Alessandra Ghisleri
Qualcosa sta cambiando. Alla fine del primo trimestre di quest’anno l’attualità ha modificato l’ordine delle priorità degli italiani. Sollecitati a fornire più di una risposta per indicare liberamente quale sia oggi la vera emergenza dell’Italia, 1 cittadino su 2 (48,6%) ha puntato il dito su inflazione e aumento dei prezzi e 1 su 4 (24,8%) sulle tasse che strozzano le aziende e le famiglie italiane. In queste risposte non troviamo la vera novità, del resto i dati Inps e Istat 2021 hanno indicato che l’80,2% ha un Isee inferiore ai 20.000 euro e il 57,5% inferiore ai 10.000 tra i 10,1 milioni di famiglie che lo compilano. I dati del Mef 2022 non si discostano dai precedenti facendo emergere che, sui 40,5 milioni di contribuenti, il 56% di coloro che compilano la dichiarazione dei redditi percepisce meno di 1.300 euro al mese e solo il 3,9% ha un reddito lordo superiore a 60.000 euro. In questo scenario il cambiamento nella classifica delle priorità lo si trova alla seconda posizione occupata a gran voce dagli sbarchi degli immigrati e dalla gestione dell’immigrazione nel suo complesso (26,2%). Fino al mese scorso questa voce occupava il fondo della classifica, mentre oggi si pone nuovamente sul – triste- podio avendo scalato tutte le posizioni dopo la vicenda di Cutro e i numerosi sbarchi degli ultimi giorni. La salute e tutti i temi legati alla tutela delle persona sono sempre in pole position (21,7%) e anche la guerra senza una via di uscita (20,6%) rimane alta nel ranking. A seguire gli intervistati denunciano l’evasione fiscale (16,5%), la mancanza di una visione per le nuove generazioni (15.8%), la crisi delle aziende che delocalizzano chiudendo le fabbriche e i loro uffici sul nostro territorio lasciando «a casa» molti lavoratori (15%) e la gestione del Pnrr che, con il suo 13,7% sta scalando la graduatoria. Al decimo posto è tornato il tema della sicurezza (10,4%) che con scippi e microcriminalità è tornato prioritario nelle preoccupazioni degli italiani. Le difficoltà del nostro governo nel farsi ascoltare dall’Europa (9,4%) e nel tutelare gli interessi nazionali si riservano un altro posto di prestigio nella classifica. La gestione del controllo sul reddito di cittadinanza (8,5%) riscuote un buon successo tra le file del centro destra e sicuramente meno attenzione dalle opposizioni. A questo punto dalla tredicesima posizione in poi si trovano la precarietà delle infrastrutture e dei palazzi -strade, scuole, edifici, condomini…- (8,1%), la crisi delle banche (6,9%), la crisi generale della politica nazionale e dei partiti (5,7%), le mancate soluzioni per il bonus 110% (5,4%) e le code e la ricca burocrazia per portare a casa un passaporto (4,0%). Chiudono la classifica i rapporti Usa-Cina con il 3,7%. Tra gli argomenti elencati in maniera spontanea dai nostri intervistati non è emersa alcuna voce che richiami i diritti civili, tuttavia intervistati in maniera diretta su alcuni di questi argomenti i cittadini si sono schierati in maggioranza tra i favorevoli all’adozione per le coppie omosessuali (48,4% favorevoli, 43,0% contrari) e tra i contrari per la pratica dell’utero in affitto (28,1% favorevoli e 57,7% contrari). Osservando le divisioni per elettorato delle tabelle si capisce come le espressioni siano più libere che identitarie. Non si registrano infatti in nessuna fazione politica delle posizioni nette come lo erano in passato. In tutto questo, come un mese fa, il 39% legge ancora una maggioranza di governo unita e coesa nell’affrontare il futuro nonostante le polemiche e i confronti serrati al suo interno. Tuttavia un cittadino su due (48,8%) a oggi vede delle forti tensioni e malumori all’interno dell’esecutivo anche dentro la compagine di governo come tra le file di Forza Italia (36,2%).
Per l’istinto umano essere in uno stato di incertezza è come affrontare le fiamme degli inferi (cit.). Così per alleviare le sofferenze è facile illudersi che le cose siano certe nel momento in cui vengono annunciate. E se i controlli sul reddito di cittadinanza esaltano e uniscono il popolo di centrodestra su tutto il resto i giudizi sono molto più severi. L’indice di fiducia della premier e del suo governo scendono al di sotto del 40,0% rispettivamente al 37,9% e al 35,5%, perdendo tra i 2 e i 3 punti percentuali nell’arco di 15 giorni. Anche Fratelli d’Italia nello stesso periodo, rimanendo sempre il primo partito dopo quello dell’astensione e degli indecisi (35%), smarrisce mezzo punto percentuale. Non va meglio per la nuova leader del Partito Democratico Elly Schlein. «L’antagonista» ufficiale dopo il successo delle primarie, ed essendo passata dal 21,6% del 21 febbraio al 28,4% del 28 febbraio, oggi si attesta al 26,2% perdendo il 2,2%. Il suo partito invece conferma il suo trend positivo con il 20,5% dei consensi.
Mentre sul piano politico il quadro sembra immobile, segnalando solo variazioni di piccole frazioni di decimale, per le leadership le variazioni in negativo sono molto più significative. Le due donne che rappresentano oggi l’epicentro della politica italiana si trovano nella nuova posizione di dover rendere conto ai loro elettori delle loro affermazioni e dei loro atti politici trascorso il periodo idilliaco delle loro parole in luna di miele. Anche Elly Schlein dopo l’entusiasmo dovuto alla sua elezione a segretario del partito, dovrà pianificare le sue posizioni – vedi le armi all’Ucraina, il reddito di cittadinanza, o il piano immigrati -, al di là dei suoi diktat identitari, dopo che la nomina dei due capigruppo al Senato e alla Camera ha già creato qualche malumore tra i suoi. Oggi la necessità di pianificare e realizzare obiettivi a breve scadenza è la spada di Damocle sulla testa di ogni leader politico. Gli italiani si presentano di fronte ai loro partiti di riferimento sempre più liberi – apparentemente- di identificare le loro convinzioni al di fuori di accettazioni cieche e preconcette legate a una linea. Desiderano far conoscere la loro opinione, si sentono fluidi – ormai è di moda- dimostrando che le loro priorità devono essere sempre in sintonia con i loro personali obiettivi. In questo clima è facile perdersi nel vortice della quotidianità e la costante iperstimolazione mediatica facilmente può ingannare il percepito nel definire le giuste priorità.