Come è cominciato tutto?
Nel 1895, suscitando l’orrore della sua famiglia, Alfred Nobel lasciò in eredità buona parte della sua fortuna, l’equivalente di 165 milioni di euro, a un fondo con cui finanziare un premio. Avendo accumulato una enorme ricchezza grazie alle fabbriche di armamenti e all’invenzione della dinamite e di altri esplosivi, l’uomo d’affari svedese era preoccupato del futuro della propria immagine.
Il fondo istituì cinque premi da attribuire annualmente a persone il cui lavoro, negli anni precedenti, era ritenuto tale da “aver apportato grandi benefici all’umanità”. Nobel scelse cinque categorie: fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura e pace.
Nel 1968 una donazione proveniente dalla banca centrale svedese istituì il premio per le scienze economiche in memoria di Nobel, anche se secondo alcuni familiari non è un vero e proprio premio Nobel. Tutti questi riconoscimenti vengono consegnati dalla Svezia, a eccezione di quello per la pace, che Nobel stabilì, senza spiegazioni, dovesse essere attribuito dalla Norvegia.
Come si fa a vincerne uno?
Nessuno può proporsi personalmente, ma ogni anno migliaia di professori, affiliati alle accademie nazionali, vincitori del Nobel e perfino parlamenti nazionali fanno pressione sui comitati del premio per promuovere i loro candidati preferiti. Le candidature si aprono a settembre e si chiudono nel gennaio successivo.
L’inclinazione per la segretezza della fondazione Nobel fa sì che i candidati restino segreti per cinquant’anni. Ma la nomina non garantisce il successo. Lise Meitner, che ha contribuito alla scissione dell’atomo, non ha mai ricevuto il premio Nobel nonostante sia stata nominata 48 volte.
Che genere di lavoro viene premiato?
Gli scienziati tendono a risolvere grandi enigmi o a sviluppare nuove tecnologie. Alcuni Nobel sono stati attribuiti per invenzioni quali i circuiti integrati, le macchine per la risonanza magnetica e varie versioni del microscopio, o per scoperte come quella delle particelle subatomiche, del virus dell’hiv, della scala a chiocciola del dna o delle onde gravitazionali.
La serendipità spesso ha un ruolo decisivo: nel 1965 Robert Wilson e Arno Penzias temevano che le feci di piccione fossero responsabili della fastidiosa interferenza che minava il funzionamento del loro nuovo telescopio radio. Solo più tardi si resero conto del vero motivo: la postluminescenza del big bang.
Gli economisti vi diranno che le performance del passato non sono garanzia di risultati futuri e, visto che solo una donna ha ottenuto il premio per l’economia, c’è da sperare che sia vero. Il premio è andato a uomini che hanno creato modelli matematici del mondo, nessuno dei quali ha previsto che le principali banche si sarebbero rovinate da sole tra il 2008 e il 2009.
Il comitato del premio per la letteratura analizza con cura tutta la produzione di ogni candidato, alla ricerca di prove che questi abbiano creato qualcosa di nuovo. Raramente viene premiato l’umorismo. Mo Yan, il primo cinese a vincere il Nobel, è stato premiato per il “realismo allucinatorio”, mentre Doris Lessing, “narratrice epica dell’esperienza femminile”, per aver “messo sotto esame una civiltà divisa”. Bob Dylan, autore della frase “wiggle, wiggle, wiggle like a bowl of soup” (dimenati, dimenati, dimenati come una scodella di zuppa) è stato onorato per aver creato “nuove espressioni poetiche”.
Il premio per la pace è di gran lunga il Nobel più politico. Qualche rara volta può essere attribuito a intere organizzazioni, e tra i suoi vincitori passati ci sono il Comitato internazionale della Croce rossa, la Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici e l’Unione europea. Ma sono stati molti i singoli individui ad averlo vinto per i propri sforzi di pace: Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili, l’arcivescovo Desmond Tutu, attivo nella difesa dei diritti umani e nella lotta anti apartheid, e Malala Yousafzai, premiata per la sua lotta contro i maltrattamenti dei bambini.
