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2 Luglio 2023di Viviana Mazza
Quest’anno il festival Lucca Comics & Games diretto da Emanuele Vietina celebrerà, dal 1° al 5 novembre, il potere della collettività. Il tema-guida è Together, un invito a riscoprire il valore della comunità e della condivisione delle proprie passioni, come fanno i personaggi dei fumetti, delle serie tv e dei giochi che amiamo. Non a caso il poster annuale del festival è stato realizzato da due autori anziché da uno solo. Si tratta dei due fratelli gemelli Asaf e Tomer Hanuka. Tomer vive a New York e Asaf a Tel Aviv. Li abbiamo intervistati (insieme).
Che storia c’è dietro questo poster in cui vediamo la Torre Guinigi di Lucca?
TOMER HANUKA — È una collaborazione tra Asaf, me e Cosimo (Cosimo Lozenzo Pancini, director of art di Lucca Comics, ndr) che ha fatto da timoniere della nave. C’è dietro una narrazione su Lucca e un futuro eco-punk. I ragazzi arrivano a cavallo di un drago per partecipare all’evento nella torre. Volevamo mostrare che esistono diversi modi per stare insieme: ci sono i ragazzi a cavallo del drago; c’è un ragazzo più avanti, che è con loro ma fa qualcosa per conto proprio; c’è una ragazza che sta con il suo gatto pur essendo parte del gruppo. Volevamo evitare l’idea opprimente che per stare insieme si debba per forza essere estroversi e rumorosi. A New York, per esempio, c’è gente molto chiusa e riservata che si siede nei bar con il computer portatile perché ha bisogno di sentirsi parte di una comunità. Asaf, tu che ne pensi?
ASAF HANUKA — Penso che l’idea sia scaturita dall’esperienza mia e di Tomer: siamo cresciuti in Israele nei primi anni Ottanta e non c’era praticamente niente: la tv era in bianco e nero, vivevamo vicino a un’autostrada, in un sobborgo di Tel Aviv che si chiama Ramat Ilan, quartiere residenziale dove la gente torna solo a dormire dopo il lavoro. Tutto era molto grigio, ma noi avevamo i fumetti che nostra zia ci mandava da Los Angeles: X-Men, The Avengers, Spider-Man. Erano molto più interessanti ed eccitanti di qualunque altra cosa intorno a noi e questo è il fascino di vivere nei mondi paralleli e immaginari dei fumetti, delle illustrazioni e dei videogiochi multiplayer. Nel nostro universo, Tomer e io copiavamo fumetti, creavamo personaggi e immaginavamo di passare metà della nostra vita là dentro, anziché nella realtà. Quando la vita è noiosa o banale, la cultura diventa un rifugio. E la fuga nella cultura pop, in particolare, è qualcosa che spesso facciamo insieme con altri.
TOMER — Nel poster c’è una sorta di triangolo formato da tre elementi simbolici: una bandiera, una torcia e una sfera pesante. Sono tre elementi dell’esistenza: vento, fuoco, terra. L’acqua è il mondo verde intorno ad essi. E poi ci sono i colori della tavolozza: il rosso e il verde possono essere puri ma puoi anche mischiarli in variazioni infinite…
Voi lavorate ciascuno per contro proprio — l’uno soprattutto come fumettista, l’altro come illustratore — ma anche insieme. Qual è il vostro approccio a quattro mani?
ASAF — Crescendo avevamo le stesse influenze, poi Tomer è andato a studiare negli Stati Uniti alla Sva (School of Visual Arts, ndr) e io in Francia, quindi la nostra formazione è stata completamente diversa. Io lavoro soprattutto come autore di fumetti e scrittore, Tomer lavora spesso con grosse case di produzione come Sony e Netflix. Io tendo a pensare al disegno come qualcosa a servizio di una storia; Tomer usa la storia per creare un disegno. Quando lavoriamo insieme, prima di tutto discutiamo su che cosa possiamo portare di nuovo su un certo tema. Poi di solito facciamo entrambi alcuni schizzi; a volte io faccio lo schizzo di base e Tomer pensa all’inchiostro e al colore. Questa volta io ho curato lo sfondo, Tomer i personaggi. Poi li ha messi insieme e si è occupato del bilanciamento del colore.
Questo poster fa pensare a una graphic novel che avete realizzato insieme, «The Divine» («Il divino», Bao Publishing). A Lucca ci sarà una mostra di vostri lavori. Che cosa porterete?
TOMER — Porterò alcuni miei lavori dell’ultimo decennio: soprattutto poster di film e copertine del «New Yorker», spero in formato molto grande. Il mio approccio consiste sempre nel cercare un piccolissimo gesto che in qualche modo sia simbolico di un ampio movimento o di un’intera storia. Come in una copertina per il «New Yorker» per San Valentino durante una nevicata storica. O come in un poster per Psyco di Hitchcock in cui mostro Norman, l’assassino, che trascina la sua vittima fuori dal bagno. L’ha uccisa vestito come sua madre, ma è una persona che vuole che tutto sia organizzato e pulito, e quest’ultima è una cosa con cui molti possono identificarsi.
ASAF — E io porterò materiali da un libro autobiografico a fumetti, The Realist, in italiano KO a Tel Aviv, e dal romanzo grafico illustrato che ho fatto con Roberto Saviano, Sono ancora vivo. Porteremo esempi di lavori realizzati insieme, per esempio per Attack on Titan, un manga molto famoso, e magari Il divino. Spero di mostrare anche qualche pagina del mio nuovo libro, che ho appena presentato a Parigi, The Arab Jew («L’ebreo arabo»), memoir a fumetti su nostro nonno, che venne in Israele dal Kurdistan.
