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24 Novembre 2022In primavera attesa una nuova ondata di arrivi. Ma mancano gli alloggi. Accompagnati dalla console Ragini Gupta una decina di direttori di università americane ha fatto un sopralluogo presso il polo dove è progettata una struttura di ospitalità privata
di Ilaria Ciuti
Cercano casa. Sono tanti, sempre di più, a volte devono perfino scegliere un’altra città per frequentare la loro università: a Firenze non c’entrano più. Sono gli studenti Usa che spariti o quasi in epoca di pandemia, hanno subito ripreso la strada verso Firenze e le sue quaranta università americane ( 50 in Toscana), fin da quando si sono riaperti i voli. Triplicando sui primi arrivi già in autunno fino far pari con il 2019 e lasciando ora prevedere una sensibile crescita nella primavera del 2023, come spiega Fabrizio Ricciardelli, direttore della Kent University di Firenze e presidente nazionale di Aacupi, l’associazione delle università americane d’Italia: 150 in tutto di cui l’80% tra Firenze e Roma, 38 mila studenti Usa l’anno in tutto, di cui 15.000 solo a Firenze. Così ieri Ricciardelli e una decina di direttori delle università Usa, incoraggiati dalla console Ragini Gupta che li ha guidati sul posto, sono andati a cercare eventualmente casa per i loro studenti anche alla Manifattura Tabacchi, in virtù dell’invito ricevuto per andare a vedere i locali dello studentato progettato in uno degli edifici del complesso. Un invito proveniente dalla Manifattura Tabacchi Development Management srl, la società che gestisce il progetto di rigenerazione della Manifattura Tabacchi delle Cascine messo in atto da Cdp e Aermont Capital e che ormai stacominciando a darsi da fare anche in previsione della fine dei lavori. Lo studentato dovrebbe essere pronto per settembre 2024, ma gli studenti Usa si organizzano con largo anticipo.
La Manifattura è bella, l’intervento di rigenerazione urbana tra i più notevoli del momento anche nel paese, ci sono già, di giorno, gli studenti del Polimoda, ma non sarà mai un campus di studenti isolati dalla vita reale della città, come Ricciardelli vorrebbe evitare, ma una comunità dove abiteranno famiglie e funzioneranno attività economiche e ricreative. Perfetto? « Beh, questo lo vedremo. Comunque noi ci interessiamo a priori di tutte le offerte di abitazione, nessuna esclusa. Tanto è l’affanno della questione abitativa che, se non si risolverà, ci impedirà di promuovere la continua crescita potenziale degli studenti americani in città». La chiave di svolta saranno come sempre i soldi. «Io ho sempre sognato per i miei studenti un appartamento da cui immergersi nella vita cittadina piuttosto che uno spazio dedicato esclusivamente a loro — dice Ricciardelli — Ma siccome vedo che il mercato fiorentino gira sempre più verso gli affitti turistici piuttosto che a cittadini temporanei come gli studenti, bisogna essere aperti anche a altre soluzioni e così ho recuperato anche l’idea degli studentati purché lo siano davvero e non alberghi per persone abbienti. Dunque tali da fare delle convenzioni per prezzi calmierati, quando si tratta di studenti che, ovviamente, non possono pagare 80, 90 o 100 euro a notte che adesso chiedono, per di più per diversi mesi».
Intanto il dato di fatto è che i ragazzi americani che tra tutte le mete europee preferiscono l’Italia, in particolare Firenze: ma perché? «È famosa, è stata fin dall’inizio mitizzata in Usa per via del Rinascimento. Non solo per l’arte, ma soprattutto per il messaggio politico democratico del Rinascimento considerato come motore della giovane democrazia americana», risponde Ricciardelli. Altro motore dell’entusiasmo giovanile per venire qui, spiega sempre il presidente di Aacupi, «il fatto che da Firenze, con il sostegno dell’amministrazione tramite l’assessora all’università, Titta Meucci, siamo riusciti a arrivare al governo e conquistare per gli studenti che fanno capo a Aacupi la possibilità di restare 150 giorni senza bisogno di permesso di soggiorno, ma con una semplice dichiarazione di presenza ». Manca solo la casa.