L’accordo tra Fondazione Cr Firenze e Intesa Sanpaolo trasforma lo spazio nella casa della fotografia internazionale Tre le prossime grandi mostre: si parte con Lisetta Carmi
diElisabetta Berti
Nel 2015 fu l’ “Italia metafisica” di George Tatge con le sue visioni di un territorio profondamente trasformato dall’uomo ad inaugurare a Villa Bardini un filone espositivo dedicato alla fotografia dei grandi maestri, destinato a svilupparsi negli anni. Ci sono state le “ icone” di Steve McCurry, nel 2018, e di lui si ripercorse la carriera quarantennale attraverso gli scatti realizzati in giro per il mondo, a partire da quello inconfondibile della ragazza dagli occhi verdi; e poi ancora la mostra in collaborazione con la Fondazione Alinari per la fotografia dedicata allo sguardo delle fotografe, ed infine quella su Elliot Erwitt di cui abbiamo rivisto gli amati cani e i celebri ritratti – da Che Guevara a Marlene Dietrich, da Jackie Kennedy a Marilyn Monroe – in mostra fino allo scorso febbraio. In una città che, grazie ai Fratelli Alinari, vanta una storia illustre nel campo della fotografia – una tradizione che oggi è tutta da riscoprire – Villa Bardini si sta ritagliando il ruolo di casa della fotografia internazionale a Firenze, un posto nel panorama espositivo cittadino che le viene riconosciuto anche dal pubblico, in costante crescita: 250 mila le presenze registrate nel 2022, con oltre 25 mila i visitatori per ciascuna mostra. In questa stessa direzione va il nuovo accordo triennale firmato dalla Fondazione Cr Firenze – che gestisce gli spazi della villa e il giardino Bardini attraverso la Fondazione parchi monumentali Bardini e Peyron – con Intesa Sanpaolo, e che porterà a Firenze tre mostre dedicate ai maggiori nomi della fotografia italiana del secondo Novecento, a partire dal 3 maggio con una monografica su Lisetta Carmi.
È il progetto sulla grande fotografia italiana promosso dalle Gallerie d’Italia ( ossia i quattro musei di Intesa Sanpaolo distribuiti tra Torino, Milano, Napoli e Vicenza) e curato dall’editore e fotografo Roberto Koch. Le tre mostre verranno inaugurate prima nelle sedi di Gallerie d’Italia per poi essere allestite al secondo piano della villa dalle cui finestre si gode di una vista panoramica tra le più belle della città. Esi comincia appunto con Lisetta Carmi (3 maggio-8 ottobre 2023), decana dei fotografi italiani, scomparsa lo scorso anno. Giovanni Battista Martini, curatore dell’archivio della fotografa- pianista, presenterà gli scatti che l’artista realizzò in un momento in cui essere donna nel mondo della fotografia non era semplice; pur avendo avuto una prima vita come musicista di livello internazionale, riuscì comunque ad arrivare per prima su temi fino ad allora rimasti nell’ombra, come i lavoratori del porto di Genova e i travestiti di Via del campo. Nel 2024 arriverà la mostra dedicata a Mimmo Jodice e curata da Mario Martone. Il progetto, intitolato “ Senza tempo”, ripercorrerà la carriera del fotografo napoletano, uno dei grandi autori della fotografia contemporanea, oggi 88enne. Di lui saranno esposte le prime immagini di sperimentazione degli anni Sessanta fino alla fotografia sociale, le ricognizioni nelle città contemporanee e la riflessione sull’antico. “Senza tempo” perché un tratto comune del suo lavoro è la dimensione atemporale delle fotografie. Infine nel 2025 arriveranno a Villa Bardini le foto di Mario Giacomelli – morto nel 2000 – e Antonio Biasiucci – artista della fotografia in bianco e nero, campanao classe 1961 – in un’esposizione a cura di Mimmo Palladino. Due “ fotografi di terra”, come vengono definiti i due pionieri, che come pochi altri hanno saputo fotografare, interpretare e trasfigurare con la loro macchina fotografica il territorio da cui provengono e le proprie radici.