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15 Aprile 2025Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di sicurezza con toni drammatici. Si evocano città blindate, pattuglie ovunque, ordine da ristabilire. Ma dietro questa narrazione, una domanda resta inevasa: cosa sta realmente accadendo?
È legittimo che i cittadini chiedano attenzione. Ma lo è altrettanto pretendere che il dibattito si fondi su fatti, non su suggestioni. Perché la sicurezza non è una percezione da cavalcare, è una responsabilità da governare con serietà.
Mentre si moltiplicano i proclami, mancano i dati. Quali reati sono stati commessi? Da chi? Con quale frequenza e in quali contesti? Senza queste informazioni, l’allarme appare più costruito che reale. E rischia di generare confusione, paura, diffidenza.
In questo contesto, le parole del coordinatore provinciale di Forza Italia, Alessandro Pallassini, risultano gravi. Affermare che Siena sia ormai una città in balìa della delinquenza, “alla stregua di tante altre”, significa dipingere un quadro drammatico senza portare alcuna evidenza. È un modo di intervenire che non chiarisce, non aiuta, non risolve. Alimenta soltanto insicurezza.
Ancora più delicato è il riferimento costante a gruppi di cittadini stranieri come elemento da sorvegliare. Si introduce così, in modo surrettizio, l’idea che l’origine possa costituire di per sé un fattore di pericolo. È una scorciatoia pericolosa, che anziché rispondere a problemi concreti, alimenta divisioni e stereotipi.
La sicurezza è una cosa seria. Si costruisce con presidio del territorio, ascolto, prevenzione, interventi sociali e risposte equilibrate. Non si ottiene né con la retorica, né con proclami buoni solo per fare rumore.
Chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe parlare con responsabilità, non con slogan.
Chi fa informazione dovrebbe distinguere tra realtà e percezione.
E chi vive in questa città ha il diritto di sentirsi sicuro, ma anche di non essere intrappolato in una narrazione che esaspera, divide e spaventa.
La sicurezza non ha bisogno di proclami. Ha bisogno di buon senso, competenza e visione.
(P.P.)