Differenziata, quanti errori nei cassonetti “Per limitarli più controlli a campione”
diAlessandro Di MariaImbottiture lasciate così, sul marciapiedi, appoggiate a un muro, senza alcun cartello di ritiro. Cassette di legno buttate insieme a imballaggi e plastica. E per finire giocattoli e plastica nell’indifferenziato. Siamo in zona Ponte Rosso, piazza della Vittoria e via Cadorna, solamente alcuni giorni fa. Altro quartiere: in via dei Della Robbia ci sono quotidiani buttati nel cassonetto dell’organico e bottiglie di plastica gettate nella campana del vetro. Sempre nei giorni scorsi. Errori su errori, a volte inconsapevoli, a volte per inciviltà, come probabilmente in questi esempi appena citati.
Sulla raccolta differenziata c’è ancora da lavorare, gli sbagli ci sono e tutto questo alla fine ha un costo per Alia, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Firenze e in altri 57 Comuni della Toscana centrale. «La situazione è migliorata rispetto allo scorso anno, il dato è tutto sommato positivo — spiega Alessandro Canovai, direttore area business di Alia — però tutto questo ha un costo per poterli smaltire». E con l’obiettivo di migliorare gli errori, Alia vuole aumentare i propri sforzi sui controlli a campione per capire dove e come si sbaglia di più, passando dai 1.500 test a campione annui attuali a quintuplicarli per arrivare a 7.500.
I numeri raccontano che Firenze va peggio rispetto alla media degli altri Comuni controllati da Alia. Allo stato attuale, le analisi mostrano che gli errori legati al conferimento dei cittadini sono relativamente limitati nelle frazioni di carta e cartone, vetro e organico: sotto la soglia del 3% sul territorio, con un incremento di un punto percentuale nel Comune di Firenze, che tocca quindi il 4%, dove il servizio è gestito con oltre 12.000 cassonetti stradali e la raccolta porta a porta nelle aree collinari. I problemi aumentano per le frazioni di imballaggi leggeri, come plastica, metalli, tetrapak e polistirolo, dove la qualità del materiale è più bassa: in questo caso l’errore neiComuni gestiti da Alia è compreso tra il 20% e il 30%, mentre a Firenze arriva intorno al 35%. « Il concetto di imballaggio probabilmente — prosegue Canovai — non è così immediato come quello di plastica. L’utente quando arriva al cassonetto deve porsi la domanda: “ è un imballaggio?”. Se sì va riciclato » . Gli errori per gli imballaggi risultano più alti anche perché la presenza di materiale non conforme nella raccolta si misura in percentuale. Questo significa che nelle frazioni a minor peso specifico, come gli imballaggi in plastica, anche solo un oggetto più pesante ( organico o indifferenziato) può avere un impatto significativo sulla percentuale di impurità. Non a caso Alia anche nell’ultima campagna ha lanciato il claim “ Non liberarti a caso del tuo imballo, in ballo c’è il futuro del pianeta”. Proprio con l’obiettivo di migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio.
Ma quali sono gli errori più comuni? Quelli che vengono fattiin buona fede. « Nel vetro, per esempio, l’errore più comune è quello di buttarci oggetti in ceramica, che invece vanno messi nell’indifferenziato oppure vanno portati nei punti raccolta. Poi un altro nemico del vetro sono i bicchieri in cristallo, che pure vanno buttati nell’indifferenziato ». Altro sbaglio che viene spesso compiuto è quello di buttare via un contenitore con ancora dentro il prodotto, come per esempio la bottiglia di plastica di acqua, che se è ancora piena non va quindi buttata nella plastica.
A generare confusione possono anche essere le regole e i colori dei contenitori che in Italia variano a seconda dei territori. Ma per evitare di sbagliare, nel caso uno si trovi nel dubbio di non sapere dove buttare un oggetto, la tecnologia può arrivare in suo aiuto: « Se qualcuno ha un dubbio nella nostra app c’è scritto dove vanno buttati i vari oggetti. Altrimenti, se il dubbio persiste, l’oggetto va messo nell’indifferenziata» conclude Canovai.