa il quadro nel quale ci troviamo, ma ricordiamoci che abbiamo la forza, la capacità, l’intelligenza e la creatività per superare ogni ostacolo. Ne abbiamo superati di ben peggiori e ne supereremo ancora». «Bisogna ricordare — aggiunge — che quando un prodotto italiano viene esportato, la gran parte della ricchezza non la produce in Italia ma dove viene esportato. Anche noi, con questo nostro lavoro legato all’export, produciamo ricchezza per gli altri, ed è bene per tutti continuare ad avere a che fare con l’Italia».
Non sento alcuna pressione, come immagina-te, per i miei prossimi due giorni, faremo
del nostro meglio come sempre
Meloni premia di persona Giovanni Ferrero, presidente dell’omonimo gruppo — «la scorsa settimana ho regalato al re d’Inghilterra un barattolo di Nutella, uno dei prodotti iconici», rivela — poi rientra a Palazzo Chigi per un vertice sulle nomine nelle partecipate pubbliche, ma che serve anche per fare un ennesimo punto sulla missione a Washington con i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Ricordia-moci
che abbiamo
la forza,
la capacità, l’intelligen-za e la creatività per superare ogni ostacolo
Non tutto è fluido dentro il governo, per esempio sulle spese militari per la Nato che Trump chiede a tutti gli alleati di alzare sino almeno al 3,5% del Pil. Secondo il titolare del Mef, in base ad alcuni calcoli di natura squisitamente contabile, saremmo già al 2%, ma per Crosetto dovremmo fare molto di più. E su questo punto c’è una distanza fra Mef e Difesa: con il Tesoro che chiarisce di non aver ricevuto, a oggi, progetti chiari da Crosetto, e che quando arriveranno saranno valutati in modo collegiale. Dettagli che però non rafforzano la missione americana di Meloni, ma che semmai aggiungono margini di incertezza. Le regole del bilancio italiano impongono decisioni che nessuno dei due ministri, pare di capire, è in grado di prendere in autonomia, a meno di un intervento chiaro di Palazzo Chigi, che sul punto al momento sembra non avere ancora comunicato una linea precisa.
Quando
un prodotto italiano viene esportato,
la gran parte della ricchezza non la produce
in Italia ma dove viene esportato
Ma appare in salita anche l’obiettivo di puntare a un accordo che arrivi a zero dazi fra Stati Uniti e Ue, come Meloni ha auspicato anche in pubblico. Su questo punto la strada è quantomeno impervia (secondo Bloomberg gli Usa avrebbero respinto la proposta «zero»), anche se Meloni continua a dirsi fiduciosa.
La Nutella al re
«Un premier che regala la Nutella a re Carlo, Pietro Ferrero come poteva immaginarlo»
La trasferta a Washington «non è facile ed è sicuramente ricca di insidie», ha riconosciuto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. «Dal dopoguerra a oggi il percorso tra Italia e Usa è stato un percorso di alleanza che è diventata molto stretta, e quindi è chiaro che con il nuovo presidente va fatto un incontro bilaterale». Aggiunge Fazzolari: Meloni «non ha un mandato a parlare per conto dell’Unione europea, ma sappiamo tutti come i rapporti personali siano fondamentali, l’abbiamo visto più volte nella storia», rammentando come l’ex premier Silvio Berlusconi «oggettivamente ci ha insegnato molto, Meloni può avere maggiore facilità rispetto ad altri a parlare in modo chiaro e sincero con l’alleato americano».