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Il caso di uno sviluppo che confonde pubblico e privato
Il dibattito su Ampugnano riporta alla luce un nodo che va ben oltre le sorti di un piccolo aeroporto. Al centro non c’è solo la questione ambientale o turistica, ma un problema di metodo e di trasparenza istituzionale che riguarda l’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e la sua società operativa, ENAC Servizi S.p.A..
Sulla carta le due realtà dovrebbero avere ruoli diversi: la prima garantisce la regolarità e la sicurezza del sistema aeroportuale, la seconda svolge attività tecniche e gestionali. In realtà, ENAC Servizi dipende interamente da ENAC, ne condivide vertici e indirizzi, e agisce di fatto come una sua estensione operativa. Questo significa che l’ente pubblico chiamato a vigilare sulle procedure aeroportuali controlla se stesso ogni volta che la sua controllata propone o sostiene un nuovo progetto di sviluppo.
È ciò che accade oggi con Ampugnano. Il Consiglio comunale di Siena ha approvato una mozione che parla di rilancio economico e occupazionale, evocando lo scalo come simbolo di rinascita. Ma — come ha ricordato il sindaco di Sovicille, Giuseppe Gugliotti — non esiste alcun progetto definito: solo studi preliminari e idee di massima, provenienti proprio da ENAC Servizi. Nel frattempo, il cuore economico dell’iniziativa sembra spostarsi verso la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 20 ettari nella piana di Rosia, destinato a garantire la redditività dell’intervento più che la sua utilità pubblica.
In questo intreccio, la funzione di garanzia dell’ente pubblico si mescola con quella propositiva del soggetto operativo, e la distinzione tra chi deve vigilare e chi trae beneficio si fa sempre più labile. Ne deriva una situazione paradossale: l’autorità che dovrebbe valutare la compatibilità e la sostenibilità di un progetto è la stessa che, attraverso la propria società, lo promuove.
Di fronte a questo scenario, Gugliotti invita a tornare alla realtà del territorio, proponendo un parco sportivo e naturalistico capace di coniugare economia e tutela, sviluppo e coerenza ambientale. Una visione che rimette al centro il principio dimenticato del confronto, anziché la logica dello scontro.
Ampugnano diventa così un caso emblematico: non tanto di aeroporto o di pannelli solari, ma di una pubblica amministrazione che cambia funzione, passando da regolatore a soggetto interessato. Quando accade questo, la trasparenza si offusca e la fiducia dei cittadini viene meno. Perché uno Stato che smette di vigilare per cominciare a partecipare smarrisce la propria ragione d’essere.