
Nostalgia e populismo: le trappole che allontanano la pace
3 Luglio 2025
Little Richard – Good Golly Miss Molly
3 Luglio 2025Nel governo Meloni la cultura non è più un terreno di confronto, ma un campo di battaglia. Il caso più recente? Il Premio Strega. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha annunciato la sua assenza alla serata finale, lamentando di non aver ricevuto i libri in gara. «Forse non sono più un Amico della domenica», ha ironizzato, dando l’idea di un’esclusione. Ma la Fondazione Bellonci lo ha subito smentito: non gli hanno inviato i volumi perché si è dimesso dalla giuria lo stesso giorno della sua nomina a ministro. Nessun mistero, nessuna epurazione.
Eppure dal ministero sono partite note stizzite, parlando di “sgrammaticatura istituzionale” e accusando la Fondazione di aver “declassato” lo Strega non coinvolgendo il titolare del dicastero. Un pasticcio, l’ennesimo, che si aggiunge al caos Cinecittà, con le dimissioni dell’ad Chiara Sbarigia e lo scontro sotterraneo tra Giuli e la sottosegretaria leghista Borgonzoni, esclusa dai dossier sensibili e decisa a non farsi mettere da parte.
Nel frattempo, teatri e festival vengono penalizzati con tagli e declassamenti. Il Teatro La Pergola di Firenze è stato escluso dal circuito nazionale, generando una nuova bufera politica. Le opposizioni parlano apertamente di uso politico delle commissioni per punire realtà sgradite. Festival storici, compagnie di danza e progetti multidisciplinari restano senza fondi, mettendo a rischio migliaia di giornate di lavoro nel settore dello spettacolo dal vivo.
Lo scrittore Maurizio de Giovanni sintetizza il clima con lucidità: “È una sindrome da risentimento culturale. La destra si sente ancora emarginata, anche quando ha il potere, e reagisce con malcelata ostilità verso tutto ciò che percepisce come cultura di sinistra”. Più che una visione, un complesso. Più che una strategia culturale, un continuo regolamento di conti.
Nel frattempo, gli scrittori del Premio Strega leggono, scrivono e – forse – sorridono. Il Paese, invece, perde un’altra occasione per discutere seriamente di cultura.