Il direttore Sergio Risaliti realizza un progetto inseguito da anni anche grazie alla donazione della mecenate Maria Manetti Shrem
di Elisabetta Berti
Il portone d’ingresso è su via Palazzuolo, ma attraverso un dedalo di corridoi si può arrivare direttamente dentro il museo Novecento, la casa dei giovani artisti e curatori. Le tanto attese residenze d’artista dove i giovani creativi potranno vivere studiando e cimentandosi nei vari aspetti della loro futura professione, adesso sono realtà: il direttore Sergio Risaliti le insegue da anni, pianificando e progettando la ristrutturazione degli appartamenti all’interno del complesso delle ex Leopoldine, un isolato compreso tra piazza Santa Maria Novella, piazza Ottaviani e via Palazzuolo. A renderlo finalmente possibile è stato il supporto della mecenate di origini fiorentine Maria Manetti Shrem che con 150mila dollari ha finanziato la prima edizione di “ Wonderful! Art research program” curato dallo stesso direttore del Novecento con Stefania Rispoli: un bando, per cui sono arrivate 170 candidature da tutta Italia, e da cui sono state selezionati i nomi di cinque giovani che a partire da oggi vivranno per sei mesi in quegli appartamenti lavorando gomito a gomito con lo staff del museo, svolgendo studio visit, frequentando lectio, workshop e incontri con architetti, curatori, galleristi, artisti, comunicatori, designer, restauratori. Sei mesi con un calendario fitto di impegni pensati anche per entrare in contatto con il territorio fiorentino e toscano attraverso visite nei musei e nei centri culturali ed artistici, sopralluoghi ed incontri con artigiani, aziende, associazioni e professionisti.
L’ingresso alle residenze, che si trovano al primo piano dell’immobile, sembra un monito per i futuri professionisti dell’arte: su due pareti campeggia il murale satirico di Nemo’s che nelle scorse settimane era stato al centro delle cronache per un presunto caso di censura da parte di Palazzo Vecchio, il committente del lavoro, accusato di aver fatto pressioni sull’autore: nel graffito dello street artist la città è infatti rappresentata come una gigantesca macchina macina soldi. È una delle accuse più aspre che sempre più frequentemente viene mossa a Firenze e alla sua amministrazione. Ma il sindaco Nardella oggi è contento perché, dice, «nasce una vera e propria cittadella delle arti contemporanee, un progetto innovativo che mette Firenze a livello di tutte le più grandi capitali culturali».
Ognuno dei partecipanti avrà la sua camera e uno studio privato per lavorare. A questi si aggiungono gli spazi comuni, cucina, living, da condividere con i compagni di residenza. Una preziosa occasione di crescita professionale, non gravata dalla preoccupazione di potersi permettere un affitto. I primi ad usufruirne sono gli artisti Friedrich Andreoni ( 1995), Lucia Cantò ( 1995), Benedetta Fioravanti ( 1995), Giovanna Repetto ( 1990) e la curatrice Benedetta Casini ( 1999). Il bando prevedeva la presentazione, oltre al curriculum, di un portfolio e di una lettera motivazionale. A farli vincere è stata « l’originalità e la sensibilità della loro ricerca — spiega la curatrice Stefania Rispoli — le motivazioni che li hanno spinti a partecipare a risiedere nei prossimi mesi a Firenze » . Al programma collabora anche Manifattura Tabacchi, che già nel 2019 ideò e curò con Risaliti un programma triennale di residenze d’artista, e che stavolta ha messo a disposizione cinque atelier e ospiterà la mostra finale di questa prima edizione di Wonderful che cadrà nel periodo della Florence art week, la settimana fiorentina dell’arte contemporanea.
Nel mondo sono numerose le residenze d’artista, ma in Italia sono poche, in Toscana questo è il primo caso. Ed è raro che siano “ dentro” ad un’istituzione museale. Era uno dei principali obiettivi del museo Novecento, che quest’anno festeggia dieci anni di attività. Un sogno che si realizza per Risaliti che durante il periodo della sua formazione trascorse un anno in residenza a Grenoble: « quell’esperienza mi ha cambiato la vita » racconta, «se non l’avessi vissuta oggi non sarei qui». Da qui il suo impegno fin dall’insediamento nel 2018, per la realizzazione delle residenze: «Il sistema dell’arte italiano fatica nel sostenere ricerca e sperimentazione, quindi offrire residenze e un aiuto tangibile alle nuove generazioni di artisti e curatori rappresenta un ulteriore successo nella politica culturale cittadina. Questa è la vera Firenze rinascimentale » . I sei mesi cominciano adesso ed è quasi pronto il capitolo successivo: grazie ad un finanziamento della Regione Toscana la prossima edizione del programma di residenze durerà un anno.