
UniCredit e Banco Bpm: un’ops con poche chance
29 Aprile 2025
Mediobanca, siluro a Caltagirone: via da Generali per fermare Mps
29 Aprile 2025Il contrattacco di Mediobanca su Banca Generali: la partita è politica e riguarda il governo
Mediobanca ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) sul 100% di Banca Generali. L’operazione comporta la cessione della partecipazione in Generali e l’ investimento in Banca Generali di 6,3 miliardi che saranno pagati con la quota del 13,1% che Mediobanca ha in Generali, il gigante finanziario che detiene la banca. Il progetto è creare un polo dominante in Italia nel settore «Wealth Management», cioè la gestione dei patrimoni e dei risparmi.
Generali ha precisato che l’offerta «non è stata sollecitata né preventivamente concordata». Una risposta arriverà nei tempi previsti dalla legge, una volta analizzata la proposta. Nelle intenzioni di Piazzetta Cuccia l’operazione dovrebbe permette la trasformazione del rapporto con Generali da finanziario a industriale. «Non è un’azione difensiva ma offensiva» ha precisato l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel.
L’affermazione si spiega perché, sempre su Generali, è in corso un’altra offerta, quella lanciata dal Monte dei Paschi di Siena. Ieri, da Rocca Salimbeni a Siena, hanno fatto sapere che l’Ops di Mediobanca non è considerata «un ostacolo». Anzi rafforzerebbe il valore industriale della propria operazione sullo stesso settore che fa gola a Mediobanca: il «wealth management». Una partecipazione definita dall’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio «non cruciale».
Un’altra lettura di quanto è accaduto ieri evidenzia il gioco di potere sottostante all’operazione. La mossa di Mediobanca, infatti, sarebbe stata concepita per proteggere le Generali da un altro gruppo di potere, coalizzato intorno al Monte dei Paschi, nel quale ci sono il gruppo Caltagirone, la Delfin della famiglia Del Vecchio e il ministero del Tesoro che è ancora il primo socio della banca senese. Lo scontro, in effetti, sta avvenendo proprio in Generali e oggi sembra favorire Mediobanca. L’Ops lanciata ieri confermerebbe questo scenario.
Il ruolo del governo non è secondario in questo nuovo episodio del gigantesco risiko in corso in Italia dove si muovono gli imponenti profitti realizzati in questi anni anche dalle banche italiane. Giorgetti & Co. avevano dato la loro benedizione all’operazione di Monte dei Paschi. Poi è arrivata la risposta di Mediobanca. il 13% di Generali è la «preda» che Mps e il governo Meloni, intendono braccare al fine di dare un assetto a Generali, il potere che conta, più simili ai propri desideri.
Questo che stiamo raccontando è anche un gioco di scatole cinesi. Banca Generali, infatti, è detenuta con poco più del 50% da Generali. Giovedì scorso è stato nominato un nuovo consiglio di amministrazione del gigante finanziario di Trieste. Dieci membri su 13 appartengono alla lista presentata da Mediobanca, vincitrice nell’assemblea. Da questi elementi si deduce che le operazioni sono collegate e ci sono in campo strategie che si affrontano senza esclusioni di colpi.
La partita è anche politica nel senso pieno del termine. E il governo è parte in causa. Anche per questo Antonio Misiani (Pd) ha ricordato l’uso del «Golden power» sull’acquisizione di Bpm da parte di Unicredit: «L’esempio più macroscopico dei pasticci del governo. Alcune prescrizioni – come il mantenimento per cinque anni del rapporto impieghi/depositi, la gestione degli investimenti di Anima Holding e la completa uscita dalla Russia – appaiono costruite su misura per Unicredit, senza un collegamento chiaro a esigenze di sicurezza nazionale».