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8 Maggio 2025Il recente convegno organizzato da Fratelli d’Italia a Siena sul tema delle “baby gang” ha messo in luce un messaggio chiaro: anche se la situazione è sotto controllo, bisogna comunque intervenire con forza. Ma questo approccio, più che affrontare un problema reale, sembra costruire un clima di allarme utile sul piano politico.
I numeri raccontati dai promotori – come le cento firme raccolte in due ore – sono modesti, ma vengono usati per sostenere che i cittadini sono molto preoccupati. Allo stesso tempo, si riconosce che la videosorveglianza è diffusa e che le forze dell’ordine stanno già facendo il loro lavoro. Eppure si continua a chiedere più controlli, nuove leggi e l’intervento del governo.
Durante l’incontro è stato criticato anche chi proponeva un coinvolgimento attivo delle Contrade per affrontare il disagio giovanile. Un segnale preoccupante: si respinge ogni forma di partecipazione della comunità, lasciando tutto nelle mani dello Stato e delle forze dell’ordine.
A questo si aggiunge un altro elemento delicato. Il rappresentante della Polizia ha parlato di “minori stranieri e qualche italiano” coinvolti in episodi di violenza. Una frase che, senza dati precisi, rischia di alimentare paure e stereotipi, rafforzando l’idea che il “diverso” sia un pericolo.
Questo convegno, più che un’occasione per cercare soluzioni condivise, è sembrato un passo di una strategia politica ben precisa: usare il tema della sicurezza per raccogliere consenso, spingendo sull’emergenza anche quando i numeri non la giustificano. In questo modo si rafforza una visione dove conta solo il controllo, mentre il coinvolgimento della società viene messo da parte.