Omicron 5 buca i vaccini tornano a salire i contagi e le file per fare i tamponi
22 Giugno 2022Il dopo elezioni. Cresce ancora il civismo
22 Giugno 2022Dopo due anni di vuoti sonori e concerti online torna dal vivo a Siena la rassegna diretta da Nicola Sani dal titolo From Silence Con un focus su Luigi Nono, figura centrale della seduzione acustica
Al via gli appuntamenti estivi dell’Accademia
di Guido Barbieri
La musica – diceva Claude Debussy è quella cosa che nasce dal silenzio, sosta per qualche istante davanti a noi e poi torna nuovamente nel silenzio. Il suono, in altre parole, per l’autore di Pelléas et Mélisande, non è altro che una pausa, una breve apparizione, racchiusa tra due silenzi. È grazie a Debussy, in effetti, se il silenzio ha cessato di essere, all’inizio del secolo, una mera sospensione della sintassi sonora, ma ne è diventato il cuore pulsante. L’emancipazione del silenzio è del resto uno di tratti storici fondamentali del Novecento: dai silenzi frammentari e aforistici di Anton Webern fino al “silenzio integrale” di John Cage.
Proprio perché abbraccia il lungo arco di tempo che congiunge i limiti estremi del secolo scorso e di quello attuale l’idea di “Silenzio” è la porta d’ingresso ideale dell’edizione 2022 di Chigiana International Festival & Summer Academy. il titolo, From Silence, per un verso coglie infatti, alla perfezione, l’essenza senza tempo della musica ma per l’altro riflette fedelmente le urgenze del presente. «Il silenzio – commenta Nicola Sani, il direttore artistico dell’Accademia Chigiana di Siena – ha avvolto per quasi due anni l’universo della musica. E oggi, nel momento in cui la pandemia sembra aver allentato la sua presa, usciamo da quella esperienza con una consapevolezza nuova.Con la coscienza, cioè, che il suono organizzato, ossia ciò che noi chiamiamo musica, sia davvero una necessità. Un bisogno individuale, ma anche e soprattutto una esigenza sociale, collettiva. Forse perché ci è mancata così tanto, abbiamo scoperto che non possiamo fare a meno della musica dal vivo. E abbiamo imparato, o forse stiamo imparando, ad ascoltare in un modo nuovo, meno superficiale, con il desiderio di andare a scoprire i dettagli, le facce nascoste, le rivelazioni che il suono contiene ed è pronto a sprigionare».
Non è un caso dunque, anzi il frutto di un progetto nato ben prima della pandemia, che il focus principale del festival sia costituito dalla figura, dal pensiero, dalle opere di Lugi Nono. Nessuno come lui, nel secondo Novecento, ha infatti posto al centro della propria opera la riflessione sulle componenti acustiche ed emotive del suono e sulla “tragedia” dell’ascolto – come recita il sottotitolo di una delle sue opere più ambiziose, Prometeo. «Nonostante sia scomparso più di trent’anni fa – prosegue Sani – Nono è ancora un nostro compagno di viaggio, perfettamente collocato nella dimensione della contemporaneità. Perché la sua musica cerca costantemente un suono antagonista rispetto al bombardamento sonoro generico e superficiale che già allora, negli anni Sessanta, invadeva la scena musicale. E ancora oggi ci chiede di sviluppare una diversa coscienza di ascolto, consapevole, critica. Proprio apartire dalla centralità del silenzio ». Ma la musica di Nono non può essere certo ridotta alla sua “grammatica del silenzio” che pure gioca un ruolo importante soprattutto nelle opere ultime. Un ascolto “critico” e approfondito ne mette in luce al contrario una ipnotica sensualità, una sotterranea carica seduttiva che sono ancora oggi sorprendenti, “La densità, la seduzione sonora di Nono si coglie solo se si considera l’arco completo della sua produzione sonora. E infatti abbiamo messo in programma tredici composizioni suddivise in nove serate. Indagando, tra un altro aspetto che rende Nono un nostro contemporaneo: la ricerca di una relazione dialettica tra suono acustico e suono elettronico, il rapportocioè, fertile e contraddittorio con la tecnologia».
Al di la delle frontiere del silenzio il festival riscopre quest’anno, dopo diverse edizioni, un’altra seduzione, quella del teatro musicale. «Torniamo quest’anno alla tradizione viva e pulsante dell’opera. Grazie al rafforzamento della collaborazione col Mozarteum di Salisburgo mettiamo in scena uno dei capolavori teatrali di Vivaldi, La Senna festeggiante, che verrà diretta da Alfredo Bernardini. E poi, all’interno del Chigiana Opera Lab, dedicato agli allievi del corso di direzione d’orchestra tenuto da Daniele Gatti, verrà realizzata una nuova produzione del Il Signor Bruschino di Rossini con la regia di Lorenzo Mariani».
Senza dimenticare ovviamente la vocazione della Chigiana per la musica nuova. «Uno dei nostri sei percorsi tematici – conclude Nicola Sani – si intitola Today e presenta tredici prime esecuzioni assolute, molte delle quali commissionate dall’Accademia: opere nuove di Silvia Colasanti, Marcello Panni, Adriano Guarnieri, Gabriele Manca, Apolline Jesuspret e altri». Nessuna prima assoluta, ma un felicissimo ritorno: l’attesissimo appuntamento in Piazza del Campo del 15 luglio con Zubin Mehta di nuovo a Siena dopo molti anni di assenza con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino per offrire, insieme al violoncello di Antonio Meneses, un autentico “concerto popolare” dedicato a Beethoven e Cajkovskij.