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Le istituzioni del territorio “Vertenza Beko prosegue”
22 Febbraio 2025La protesta contro Bernini, che rilancia: «Nessun taglio, anzi fondi aumentati»
Aldo Tani
Siena Una protesta ironica, lontana dai toni duri della contestazione di Torino ad Antonio Tajani. Nel piazzale dietro Porta Romana prevale la goliardia. Le associazioni studentesche dell’Università di Siena per protestare contro il Ddl della ministra Anna Maria Bernini, hanno fatto ricorso a una scenetta presa in prestito dal passato: una bara posticcia dove giace l’Università pubblica. E via al funerale: al corteo, più che altro un girotondo, partecipano anche il comitato cittadino dei precari e i lavoratori della Beko, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza.
Bernini, di passaggio a Siena per una visita al Santa Chiara Lab e per l’inaugurazione dei laboratori nella sede di San Miniato, non assiste allo spettacolo, ma trovandosi a qualche decina di metri, può sentire gli slogan urlati dagli studenti. Al centro della mobilitazione ci sono i tagli e la precarizzazione amplificata dal testo approvato ad agosto in Consiglio dei ministri e in discussione in Parlamento.
Il ministro, dentro uno dei fiori all’occhiello dell’ateneo senese, è chiamata a rispondere. Lo fa prima sull’ipotesi di sforbiciata ai fondi Pnrr previsti per 60 mila alloggi universitari. «È legittimo che i giornali scrivano cose ma il tema, semplicemente, non esiste. Non c’è risposta a una domanda su un tema che non esiste», sottolinea. Poi sul contratto di ricerca. «È stato inventato da una sinistra che si è dimenticata di finanziarlo. Hanno adottato la modalità ‘sparagn e cumbarisc’ (in abruzzese risparmia e fai bella figura, ndr ). Non ha finanziato un contratto che è molto oneroso per le università e che io ho ritenuto doveroso non solo sbloccare ma finanziare con 37,5 milioni», osserva ancora Bernini. «Sul contratto di ricerca ho ricevuto una sollecitazione ieri dalla Crui e ho espresso le mie perplessità sul contratto come unico strumento per fare ricerca ma il ddl 1240 diventerà, per quanto mi riguarda, il ddl Crui», ha quindi aggiunto.
Parlare di cifre a una platea universitaria significa anche affrontare quella che ogni tiene col fiato sospeso tutti gli Atenei italiani, l’entità del Fondo di finanziamento ordinario. «È aumentato di 336 milioni, siamo a 9,4 miliardi, sono molto soddisfatta, è una promessa mantenuta. Sono convinta — prosegue la ministra — che i rettori sono d’accordo con me che non ci sono tagli ma aumenti e che saranno al mio fianco e non al fianco di chi protesta».
Proprio nei giorni scorsi i rettori delle Università di Firenze e Pisa hanno sottolineato le difficoltà dovute proprio al taglio del Ffo: 17 milioni nel capoluogo toscano, 16,5 sotto la Torre (mentre a Siena mancherebbero rispetto al 2023 otto milioni) .
Ieri nel mirino dei manifestanti insieme a Bernini è finito anche il rettore Roberto Di Pietra. «Quest’anno il ministro sta uccidendo l’università pubblica e il rettore dell’Università di Siena non ha detto una parola contro l’omicidio. Quello che noi abbiamo messo in scena oggi», afferma Samuele Picchianti del collettivo Cravos. La protesta si è sentire anche a San Miniato. Sempre dentro le righe, non nei toni, ma nei modi.
All’interno, il taglio del nastro dei nuovi laboratori. Frutto di un piano di investimento da quasi 3 milioni, che comprende anche programmi innovativi sull’agroalimentare.
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