Josephine Baker – J`ai Deux Amours
15 Luglio 2022La fissazione porta all’omologazione
15 Luglio 2022La serata Tappa dopo tappa, lunedì nove pit stop a Sesto al quartiere di Colonnata, per narrare le storie degli operai della fabbrica di Doccia, delle loro case e le lotte sindacali con tre performance teatrali
C’è un patrimonio umano che in pochi conoscono intorno a quello materiale della fabbrica e del museo Ginori. Tre secoli di storia e storie, di famiglie, di operai-artigiani, di agglomerati di case sorti intorno alla fabbrica, di lotte sindacali sul sellino di una bici, di asili, di mulini, di gruppi di acquisti solidali ante litteram , di chiese di quartiere e di quartieri, e, infine, di vicende che parlano di solidarietà e vita, quella vissuta intorno alla comunità della fabbrica fondata nel 1737 da Carlo Ginori. Con i suoi buchi neri e il suo senso di appartenenza.
È un tesoro immenso e sarà reso pubblico per la prima volta lunedì sera durante una passeggiata teatrale che farà tappa in nove luoghi-simbolo della storia della manifattura di Doccia: due turni con partenza alle 19 e alle 20.45, entrambi gratuiti ma per cui è obbligatoria la prenotazione al sito http://bit.ly/palco22. A farci da guida Oliva Rucellai, capo conservatrice del museo e Rita Ballani sua vice, ad organizzare le tappe teatralizzate Alessandra De Rosa e Andrea Bruni dell’associazione Culturale Zera che intanto stanno lavorando a un docu-film nel quale il prossimo anno sentiremo dal vivo le voci degli ultimi operai della storica sede di Doccia della fabbrica Ginori. Alcuni ci sono già: sono dei vecchietti che si chiamano Franco, Marcello, Giorgio, li abbiamo visti in un trailer che anticipa il film. Ma torniamo a lunedì: insieme — le due conservatrici del museo e quelli dell’Associazione Zera — hanno messo su, anche grazie al contributo di Publiacqua, un progetto bellissimo che si chiama Il cuore nelle mani e che intende fissare nella nostra memoria quello che fino a oggi è solo una patrimonio orale.
La seconda sosta è alla Chiesa di San Romolo a Colonnata: «Un posto per noi importantissimo — aggiunge Oliva — perché conserva un bellissimo altare in porcellana del 1783, un croc ifisso del 1750 e una fonte battesimale in maiolica del 1927, tutti nati dalla mani di quella gente». Qui si terrà anche la prima performance teatrale: dedicata a Giusto Giusti raffigurato in effigie da un busto, mette in scena la storia di questo chimico in forze alla Ginori, morto giovanissimo dopo aver dato un notevole contributo alle ricerche chimiche promosse dal proprietario. Il suo impegno gli procurò un premio all’Expo di Parigi del 1855 e anche la prematura morte.
Terzo stop in via della Barbottina (la toponomastica non è casuale: il nome deriva da un legante liquido ottenuto dall’impasto di acqua e argilla) dove nel 1935 i Ginori fecero costruire un asilo — l’Augusto Ginori — chiamando per progettarlo l’architetto Raffaello Fagnoni lo stesso che ha firmato l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze. Poco più avanti pausa nel piccolo giardino della via: sarà il luogo dove la narrazione virerà verso l’evoluzione dell’enclave Ginori i quali ebbero modo di far costruire anche dei mulini ma che non sarebbero riusciti, nel tempo, a evitare la lottizzazione di un’area che solo in parte ha mantenuto l’allure di allora. Prima di spostarsi alla tappa d’obbligo, quella nell’ex fabbrica di Doccia — una parte della quale è oggi sede della Biblioteca di Sesto e dove si visiterà la grande sala affrescata nel 1754 con le allegorie degli elementi utilizzati in fabbrica da Vincenzo Meucci e Vincenzo del Moro — si attraverserà il viale XX Settembre, lunga strada alberata via d’accesso ottocentesca alla fabbrica. Le altre due performance metteranno in scena due momenti molto significativi della storia operaia.
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