L’Uomo Col Megafono
22 Settembre 2024Piancastagnaio. Distretto della pelletteria Il Comune ora si affida a un esperto specializzato
22 Settembre 2024Tornabuoni In mostra alla galleria di Lungarno Cellini le opere di grandi protagoniste italiane a cavallo tra due secoli: 40 pezzi di arte astratta
Laura Antonini
L’evoluzione dell’arte astratta nella seconda metà del Ventesimo secolo rivive attraverso l’opera di tre artiste italiane Carla Accardi (1924-2014), Dadamaino (1934-2004) e Marina Apollonio (1940), fino al 15 novembre protagoniste con 40 opere della mostra Avanguardie al Femminile alla Tornabuoni arte di Firenze.
«Un omaggio a tre donne che, ognuna a suo modo — racconta il gallerista e collezionista Roberto Casamonti — ha dato forma ora al movimento, ora al segno, realizzando produzioni simbolo della storia dell’arte. Questa mostra vuole inserirsi in un momento felice per l’arte e per Firenze». Il tributo alle tre fa infatti eco a quello che a fine mese Palazzo Strozzi farà alla pittrice astratta, la statunitense Helen Frankenthaler. «Ma siamo anche alla vigilia della Biennale dell’antiquariato dove la nostra Galleria — continua Casamonti — sarà presente con Magritte, Le Corbusier, e un grande ovale di Capogrossi».
Il percorso espositivo della mostra inizia al piano terra della Galleria sul Lungarno Cellini. Qui trovano spazio i «ghirigori» di Carla Accardi, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, e le opere di Dadamaino, pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, vicina alla scuola di Fontana e di Scheggi. «Le due artiste sono state affiancate come già facemmo in una mostra a Parigi anni fa — spiega Ursula Casamonti — perché entrambe hanno ideato un proprio mondo di segni; un alfabeto astratto poi replicato negli anni su vari supporti. Accardi lavora con il colore, e i suoi ghirigori nel corso della vita diventano sempre più grandi, quasi zummati, ma restano una costante. In mostra abbiamo due sue opere emblematiche». C’è Assedio rosso no. 3 , 1956, l’opera più antica esposta, che recentemente è stata protagonista della retrospettiva al Palazzo delle Esposizioni di Roma. C’è poi la grande opera del 1967 lunga più di 4 metri formata da pennellate verde neon che Accardi ha applicato sulla superficie trasparente di fogli in materiale plastico (sicofoil). «Un’opera che l’artista dedicò alla scrittrice Carla Lonzi, con la quale aveva fondato il movimento femminista Rivolta Femminile nel 1970, e che, nel 2022, è stata esposta all’’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia».
Su materiale plastico lavorava anche Dadamaino presente con volumetrie create da circonferenze e piccoli segni grafici che sembrano galleggiare nell’aria. Il secondo piano accoglie Marina Apollonio, tra le maggiori esponenti dell’Arte Optical e Cinetica internazionale. L’unica artista vivente, presente all’inaugurazione della mostra e alla quale la collezione Peggy Guggenheim di Venezia sta per dedicare (dal 12 ottobre) una retrospettiva curata da Marianna Gelussi. Le sue opere esposte, della serie Dinamica Circolare, prendono vita nella retina. Apollonio ha infatti ideato dei congegni meccanici che mettono in movimento spirali bicolori che sembrano staccarsi dal loro supporto.
https://corrierefiorentino.corriere.it/