
Democrazie in crisi e divieti
5 Maggio 2025
In Romania trionfa l’estrema destra Simion oltre il 40%
5 Maggio 2025(di Nicola Borzi – ilfattoquotidiano.it) – Professor Cacciari, cosa pensa delle indagini dei servizi tedeschi su Alternative für Deutschland e del rischio che AfD sia esclusa dai contributi pubblici in quanto considerata di “estrema destra”?
Credo che siano tutti ballon d’essai. Mi parrebbe folle se un partito con il 20% come AfD venisse messa fuori legge. Una cosa è l’ostracismo che si legge dai comportamenti dei padroni dei media e dei social, che non danno più spazio a questi movimenti, altra cosa sarebbe una messa fuori legge formale che al momento non c’è.
Ma se arrivasse?
Sarebbe l’ennesimo atto che attesterebbe il suicidio delle elite.
A Bucarest però Georgescu è stato estromesso.
La Romania è tra i Paesi la cui maturità democratica è tutta da verificare.
L’avanzata delle destre e dei movimenti neofascisti in Europa, ma non solo, è comunque un fatto.
Se esistono norme che vietano l’apologia del fascismo, come di qualsiasi ideologia, si può discutere nel merito del comportamento politico se sia razionale o no metterle in campo. Puoi anche decidere di arrestare tutti quelli che cantano Faccetta nera o che fanno il saluto romano. Ma se si mette fuorilegge chi sta al 20% dei consensi ci si aspetti di vederli salire al 30 o 40%. Le destre sono al governo in tutta Europa, come si può pensare di metterle fuori legge? Bandire AfD che in certe aree è in maggioranza o governa è un suicidio. Se la democrazia vuol spararsi nelle palle faccia pure.
Il paradosso di Popper tuttavia predica la tolleranza con i tolleranti e l’intolleranza con gli intolleranti.
Ma una democrazia che non facesse leva sulla propria forza politica e mediatica – atto che appartiene a una logica politica –, ma facesse invece ricorso a strumenti legali per mettere fuori legge partiti di qualsiasi natura finirebbe di essere una democrazia.
Come si contrasta dunque l’ondata di neofascismo?
Le idee politiche si combattono con le idee, con la politica, con l’organizzazione della società, con il buon governo. Se la democrazia non sa difendersi con armi politiche, con la credibilità e l’autorevolezza delle strategie e degli atti che compie, crepa. A meno che per difendersi cessi di essere democrazia e si trasformi in uno Stato autoritario. È purtroppo una tendenza che mi pare evidente: ci si sta evolvendo in direzione di un neo-autoritarismo ma debolissimo, contraddittorio, con il grande rischio di far vincere poi davvero le forze di estrema destra.
Si tratta di un progetto studiato a tavolino o del frutto di calcoli errati?
Le elite politiche attuali non sono nemmeno in grado di condurre con autorevolezza una propria riforma neo-autoritaria, non hanno la capacità di trasformare le democrazie in senso autoritario, ma nemmeno di difenderle in senso progressivo. Sono in mezzo al guado, incapaci, contraddittorie. E in questa situazione le destre vere crescono. Sono anni che le cosiddette sinistre governano l’Europa con norme liberticide che poi portano alla crescita delle destre.
Decenni fa lei si interrogò sugli operai del nord Italia, orfani dell’ideologia comunista, che votavano Lega. Siamo ancora lì?
Il mio non era un dialogo con le forze politiche ma con il Paese, con le sue classi sociali, con la sua composizione organica. All’epoca non parlavo con la Lega Nord ma cercavo di capire come cambiava la nostra società e perché gli operai del Nord votavano Lega. Si tratta di quello che poi è avvenuto alla grande nella cuore dell’Occidente, negli Usa. Questioncelle sfuggite totalmente alle cosiddette sinistre. Ormai tutti i buoi sono scappati dalla stalla.