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Le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea si sono inasprite dopo l’annuncio del presidente americano di voler introdurre dazi del 50% su tutti i prodotti europei a partire dal 1° giugno 2025. La decisione, motivata da un presunto squilibrio commerciale e dalla difficoltà di trattare con Bruxelles, ha colpito i mercati finanziari europei e alimentato timori di una nuova guerra commerciale.
L’Unione Europea, che aveva appena avanzato una proposta per la riduzione reciproca delle tariffe e una maggiore cooperazione in ambiti strategici, ha risposto con cautela, mantenendo la linea del dialogo ma preparandosi anche a contromisure da 95 miliardi di euro. Washington critica in particolare le normative digitali europee e la tassa sui servizi online, considerandole ostili.
Secondo diversi analisti, gli Stati Uniti puntano a ottenere concessioni dall’Ue e a spingerla verso una linea più dura contro la Cina, anche a costo di rompere l’equilibrio globale. Tuttavia, accettare tali pressioni significherebbe per l’Europa compromettere la propria autonomia strategica.
Il nodo centrale è la mancanza di una leadership forte e unitaria in Europa, che fatica a reagire con coerenza e visione. Di fronte a un mondo multipolare e instabile, l’Ue è chiamata a decidere se seguire le dinamiche imposte dalle superpotenze o costruire una propria agenda indipendente, fondata sul multilateralismo e sulla difesa dei propri interessi a lungo termine.