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ROMA — Oltre trenta miliardi per attenuare il peso del caro energia su famiglie e imprese: 9,5 miliardi subito, in un decreto Aiuti che sarà varato la prossima settimana, e circa 23 miliardi in legge di bilancio per il 2023. È questo lo spazio fiscale assicurato dalla revisione della Nadef – la Nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza – approvata ieri in Consiglio dei ministri.
Spazio che verrà usato «in via esclusiva» per aiutare gli italiani dai contraccolpi di inflazione e bollette, come hanno spiegato ieri sera in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Questo significa che nella manovra per l’anno prossimo «qualunque intervento di natura fiscale o previdenziale dovrà essere coperto all’interno dello stesso settore», dice Giorgetti. In altri termini, per fare la flat tax o Quota 41 bisognerà tagliare «altre misure che non hanno funzionato, per mettere quei soldi su misure che possono funzionare meglio: vogliamo dare un segnale politico», aggiunge Meloni. Nel mirino finisce il Reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda il Pnrr, la premier ricorda di aver chiesto a Bruxelles di cambiarlo: «In Ue non c’è alcuna chiusura preconcetta, il contesto è mutato, il prezzo delle materie prime è aumentato del 30-35%».
Ma veniamo ai nuovi numeri della Nadef. La crescita di quest’anno viene irrobustita: si passa dal +3,3% della Nadef di Draghi al +3,7%, dopo il dato Istat sul Pil del terzo trimestre (+0,5%). Il deficit 2022 viene invece riportato al 5,6%, mezzo punto in più di quanto indicato dall’ex ministro Franco, sul livello del Def di marzo: questo libera i 9,5 miliardi da usare subito per il decreto Aiuti della prossima settimana (il “tesoretto” Draghi da circa 10 miliardi per l’extra gettito tributario).
L’economia italiana si avvia però su un sentiero discendente. Il governo ne è consapevole, visto che ferma il Pil del 2022 al +3,7% quando Istat già ha acquisito un +3,9%: questo perché l’ultimo trimestre dell’anno avrà un significativo segno meno. Il Pil del prossimo anno viene invece lasciato a +0,6%. «Potevamo essere più ottimisti », dice Giorgetti. «Ma abbiamo preferito un approccio prudente, realistico, sostenibile». Il deficit del 2023 viene invece alzato di 1,1 punti – dal 3,4% al 4,5% creando i 23 miliardi contro il caroenergia da spendere nel 2023 (anche qui circa 10 miliardi sono eredità del governo Draghi).
Il deficit poi scenderà gradualmente per riportarsi al 3% nel 2025, livello soglia per le regole Ue. Nello stesso anno anche il debito pubblico calerà al 141,5%, in «discesa costante», specifica Giorgetti (ma la Nadef di Draghi lo portava al 139%). I sacrifici, aggiunge il ministro, verranno chiesti anche ai ministeri: «Faremo una spending review, un taglio della spesa da 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024, 1,5 miliardi nel 2025, la metà a carico del mio ministero dell’Economia e in linea con quanto previsto dal Pnrr. Anche i ministeri devono fare la loro parte, com’è giusto che sia».
Giorgetti non nasconde i rischi di reces sione: «Vengono invocati da più parti a livello globale ed europeo. Potrebbero toccare anche l’Italia. Siamo pronti a fronteggiare questi rischi, ecco perché ci presentiamo al Parlamento con un atteggiamento responsabile». Il Parlamento dovrà votare la prossima settimana la relazione sullo scostamento che il governo invierà, alla luce del nuovo quadro macroeconomico delineato dalla Nadef. Autorizzando di fatto il governo ad usare il mezzo punto di extra deficit per il nuovo decreto Aiuti che andrà a prorogare per dicembre le misure del governo Draghi, a partire dal credito di imposta per le imprese in scadenza a novembre.
«Siamo consapevoli – dice ancora Giorgetti – che le previsioni a lungo termine sono pura accademia e che molto dipenderà dal mercato dell’energia all’inizio del 2023. Al momento il prezzo del gas diminuisce, ma lo scenario non sarà così ottimistico nel corso del 2023». La premier Meloni conta poi di usare anche i fondi Ue di coesione del 2014-2020 non spesi dall’Italia per rafforzare le misure per supportare famiglie e imprese. «Ne ho parlato a Bruxelles, potremmo utilizzarle per le emergenze».