di Ernesto Ferrara
Quattromila residenti in meno in 8 anni, tra il 2014 e il 2022. Da 41.427 a 37.494, come dire più di uno al giorno sparito dai registri anagrafici comunali. Una flessione del 10,5% concentrata in un piccolo ma molto significativo spicchio di città, l’area Unesco. Qui tra i monumenti e i trolley, mentre l’invasione di Ncc e risciò per turisti è all’acme estivo, la residenza sta fuggendo più che altrove. Nel resto della città nello stesso periodo è calata sì, ma molto meno, del 2,67%, passando da 377.300 a 367.500 a fine dicembre scorso (a fine giugno 2023 sono anche meno: circa 366.700). È una delle motivazioni forti con cui Palazzo Vecchio giustifica la pluriannunciata manovra anti- Airbnb il cui iter è partito martedì scorso in giunta. E anche questa è una piccola- grande svolta perchè per anni il Comune ha a lungo negato che accanto al boom delle locazioni turistiche e del mangificio stava fuggendo la residenza dal centro.
Nel documento preliminare di variante urbanistica approvato ora Palazzo Vecchio mette in fila i dati del mega aumento degli affitti brevi nell’ultimo decennio denunciando la gentrificazione e citando “ Inside Airbnb” e le ricerche degli esperti di “airification” Romano e Celata. Il blocco degli Airbnb in centro è inquadrato proprio con l’idea di salvaguardarne l’identità privilegiando la locazione per la residenza, che è calata, e non quella per turisti, che è esplosa (7.500Airbnb in centro, 10.600 in tutta la città). Airbnb solo causa e non anche conseguenza di un’emorragia di residenti che di certo ha anche altre cause, dai parcheggi introvabili ai servizi spariti ai super prezzi? Sia come sia, Palazzo Vecchio stabilisce ora che per stoppare gli affitti brevi due sono gli articoli del Regolamnto urbanistico da modificare, il 19 e il 65 delle cosiddette Nta. Col primo si stabilisce una sottocategoria del residenziale per uso affitto turistico con la seconda la si vieta in area Unesco. Da quando? Al più tardi settembre. Resisterà al Tar una mossa simile? Gli stessi estensori della variante comunale ammettono che l’unica chance di agire a livello locale sulle locazioni brevi in assenza di legge nazionale è quella « seppur di grana estremamente grossolana» di concentrarsi sul limitato ambito Unesco. Palazzo Vecchio ha raccolto pareri preliminari e informali positivi, tra cui quello dell’amministrativista Duccio Traina. E però un altro amministrativista, Cino Benelli, che segue l’associazione di proprietari fiorentini host “ My guestfriends”, fa già notare che la norma comunale per come è concepita non solo taglia fuori gli affitti brevi nelle abitazioni ma anche residenze d’epoca e bed and breakfast, lasciando di fatto posto ai soli alberghi esistenti (quelli nuovi sono vietati in area Unesco già dal Ruc del 2015). Il problema è che in questo interregno l’assalto sta proseguendo. Siccome i privati proprietari di case in ar, ea Unesco hanno capito che sta per piombare la scure sugli affitti turistici e che da quando sarà operativo il blocco nessuno più potrà registrare appartamenti all’elenco comunale degli affitti turistici, c’è la corsa a segnarsi. Da una parte sono “emersioni”, persone che già affittavano sulle piattaforme ma non erano iscritte al registro comunale ( rischiando una multa fino a 1.500 euro), dall’altra sono proprietari che non vogliono perdere la possibilità di farlo un domani e si swgnno per non svalutare l’immobile. Sono davvero tanti: 1.870 nel giro di un mese e una settimana, hanno verificato in Palazzo Vecchio.