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Roma
«Il senso di questo documento è chiaro: a ridosso della discussione parlamentare sulla gestazione per altri, c’è un alto rischio di radicalizzazione. Da un lato la destra, con la proposta di “reato universale”, pone male il tema dal punto di vista giuridico. Dall’altro lato c’è il rischio che il Pd si limiti a cassare questo punto, mentre noi vogliamo che non cada l’attenzione nazionale, europea e internazionale su cosa sia davvero la Gpa in termini di violazione dei diritti della donna e dei diritti dei bambini». Silvia Costa, ex europarlamentare e ora membro della Direzione nazionale del Pd, offre una lettura politica del testo che sta raccogliendo centinaia di firme soprattutto tra esponenti dem e di centrosinistra. C’è la necessità di ingaggiare una battaglia di lunga durata contro l’utero in affitto, che non deve restare incagliata nel muro contro muro strumentale cui ci si sta avviando alla Camera. E c’è la necessità di arrivare a un momento di chiarezza dentro il Partito democratico, perché non ci si può «appiattire», spiega Costa, su «diritti adultocentrici e individua-listici ».
Nonostante questo, mantenete la contrarietà alla pdl sul reato universale?
In Europarlamento noi siamo state promotrici, con Patrizia Toia e le socialiste francesi e spagnole, di una risoluzione che spingesse le istituzioni comunitarie ad assumere iniziative internazionali perché la Gpa fosse considerata una violazione dei diritti umani. La proposta di legge di Fdi giuridicamente non tiene e, francamente, sembra più rivolta a non far registrare i minori.
Sul tema delle trascrizioni lei cosa pensa?
Per me il primo diritto del bambino è quello di non nascere come un prodotto e poi essere privato per contratto della madre naturale e delle sue origini. Allo stesso tempo, sono d’accordo con il presidente emerito della Consulta, Giovanni Maria Flick,
quando dice che deve esserci uguaglianza di diritti tra i bambini che sono nati. Attenzione, uguaglianza di diritti tra i bambini, non uguaglianza di diritti tra gli adulti che vogliono essere genitori.
Come concretizza questa distinzione?
Oggi il genitore biologico che ha usato la Gpa può registrare il figlio ma il genitore intenzionale deve fare un procedimento di adozione speciale. La Consulta ha chiesto al legislatore di sanare alcune diversità. Penso una buona mediazione sia quella di accelerare la procedura di adozione speciale ma senza automatismi, mantenendo la valutazione dell’idoneità e, in generale, una valutazione caso per caso. Proprio nel superiore interesse del bambino.
Molte personalità di centrosinistra e di sinistra stanno firmando questo documento. Eppure sembrano non riuscire a incidere sulla linea politica del Pd. Perché?
Intanto è doveroso e utile che tante personalità si esprimano apertamente, il centrosinistra deve sapere che c’è questa forte sensibilità e questa radicata posizione. Perciò il testo lo abbiamo mandato anche ai capigruppo. Ciò che unisce i firmatari è trovare forme di mediazione tra diversi diritti ma mantenendo fermo il “no” alla Gpa.
Insisto: nonostante questa forte pressione dentro il Pd, la linea sul tema non è chiara.
Ho chiesto nella Direzione del Pd che ci fosse un luogo in cui serenamente confrontarsi su questo tema. L’hanno chiesto anche i parlamentari. Io penso che davvero rischiamo di appiattirci su diritti adultocentrici e individualistici. Ma non è questa la risposta di una sinistra che cerca di mettere in relazione diritti e responsabilità. Così si perde la concezione relazione dei diritti e soprattutto rischiamo di perdere una antropologia culturale che il partito ha provato a coltivare, mettendo insieme il meglio
delle culture costituzionali.
Il documento arriva dopo la sconfitta del Pd alle amministrative. È un messaggio?
Constato che nelle uniche città vinte i sindaci erano persone di centrosinistra, riformiste e anche cattoliche. Bisogna interrogarsi di più nella nuova dirigenza sulla necessità di restare fedeli alla cultura originaria del Pd. In un momento di grande smarrimento, oggi si riesce a guardare con fiducia al futuro e alla politica se si vedono ancora in campo culture forti, solide. La cultura politica di ispirazione cristiana può essere un elemento di fiducia per gli elettori. La proposta di un “nuovo umanesimo” a mio avviso può essere una risposta migliore di un radicalismo individualista.
Insomma lei chiede un bagno di realtà…
Le primarie ci hanno restituito un partito spaccato a metà. Il collante possono essere le priorità reali che sentono le persone. Già nella precedente segreteria si è cercati un’identità improbabile attraverso questi temi. Attenzione a non sbagliare le analisi, altrimenti poi sbagliamo le ricette.
Marco Iasevoli