
Ma non vi sembra che manchi qualcosa e, o qualcuno?
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10 Ottobre 2025Cronache semiserie d’una campagna elettorale tra città, borghi e liste d’attesa
In Toscana si vota. E come quando arriva il profumo d’urne, spuntano sorrisi, strette di mano e promesse che nemmeno Babbo Natale a dicembre.
Da una parte Eugenio Giani, governatore uscente, che parla della Regione come di casa sua: cantieri, strade, case della salute — li elenca con la confidenza di chi ci ha messo le mani.
Dall’altra Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, deciso a cambiare passo, con l’energia di chi vuole rifare il percorso dalla prima curva.
Giani promette “meno divari tra borghi e città” e una sanità pubblica che tiene botta.
Tomasi avverte che “il sistema non ce la fa”, tra buchi di bilancio e liste d’attesa.
Gli acciacchi ci sono, nessuno lo nega. Ma in Toscana la sanità resta una delle poche che ti cura senza chiederti l’IBAN.
E anche questa, di questi tempi, è una piccola rivoluzione.
L’Alta Velocità in Toscana è come il famoso gatto di Schrödinger: c’è e non c’è.
Giani vede progetti che avanzano e stazioni che avvicinano i borghi al mondo;
Tomasi, più prudente, teme che restino solo cartelli e rendering.
La verità, come sempre, sta tra i binari: c’è chi la immagina e chi la aspetta.
La vera misura sta nei medici di montagna, nei treni che arrivano (quasi) in orario, negli ambulatori che restano aperti.
È la Toscana concreta, dove città e campagna si stringono la mano ogni giorno.
Uno parla di continuare l’opera, l’altro di rifarla da capo.
Due ricette, stesso paziente.
Giani racconta con l’aria di chi ha già messo i piedi nel fango dei cantieri e sa dove sono i rubinetti.
Tomasi entra in scena con piglio deciso: meno burocrazia, più velocità, linguaggio asciutto da officina.
Ma in una terra dove l’olio buono si riconosce solo dopo l’assaggio, cambiare frantoio non sempre è la scelta più saggia.
Meglio, forse, controllare prima se l’olio è ancora buono.
Tra la Toscana che promette e quella che soffre, la differenza la fa il mestiere: saper tenere insieme borghi e città, e far camminare i servizi senza spettacolo.
C’è chi lo fa da tempo e chi si candida a provarci: ai toscani, come sempre, spetta la scelta.
Un’ironica riflessione, toscana fino al midollo: sottile e pungente, nutrita da una fiducia ostinata in chi accetta la complessità di questa terra e la affronta con pazienza e tenacia.
Commento a Roberto Barzanti (Corriere Fiorentino, 6 settembre 2025)
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