
Provincia di Siena, il tempo delle scelte mancate
27 Luglio 2025Ringraziamo Stefano Bisi per l’attenzione e per l’articolo che ha dedicato a Piancastagnaio. Il suo intervento ci offre l’occasione utile per chiarire meglio il senso di ciò che stiamo facendo e la sfida concreta che abbiamo di fronte: dimostrare che anche un Comune di area interna può costruire, con metodo e visione, un modello territoriale solido, credibile e capace di futuro.
A Piancastagnaio non ci sono annunci eclatanti, ma un lavoro costante e condiviso, portato avanti da amministratori, personale comunale, collaboratori esterni e singoli cittadini. L’obiettivo è chiaro: tenere insieme cultura, energia, sviluppo locale, agricoltura e qualità dei servizi. Non in modo generico, ma attraverso una progettazione concreta e integrata.
La mostra dedicata a Francesco di Valdambrino, attualmente in fase di progettazione, si inserisce in questa visione. Non è un evento simbolico, ma un’iniziativa culturale e scientifica radicata nel territorio. Valdambrino, scultore senese del primo Quattrocento e castellano del Cassero di Piancastagnaio nel 1426, viene valorizzato in un progetto curato dal professor Alessandro Bagnoli e coordinato dalla dottoressa Donatella Capresi, capace di ricostruire i legami storici e culturali tra Amiata, Siena e Toscana meridionale.
Cultura, ambiente, economia e agricoltura convivono nel progetto condiviso. Il modello energetico, in corso di sviluppo e in gran parte già realizzato, include interventi strutturali: valorizzazione della risorsa geotermica, Comunità Energetica Rinnovabile (CER) attiva, tecnologie di cattura della CO₂ per usi alimentari e medici, efficientamento energetico degli edifici pubblici e diffusione di fonti rinnovabili.
Il lavoro sull’innovazione agricola e sulla trasformazione dei prodotti del territorio è parte essenziale di questo processo. L’Amiata ha una tradizione forte – castagne, olio, grani antichi, piccoli frutti – che oggi si coniuga con sperimentazioni nel biologico, e domani potrà farlo anche con l’uso del calore geotermico, applicato ai processi di essiccazione, trasformazione e filiera. Un’agricoltura che guarda avanti, ma che resta profondamente legata alla storia del paesaggio e delle comunità locali.
Il recupero dell’ex edificio Furzi si inserisce in tale contesto: sarà un hub multifunzionale dedicato alla formazione nella pelletteria, allo sviluppo di produzioni artigianali, alla ristorazione, alla divulgazione scientifica e alla promozione integrata del territorio.
Le frazioni non restano ai margini. Le Tre Case, frequentemente considerate – a torto – la periferia di una periferia, hanno dimostrato che la cultura può attecchire ovunque: la chiesa piena per lo spettacolo teatrale di alto profilo è un segnale significativo di partecipazione, che nasce da proposte concrete e costanti.
Sul territorio operano aziende di primo livello nazionale, totalmente green, che offrono un contributo concreto alla crescita locale. Non solo economia, ma un modo nuovo di intendere il lavoro, la sostenibilità, l’innovazione e l’identità.
Non c’è confronto con altri territori, né pretesa di visibilità fine a sé stessa: l’intento è costruire un modello locale credibile, efficace, duraturo. Con rigore amministrativo, visione chiara, strumenti concreti. Le aree interne possono essere motore di proposta se sostenute da progettualità e continuità operativa.
Piancastagnaio ha scelto di muoversi in questa direzione. Senza clamore, ma con convinzione.
È un lavoro duro, non semplice. Ma qui nessuno si tira indietro: i pianesi sono abituati a lavorare duramente. Sono figli e nipoti di minatori.