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24 Ottobre 2022Il 29 marzo 2007, verso la fine del suo secondo mandato a capo della Russia, Vladimir Putin visita la città di Kaluga, duecento chilometri a sud-ovest di Mosca. È diretto alla casa-museo di Konstantin Ciolkovskij, filosofo e inventore che trascorse gran parte della vita proprio in quella città, tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento.
Sin dai tempi del comunismo questo personaggio stravagante è ritenuto l’antenato della conquista spaziale sovietica e il nonno spirituale di Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio. In effetti Ciolkovskij ha immaginato alcuni razzi nei minimi dettagli. Il museo conserva diversi modellini realizzati da questo autodidatta geniale. La sua pronipote, Elena Timošenkova, regala al presidente due opuscoli dell’inventore che risalgono agli anni Venti. Uscendo dal museo, Putin esprime una riflessione filosofica: «Come diceva il nostro grande compatriota, i razzi non sono fini a se stessi, perché il fine è migliorare la vita della gente, renderla felice. Così parlava Ciolkovskij». Qualche mese dopo, il 6 novembre, il presidente firma un decreto per creare in Russia una nuova base di lancio spaziale. Lo scopo è sostituire quella vecchia, il famoso cosmodromo di Bajkonur, che dopo la dissoluzione dell’Urss si trova in Kazakistan.
Il 12 aprile 2013, all’inizio del terzo mandato presidenziale, mentre si prepara a scatenare un’offensiva ideologica conservatrice e antioccidentale di proporzioni mai viste, Putin visita il cosmodromo di Vosto?nyj, all’epoca in costruzione. Vosto?nyj si trova nell’oblast’ dell’Amur, nel sud-est della Siberia, ad appena un centinaio di chilometri dalla frontiera cinese; il cosmodromo è uno dei grandi progetti strategici della nuova Russia dalla potenza disinvolta, decisa a vendicare l’umiliazione che ritiene di aver subìto dopo il crollo dell’Unione sovietica.
Anche in occasione di questa visita Putin tiene un discorso che suona abbastanza sorprendente in quell’atmosfera di rivalsa. Sottolinea la natura filantropica e progressista della conquista dello spazio: «Sono felice di trovare nel cosmo un ambito di cooperazione in cui si possano dimenticare tutte le difficoltà delle relazioni internazionali e stabilire contatti in maniera più feconda, grazie a tecnologie avanzate, senza pensare a nessun problema, concentrandosi piuttosto sul futuro dei nostri Paesi e dell’umanità».
Questa visione ottimista e pacificatrice della storia umana non è farina del suo sacco. È frutto della mente esaltata di Ciolkovskij, vissuto nella casa di Kaluga visitata da Putin. In effetti, secondo il presidente: «Una delle prime persone a occuparsi di questi problemi nel nostro Paese, e anzi nel mondo, fu Ciolkovskij. Non abbiamo nessun abitato che porti il suo nome. Qui non verranno costruiti solo un cosmodromo e una base di lancio, ma anche un centro di ricerca e un’intera città. Penso che sarebbe giusto, dopo aver consultato gli abitanti, chiamare Ciolkovskij questa città del futuro».
Un anno e mezzo dopo, tuttavia, un nuovo decreto presidenziale dà ufficialmente il nome di Ciolkovskij a un abitato preesistente, una delle cosiddette città chiuse che verrà ricostruita, visto che quasi l’85% dei locali si è dichiarato favorevole a ribattezzarla. Quanto alla città in costruzione, se ne sa poco, e così pure della base, che però mentre scriviamo non è ancora in grado di sostituire Bajkonur.
Una cosa è certa: rendendo più volte omaggio a Konstantin Ciolkovskij (1857-1935), Putin mira a elaborare una visione strettamente russa della conquista dello spazio. Analizzando le sue frasi è facile capirne i sottintesi: gli americani, additati sempre più apertamente come i principali avversari della Russia, esplorano lo spazio a fini egoistici e per soddisfare la propria volontà di potenza; i russi, invece, lo farebbero per il bene comune dell’umanità. Come in ogni altro ambito, Putin, tramite la penna dei consiglieri che gli scrivono i discorsi, critica l’atteggiamento calcolatore e dominatore degli Stati Uniti, per far risaltare invece l’idealismo, la generosità e l’eroismo sacrificale della Russia, nella sua incarnazione sovietica, zarista o putiniana.
Ma se il presidente russo avesse studiato un po’ meglio le opere di Konstantin Ciolkovskij, che cita così volentieri, avrebbe forse esitato a dare il suo nome a una città. Questo scienziato autodidatta, infatti, rientra in un movimento filosofico quantomeno insolito: il cosmismo. È vero che secondo Ciolkovskij la conquista dello spazio ha lo scopo di rendere felici gli esseri umani, come ripete ingenuamente Putin. Se Ciolkovskij promuove l’esplorazione dei pianeti, tuttavia, è probabilmente per colonizzarli, perché l’umanità è destinata a vivere in eterno e a popolare tutto il cosmo.
La cosa più sorprendente è che a 10.000 chilometri da Kaluga, in quell’America arrogante e ossessionata dai soldi stigmatizzata da Putin, qualcun altro cita Ciolkovskij. Anche stavolta è uno degli uomini più potenti al mondo, nonché uno dei più ricchi. Si tratta di Elon Musk, creatore dell’automobile Tesla e, nel 2002, di SpaceX, azienda che mira a dominare la nuova conquista dello spazio, per esempio progettando di colonizzare Marte. Il 10 marzo 2018 Musk interviene a una tavola rotonda dedicata alla serie fantascientifica Westworld. Dopo essere stato acclamato come una rockstar, dichiara: «Nel mondo succedono di continuo cose tremende ma non si può passare la vita a risolvere un problema sgradevole dopo l’altro. Dobbiamo avere qualcosa che ci ispira, che ci fa alzare con gioia la mattina e ci rende felici di appartenere all’umanità».
Per sottolineare l’idea e giustificare il suo progetto di conquista dello spazio, aggiunge poi: «Konstantin Ciolkovskij ha detto: “La Terra è la culla dell’umanità, ma non si può vivere per sempre nella culla”. È ora di partire alla conquista delle stelle, di ampliare lo spettro della coscienza umana. Tutto ciò mi sembra incredibilmente entusiasmante e mi rende felice di essere vivo, spero che anche voi tutti vi sentiate così» conclude Musk.
L’imprenditore più bizzarro e il capo di Stato più controverso che ci siano al mondo fanno riferimento alla stessa persona. Non stupisce allora che i due possano aver voglia di parlarsi a tu per tu.