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15 Aprile 2025Due risse, forse per lo spaccio, allarmano la città. Lojudice si appella alle contrade
Aldo Tani
siena Da una parte le istituzioni, dall’altra l’Arcidiocesi. In una partita che Siena si trova forse a disputare per la prima volta, con l’ordine pubblico messo in crisi da una serie di atti violenti commessi da gruppi d giovani. Così mentre le forze dell’ordine, spinte dall’amministrazione comunale, intensificano i controlli, il cardinale Augusto Paolo Lojudice affronta un fenomeno ormai usuale in varie realtà toscane, ma finora sconosciuto all’ombra della Torre del Mangia. «Dobbiamo portare avanti un’azione condivisa, non per criminalizzare, ma per essere consapevoli, per sapere come agire e soprattutto per proteggere i più piccoli da chi, purtroppo, ha avuto percorsi più complessi, magari segnati da problemi familiari o personali», ha detto il cardinale.
Riferimento ai presunti protagonisti delle risse che si sono verificate la scorsa settimana tra piazza Gramsci, piazza Matteotti e via Pianigiani. La prima martedì, con uno straniero finito all’ospedale dopo un pestaggio, l’altra sabato, con decine di persone coinvolte, compresi minorenni senesi (molti dei quali italiani di seconda generazione), e un inseguimento dentro un supermercato mentre la gente faceva la spesa. Dietro questi episodi si potrebbero nascondere dispute per le piazze di spaccio, che da qualche tempo stanno interessando l’area di Camollia, la Lizza e la Fortezza, dove sono state rinvenute anche armi rudimentali.
Di fronte a una situazione che sta allarmando Siena — il prefetto domenica mattina ha convocato d’urgenza un Comitato per l’ordine e la sicurezza e il sindaco si è presentato con tutta la giunta per dare un segnale — Lojudice ha indicato alcune possibili soluzioni per uscire da questo caos. «Dobbiamo impegnarci tutti affinché l’educazione torni ad avere un ruolo centrale nella nostra città. Non possiamo darla per scontata solo perché “qui si sta bene” — ha detto il prelato — Io stesso, per esperienza, conosco ambienti dove certi episodi erano all’ordine del giorno (le periferie romane, ndr ). Siena è diversa, ci auguriamo che lo resti. Ma dobbiamo lavorare insieme, tutti, per fare in modo che sia davvero così». Parole che anticipano un concetto caro al cardinale: «Un fatto o due, per quanto gravi e inaccettabili, non possono definire un’intera generazione. Non possiamo categorizzare i giovani sulla base di episodi di cronaca, perché sappiamo bene che questi eventi, per quanto eclatanti, attirano giustamente molta attenzione ma non raccontano tutto». Lojudice non lascia indietro neppure la linea della fermezza: «Abbiamo forze dell’ordine capaci, e non sta a me dirlo, ma forse in certi momenti e in certi luoghi sarebbe utile incrementare la loro presenza. Non risolverà tutto, ma contribuirebbe sicuramente a prevenire certi episodi».
Il cardinale guarda poi al mondo delle contrade: «Hanno sempre svolto un lavoro straordinario, ma ora dobbiamo risvegliarci. Serve una nuova spinta educativa, che riprenda con forza un percorso che già c’era, ma che non va dato per scontato». Ieri intanto il questore Ugo Angeloni è intervenuto alla riunione del Magistrato delle Contrade. Segno dei tempi.
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