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2 Dicembre 2023Le previsioni del centro studi della Cgil: in due anni una diminuzione dello 0,6%
Mauro Bonciani
L e alluvioni del 2 e 3 novembre, che hanno duramente colpito anche i distretti produttivi di Firenze, Prato e Pistoia, avranno effetti pesanti sull’economia toscana. Con un calo del prodotto interno lordo, Pil, già nel 2023 e una crescita zero della ricchezza toscana nel 2024. Una frenata che si somma al rallentamento già in atto in Toscana, con il saldo positivo tra esportazioni ed importazioni che si è ridotto.
La stima è di Ires, il centro studi della Cgil, che ieri ha presentato la fotografia dell’anno in corso e le previsioni economiche per il prossimo, con un focus sull’alluvione. Premesso che è ancora presto per una stima dei danni — «che comunque dovrebbe sfondare il muro del miliardo di euro», dice la Cgil — i distretti industriali del tessile di Campi Bisenzio e Prato risultano particolarmente colpiti, con danni anche nel distretto del cuoio di Santa Croce e Ponte a Egola e nelle aree industriali della zona di Pontedera. Risultato, per Ires «in termini di Pil regionale, l’impatto 2023 si aggira intorno al -0,2%. E in assenza di interventi veloci, diretti ed efficaci per la ripartenza, nel 2024 l’impatto negativo sul Pil regionale non sarà inferiore ad un altro 0,4%. In totale un -0,6, con una crescita del Pil per la Toscana nel 2024 pari a zero». Non solo, per Ires oltre al settore industriale e agricolo nel 2023 hanno sofferto sopratutto le piccole imprese, comprese quelle del settore moda che finora non avevano conosciuto crisi . La Toscana pagherà anche il «prezzo» della revisione del Pnrr: «Sono stati tagliati con la rimodulazione del Pnrr risorse per 625 milioni di euro, 169 euro a testa per toscano, colpendo progetti su ambiente, ciclovie, periferie e dissesto idrogeologico». Nel 2023 il terziario ha mostrato una maggiore capacità di tenuta nei servizi «poveri», in particolare nel turismo, e l’edilizia rispetto al 2022 ha avuto un netto calo, complici la fine del super bonus e il caro mutui che ha gelato il mercato immobiliare.
Sul fronte del lavoro se è vero che le assunzioni crescono e la disoccupazione è diminuita, secondo Ires e Cgil «aumenta però il lavoro povero e quello precario. E le donne sono penalizzate, con in Toscana meno della metà di assunzioni rispetto a quelle degli uomini». Nel dettaglio il tasso d’occupazione aumenta (+0,8%) nell’intervallo 2019-2023, risultato in cui spicca la crescita della provincia di Lucca (+4,5%), seguita da quelle di Grosseto, Livorno, e Arezzo, tutte sopra il 3%, mentre fanno il dato risulta in calo nelle province di MassaCarrara (-4%) e Pisa (-1.3%).
Secondo Gianfranco Francese (presidente Ires Toscana) «Il quadro economico mostra i segni di un ulteriore rallentamento nel 2023 rispetto alla dinamica dell’economia regionale del 2022. In Toscana le ombre prevalgono nettamente sulle luci». E Rossano Rossi, segretario Cgil Toscana, conclude: «Al di là delle narrazioni ottimistiche del Governo, i dati economici confermano le nostre preoccupazioni e le ragioni della mobilitazione che abbiamo messo in campo in queste settimane, con scioperi e manifestazioni per rivendicare più giustizia sociale e più investimenti, contro una manovra che non risolve i problemi».
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