TOMER — Come diceva Asaf abbiamo avuto un’infanzia insignificante in Israele, ma fantasticavamo di correre a torso nudo nella giungla. C’era un frutteto vicino casa dove potevamo giocare, ma quando scoprimmo la storia di due gemelli di 9 anni della Birmania che andavano in giro fumando e imbracciando fucili M16 e tutti credevano che avessero dei superpoteri, per noi è stato incredibile (il fumetto Il divino, vincitore dell’International Manga Award, è ispirato alla storia vera dei gemelli Johnny e Luther Htoo, che si unirono a un gruppo guerrigliero in Birmania negli anni Novanta, ndr). Lavorarci è stato come trovarci in una casa di specchi piena delle nostre fantasie».
In che modo il fatto di essere israeliani influenza il vostro lavoro?
ASAF — È un Paese in cui non esiste una cultura dei fumetti. Per quanto mi riguarda ne Il divino si vede l’influenza di Katsuhiro Otomo di Akira, ma anche di Morbius, del francese Jean Giraud, dell’americano Robert Crumb. Sono tutti diversi, ma ciascuno mi ha dato qualcosa e il fatto di essere israeliano e l’assenza di un’identità in questo campo mi consentono di creare una mia tradizione mischiando queste influenze. Qualcosa può sembrarti più francese o più americano, ma per noi ogni cosa è uno strumento, non siamo legati a una scuola specifica. Penso che questo faccia parte di ciò che si può chiamare lo stile israeliano, una miscela di molte influenze.
TOMER — Penso che nel poster di Lucca Comics e ne Il divino ci sia una dichiarazione antimilitarista, un invito a prendere il potere in termini di usanze, di espressione di sé e di colori, ma non per controllare le vite degli altri. Il divino è la storia di un gruppo che combatte contro il più grosso esercito del Sudest asiatico. Anche se hai avuto un’infanzia insignificante in Israele, intorno a te vedi una realtà basata su un’idea molto militaristica di potere, sul «noi contro loro», sull’essere un «vero» uomo e la fantasia è una specie di ribellione contro tutto ciò.
ASAF — Nel campo dei fumetti e della cultura pop in generale, ma specialmente nei fumetti, lavori all’interno di un genere con un codice specifico. Super-eroi, fantasy: sono generi con un loro codice. Quello che cerchiamo di fare è portare un nuovo punto di vista. Così se alcuni fumetti d’azione celebrano la violenza, noi cerchiamo di proporre l’opposto.
Una domanda per Asaf: il suo lavoro è spesso autobiografico. Com’è stato lavorare all’autobiografia di Saviano?
ASAF — Nella vita ci sono problemi e cose difficili da capire: metterli in cronologia, sotto forma di storia in 9 vignette, come facevo ogni settimana per KO a Tel Aviv che inizialmente era una pagina settimanale su un quotidiano, mi ha permesso di prendere in esame ogni volta qualcosa che mi stressava, una piccola crisi o una grossa domanda. Non sapevo come sarebbe andata, ma scrivere è mettere le cose in ordine, creare senso. È dare forma al caos, è stato per me come una cura che ha reso la mia vita migliore. Parlavo di cose personali in modo molto aperto, tutti potevano leggerle. Siccome sono molto riservato, all’improvviso mia madre mi chiamava: «Stai pensando al divorzio? Cosa sta succedendo?». Ho sviluppato un linguaggio di metafore visive: sentivo che le parole e i disegni non potevano esprimere ciò che sentivo e pensavo; il sogno e l’immaginario entrano nella descrizione realistica della vita. Conoscevo Saviano per Gomorra, avevo visto il film, è l’opposto di come di solito si immagina la mafia nella cultura americana. Quando l’ho incontrato, mi è sembrato brutalmente sincero nel modo di raccontare aneddoti del suo passato con multipli livelli di significato, come quando giocava a Subbuteo con suo fratello, dove i calciatori in miniatura sono mossi con le mani. Si presta molto bene alle metafore visive e al mio modo di raccontare, anche se è molto diverso dalla mia esperienza: è vero che quando cresci in Israele c’è violenza nella vita di tutti i giorni — siamo in un conflitto che ci dicono che non finità mai, anche se io spero che un giorno finirà — ma lavorare con Saviano è stato come visitare lo stato mentale di un’altra persona, prestare il mio linguaggio per esplorare la sua coscienza e il suo inconscio. Ho imparato molto da lui. Ora stiamo lavorando a un film di animazione basato su Sono ancora vivo con uno studio di Napoli (Mad Entertainment).
Una domanda per Tomer: l’art book che raccoglie i suoi lavori recenti si intitola «Unknown Pleasures». Perché?
TOMER — È una canzone dei Joy Division. Quando cominci a disegnare e hai davanti una pagina bianca sei attraversato da emozioni, idee, pensi ai colori per tutto il giorno e magari non riesci a dormire. Quando salti dentro, passi dall’emozione all’azione, e speri che il risultato sia meraviglioso, ma non lo sai. È come saltare in una grande piscina nella speranza di non annegare. È una spazio latente, parola molto usata per l’Intelligenza artificiale: è pieno di possibilità e di potenziale, può andare da ogni parte ma non va ancora da nessuna parte. Sono questi i piaceri sconosciuti.
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