Quanto si vince?
Quest’anno ogni vincitore del premio Nobel otterrà nove milioni di corone (823mila euro). Ma poiché la maggior parte dei premi vengono condivisi tra due o tre persone, il guadagno per ogni singola persona può essere anche di soli 2,25 milioni di corone.
Per alcuni vincitori (e relative famiglie) le medaglie d’oro sono più redditizie. Nel 2014 James Watson è diventato il primo vincitore ancora in vita a mettere all’asta la sua medaglia. Questa è stata comprata da Alisher Usmanov, l’uomo più ricco di Russia, per 4,1 milioni di dollari, che ha poi annunciato che l’avrebbe restituita a Watson. Un anno prima la famiglia di Francis Crick, morto nel 2004, aveva venduto la sua medaglia per 2,27 milioni di dollari.
In che modo il premio cambia le vite delle persone?
Le persone che vincono un Nobel vengono spesso strappate a una vita tranquilla, fatta di gestione di laboratori o di scrittura, e diventano delle piccole celebrità dal giorno alla notte. Fioccano inviti a tenere conferenze, a partecipare a feste o a esprimere la propria opinione su un’ampia gamma di argomenti. Alcuni sono esaltati all’idea di avere una visibilità che permette loro di sollevare questioni politiche e avere accesso a capi d’azienda, politici e stampa. Per altri la cosa è un fatto negativo. Il premio Nobel anglo-olandese sir Andre Geim sostiene che le “domande dei giornalisti” sono uno degli svantaggi del premio.
Un altro vincitore del premio per la fisica, Brian Schmidt, ha dichiarato alla rivista New Scientist che “una delle insidie dell’essere un vincitore del Nobel è che le nostre voci sono troppo ascoltate quando si tratta di esprimere un’opinione personale: e in questo senso devo essere molto più prudente che in passato rispetto a ciò che dico e scrivo”.
Un premio Nobel dovrebbe rafforzare l’influenza del vincitore all’interno del suo campo di competenza ma almeno in alcuni casi sembra accadere il contrario. Uno studio che ha tenuto conto delle pubblicazioni di 204 vincitori del Nobel tra il 1980 e il 2009 ha scoperto che gli articoli pubblicati dopo il premio venivano citati più raramente e pubblicati in riviste di minor prestigio.
Martin Chalfie, che ha ottenuto il Nobel per la chimica nel 2008, si è lamentato di aver addirittura fatto fatica a reclutare degli studenti dopo aver vinto il premio, un fatto che secondo lui potrebbe essere dovuto al fatto che le persone siano state scoraggiate dallo stereotipo dell’“insopportabile vincitore” del premio. “Il numero di persone che fanno domanda per lavorare nel laboratorio, di sicuro, non aumenta, e forse anzi diminuisce. Nessuno sa davvero perché”, ha dichiarato.
Cosa fanno i vincitori del Nobel con le loro vincite?
Nel corso degli anni, i vincitori del premio Nobel hanno utilizzato i soldi per finanziare i fondi pensione, mandare i figli all’università, creare borse di studio e promuovere campagne per combattere i pregiudizi contro le donne nel campo scientifico. Marie e Pierre Curie hanno investito le loro considerevoli somme in ulteriori ricerche. Altri hanno letteralmente cambiato scenario. Da bambino, Günter Blobel (Nobel per la medicina, 1999) fu testimone del bombardamento di Dresda. Ha donato le sue vincite alla città per aiutare a restaurare la sua cattedrale e costruire una nuova sinagoga. Più tardi, Orhan Pamuk (letteratura, 2006) ha speso gran parte delle sue vincite per la costruzione del Museo dell’innocenza a Istanbul, dal suo omonimo romanzo del 2008 . Su una scala un po ‘più piccola, Richard Roberts (medicina, 1993) ha installato un prato da croquet a casa sua. Franco Modigliani (economia, 1985) ha comprato una barca a vela, mentre sir Paul Nurse (medicina, 2001), ora a capo del Francis Crick Institute di Londra, si è regalato una moto Kawasaki GPZ. Successivamente è passato a una Triumph Bonneville. Quando Albert Einstein vinse il premio Nobel per la fisica nel 1921, consegnò la maggior parte delle vincite alla sua prima moglie, Mileva Marić, e ai loro due figli.
