
Borghi d’Italia: non un addio, ma un inizio
6 Luglio 2025Siena Il festival estivo con oltre 100 proposte, la Summer Academy con 33 corsi (un record) Il direttore artistico Nicola Sani: è il risultato di un lavoro costruito dalla comunità di docenti e allievi
di Francesco Ermini Polacci
Oltre 100 manifestazioni, concerti, opere, performance, mostre, distribuite in due mesi (9 luglio-2 settembre) e diffuse fra Siena e il territorio circostante. È una programmazione ancora una volta fluviale e fitta di proposte, più articolata rispetto ad altre volte, quella ideata dal direttore artistico Nicola Sani per il Chigiana International Festival & Summer Academy.
E con una particolarità che sulle prime può sfuggire, ma che la rende un unicum: «Tutti i concerti sono nostre produzioni — sottolinea Sani — costituiscono il risultato del lavoro svolto durante i corsi di alta formazione della Chigiana. È un Festival costruito dalla comunità di docenti e allievi: non è un festival vetrina». Quest’anno i corsi, storico fiore all’occhiello della Chigiana, sono ben 33, il numero più alto di sempre: «Abbiamo incrementato i corsi dedicati alla musica barocca, in collaborazione con il Mozarteum di Salisburgo, e ripreso, dopo anni e anni, quelli di organo, grazie al restauro dello strumento Vegezzi-Bossi che si trova nel Salone dei concerti, nel cuore del Palazzo Chigi Saracini», dice Sani. Uno strumento sontuoso, voluto dal conte Guido Chigi Saracini e che risuonò per la prima volta nel 1923; dopo un lungo periodo di silenzio, è stato restaurato cent’anni dopo. E su quelle tastiere oggi studiano gli allievi di Thierry Escaich, organista titolare della Cattedrale di Notre-Dame e che a sua volta fu allievo, per composizione, proprio della Chigiana. Come di consueto, tutti gli appuntamenti sono riuniti sotto un titolo: quest’anno è Derive .
Lo contrassegna un logo originale: le cinque linee del pentagramma sono onde, il segno grafico di pausa musicale vi fluttua come una barca. «Il titolo viene dall’idea che la musica di ogni tempo, di Beethoven come di Berio, nasca senza sapere quale sarà la sua deriva, la sua destinazione nel tempo — spiega Sani — La musica è come un viaggio che conduce verso e oltre i più diversi orizzonti, attraverso il tempo, lo spazio, le culture del nostro pianeta». E fra queste rotte c’è anche quella segnata da Pierre Boulez, noto ai più come direttore d’orchestra ma che è stato anche compositore, teorico, organizzatore musicale: nel centenario della nascita, la Chigiana lo ricorda con concerti importanti.
A cominciare da quello d’inaugurazione, che propone il suo Cummings ist der Dichter , su parole del poeta statunitense Edward Cummings, e la Sinfonia n. 6 di Mahler, autore caro al Boulez interprete; nell’occasione, Marco Angius dirige l’Orchestra della Toscana, il Coro Guido Chigi Saracini istruito da Lorenzo Donati, e il Chigiana Percussion Ensemble. «Dérive, alla francese, è anche il titolo di due brani di Boulez, straordinario musicista a 360 gradi — continua Sani — ma che, come compositore, è stato spesso percepito come autore asettico, nascosto dietro una maschera che nulla lascia all’emozione. Il percorso che proponiamo ci permette, invece, di scoprire un Boulez diverso, legato alla poesia, all’arte nelle sue più differenti manifestazioni: la sua è una deriva appassionante. Pensiamo a certi momenti della cantata Le marteau sans maître (che vedrà la partecipazione del mezzosoprano Salomé Haller, collaboratrice storica di Boulez ndr ), dove le emozioni è come se esplodessero e l’arte di Boulez ci arriva con tutta la forza di una grande espressività organizzata». A scorrere il programma, troviamo ben 5 nuove produzioni d’opera, e fra queste è indicata anche (ma si tratterebbe più propriamente di un oratorio) La Giuditta di Alessandro Scarlatti, scomparso 300 anni fa: sembra stia riaffermandosi — e Sani ce lo conferma — quell’attenzione alla musica barocca sparita con la cancellazione della storica Settimana Musicale Senese. La Giuditt a (direttore Vittorio Ghielmi) è affiancata da Medusa , opera del francese Yann Robin, in prima italiana (direttore Kai Röhring): barocco e contemporaneo dialogano tramite il nome di Caravaggio, che a Giuditta e a Medusa s’ispirò per due suoi celebri dipinti. In prima assoluta — una delle 4 commissioni chigiane — è Hérodiade di Matteo D’amico (direttore Tonino Battista), mentre un altro abbinamento è dato da Il prigioniero di Dallapiccola (una versione per 2 pianoforti, direttore Mario Ruffini), a ricordare i 50 anni della morte del compositore, e La voix humaine di Poulenc, titoli uniti dalla regia di Davide Garattini. La violista Tabea Zimmermann, il violinista Ilya Gringolts con il clavicembalista Francesco Corti, l’Ensemble Odhecaton, sono solo alcuni dei nomi di punta. L’evento clou rimane il Concerto per l’Italia, in Piazza del Campo: il seducente Concerto n. 2 di Rachmaninov con la pianista Lilya Zilberstein, pagine di Gershwin e Bernstein, e James Conlon sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, per la prima volta ospite della Chigiana.
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