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Il sistema bancario italiano è al centro di un confronto strategico che potrebbe ridefinire gli equilibri del settore. Due le operazioni in gioco: Mediobanca punta a integrare Banca Generali per creare un grande polo nazionale del risparmio gestito; Monte dei Paschi di Siena, invece, rilancia con un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, che include anche la partecipazione del 13% in Generali.
Entrambe le operazioni sono in fase avanzata. Mediobanca ha presentato alla Consob il prospetto dell’offerta da 6,3 miliardi su Banca Generali, in attesa dei via libera europei entro settembre. Parallelamente, Mps ha ottenuto l’autorizzazione dall’Ivass per la propria offerta e aspetta ora il parere della BCE entro fine giugno.
Gli amministratori delegati, Alberto Nagel (Mediobanca) e Luigi Lovaglio (Mps), sono impegnati in una campagna internazionale per conquistare il favore degli investitori istituzionali, che detengono una quota significativa del capitale. Dopo Londra, entrambi proseguiranno gli incontri a New York.
Il nodo centrale è la visione strategica. Nagel propone un polo forte del wealth management, capace di attrarre talenti e siglare accordi esclusivi con Generali. Lovaglio ritiene invece possibile integrare Mediobanca e, successivamente, Banca Generali, in un progetto più ampio guidato da una banca commerciale.
Il 16 giugno sarà un momento decisivo: l’assemblea di Mediobanca dovrà votare sull’operazione Generali. Gli equilibri azionari sono delicati: soci storici e gruppi influenti come Delfin e Caltagirone non hanno ancora preso posizione, ma il loro orientamento sarà determinante.
Il confronto è aperto e si gioca su più tavoli: tra strategie industriali diverse, tra le scelte degli investitori e tra le valutazioni del mercato. In ballo c’è la forma futura dell’intero sistema bancario italiano.