C’è un problema di diversità?
Le statistiche non sono confortanti. Pochissime donne sono state premiate nel corso degli anni. Quando Donna Strickland ha ricevuto il premio per la fisica, lo scorso anno, ha interrotto una serie di 54 anni di vittorie unicamente maschili, diventando la terza donna in tutta la storia a riceverlo. Ci sono state solo cinque donne vincitrici per la chimica ed è preoccupante che il premio per l’economia, teoricamente un’aggiunta più recente, ha il peggiore rapporto tra vincitori e vincitrici, con appena una donna, Elinor Ostrom, a essere stata premiata dal 1969. Dal 1901 solo tre donne hanno vinto il premio per la fisica.
Un’argomentazione che viene spesso addotta nelle discussioni sulla scarsità di donne premiate è che, dal momento che i Nobel vengono spesso attribuiti a persone che si trovano in una fase avanzata della propria carriera, la lista dei vincitori è il riflesso di un’epoca nella quale i laboratori avevano una diversità di genere ancora inferiore di quella attuale. Vale la pena notare che l’età dei vincitori è andata aumentando. Tra il 1931 e il 1940 l’età media dei vincitori del Nobel per la fisica era di 41 anni. In questo decennio è stata di 68.
Ci sono anche state critiche al fatto che i premi vengano attribuiti con pregiudizi occidentali, visto che oltre l’81 per cento del numero totale dei vincitori dal 1901 proviene da Stati Uniti, Canada ed Europa. L’Africa è la regione che ne ha di meno: solo 17, di cui solo sette non sono sudafricani.
Ci sono stati più vincitori di nome John che africani.
Ci sono mai stati premi attribuiti per motivi che poi si sono rivelati sbagliati?
Uno dei casi più evidenti è quello di Johannes Fibiger, che vinse il premio per la medicina nel 1926 per “la sua scoperta del carcinoma nello spiroptera”. Fibiger scoprì un minuscolo verme parassita che, concluse, provocava il cancro allo stomaco nei roditori, ma in seguito si scoprì che gli animali avevano problemi alla pelle causati dalla mancanza di vitamina A. La sua scoperta venne considerata “il più grande contributo alla medicina sperimentale” dell’epoca, ma in seguito fu dichiarata “una delle principali sviste nella storia dall’istituto Karolinska”.
Un’altra scelta pesantemente criticata è stato il premio per la fisiologia o la medicina attribuito nel 1949 al neurologo portoghese António Egas Moniz per il suo sviluppo della lobotomia prefrontale, una procedura in seguito discreditata e vietata, ma solo dopo essere stata imposta a decine di migliaia di pazienti.
Ci sono poi premi che, col senno di poi, appaiono piuttosto bizzarri. Nils Gustaf Dalén ha vinto il premio per la fisica nel 1912 per aver inventato un nuovo tipo di valvola per i fari che spegneva automaticamente il segnale luminoso all’alba. Una manna per i guardiani del faro, ma una scelta poco azzeccata, visto che Einstein aveva appena elaborato la teoria della relatività.
Il comitato del premio per la pace ha probabilmente il compito più duro, poiché nomina la persona o l’organizzazione che “più ha lavorato o ha fatto il lavoro migliore per la fratellanza tra le nazioni e l’abolizione o riduzione degli eserciti permanenti e la formazione e la diffusione di congressi di pace”. Molti hanno criticato, ritenendolo assurdamente prematuro, il premio dato a Barack Obama, nominato 12 giorni dopo aver assunto l’incarico di presidente. Il premio del 1991 ad Aung San Suu Kyi è stato oggetto di controversie dopo che questi si è dimostrata incapace di fare alcunché per la persecuzione dei musulmani rohingya da parte dell’esercito birmano. Gandhi non ha mai ricevuto il premio Nobel per la pace, nonostante sia stato nominato cinque volte e che alcuni decenni dopo, nel 2006, un comitato del Nobel abbia dichiarato la cosa la “più grave omissione nei 106 anni di storia” dell’organizzazione.
Accade mai che i premi creino dei problemi?
Le controversie abbondano. Quando l’allora segretario di stato degli Stati Uniti, Henry Kissinger, ha ricevuto il premio per la pace nel 1973, due membri norvegesi del comitato per il Nobel si sono dimessi in segno di protesta. Kissinger aveva ordinato il bombardamento di Hanoi mentre stava negoziando il cessate il fuoco.
Il premio per la pace conferito allo scrittore e attivista dei diritti umani cinese Liu Xaiobo ha scatenato una crisi diplomatica tra le infastidite autorità comuniste e la Norvegia.
Il premio per la medicina del 2008 avrebbe dovuto essere il più bel momento della vita del virologo tedesco Harald zur Hausen. Ma il premio, attribuito per la sua scoperta del fatto che il papilloma virus (hpv) provoca il cancro della cervice, è stato messo in ombra da un’idagine anti-corruzione della polizia svedese sui legami tra la casa farmaceutica AstraZeneca, che possedeva un’importante partecipazione nei vaccini contro l’hpv, e due membri del comitato di selezione del premio per la medicina (alla fine non è stata sporta alcuna denuncia).
La regola di avere al massimo tre vincitori nei premi per la scienza e l’economia è stata criticata perché promuove il mito del genio solitario. Ci sono anche persone che ritengono che il premio sia talvolta andato alle persone sbagliate. Nel 2003 il medico statunitense Raymond Damadian ha fatto pubblicare annunci a piena pagina in vari giornali per denunciare la “vergognosa” decisione d’ignorare i suoi contributi agli sviluppi della risonanza magnetica, per i quali sono stati premiati Paul Lauterbur e sir Peter Mansfield. Altri la prendono con più filosofia. Jocelyn Bell Burnell, ignorata nonostante la sua scoperta del quasar, ha dichiarato al Guardian la sua convinzione di “aver tratto un grande beneficio dal non aver ottenuto un premio Nobel”, poiché da allora ha vinto un premio quasi ogni anno, una cosa “molto più divertente”.
Cosa succede durante la cerimonia?
Provate a immaginare un grande sfarzo, una famiglia reale e un tocco di follia. I premi vengono consegnati ai vincitori il 10 dicembre, l’anniversario della morte di Nobel. Quelli per scienza, letteratura ed economia vengono consegnati dal re di Svezia a Stoccolma, mentre il direttore del comitato per il Nobel norvegese consegna il premio a Oslo.
Tenendo in mano i diplomi e le medaglie, i neovincitori si dirigono poi verso un banchetto. A questo punto cominciano a risuonare il suono delle trombe e quello potente dell’organo, si prosegue con brindisi, musica, danze e discorsi, scorrono fiumi di champagne e arrivano vassoi pieni di cibi prelibati come cupole di rombo, gelatina di zucca, mosaici di faraona, schiuma di crescione, torta pithiviers di patate, nuvole di frutta e sfoglia di riso fritta.
Per passare il tempo non manca l’intrattenimento. Lo scorso anno il Balletto reale svedese, opera e orchestra, si è esibito in uno spettacolo in quattro atti sul tema del coraggio. Nel 2015 la cantante svedese Anna Ternheim ha cantato il tema della solitudine facendosi accompagnare da un ottetto d’archi e una sega musicale, seguita da un altro cantante cui si è unito un musicista che suonava l’arpa laser.
Nel 2012 sono stati degli acrobati a rubare la scena. Quelli di Cirkus Cirkör si sono esibiti in uno spettacolo in tre atti ispirato alla domanda: “È possibile tessere la pace?”. Sicuramente sì, secondo il programma del banchetto, nel quale si leggeva: “Nessuna persona è mai troppo piccola per partecipare a un lavoro di tessitura della pace su scala mondiale”.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian.