Forse anche perché il suo partito lo ha messo al quarto posto
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29 Settembre 2022du Pierluigi Piccini
È abbastanza divertente il tentativo di proiettare i risultati delle politiche del 25 settembre sulle amministrative che si svolgeranno il prossimo anno a Siena. Tuttavia, per marcare la differenza basterebbe solo far presente che l’elettorato non sarà uguale non solo quantitativamente, ma sarà anche di diversa qualità. Ad esempio, non è detto che chi si astiene dal voto alle politiche sia lo stesso che non va a votare per le amministrative. I partecipanti alla prova elettorale sono diversi, probabilmente di più. Inoltre, le liste civiche cittadine non partecipano alle consultazioni nazionali e in compenso i candidati alle amministrative sono personaggi ben conosciuti e strettamente legati al territorio.
In ogni caso, ciò che ha colpito nel voto del 25 settembre – anche a Siena – sono stati i risultati di Calenda e dei Cinque Stelle, che possiamo definire speculari nella critica al Pd: il primo da una posizione liberale, i secondi dal versante sociale. Questi ultimi sono riusciti a sopravvivere con un buon risultato e a cambiare pelle: il partito di Conte è un’altra cosa e va seguito con una attenzione diversa. Da entrambi i versanti, le critiche al Pd hanno messo in evidenza la mancanza di una linea politica chiara, comprensibile da parte degli iscritti e dello stesso elettorato. Problema enorme che va ben oltre lo stesso risultato numerico che non riguarda solo il partito di Letta, ma la credibilità della Sinistra nel suo complesso soprattutto oggi, a seguito dei risultati elettorali. Un partito che sembra essersi smarrito nella esclusiva difesa dei diritti soggettivi, e che ha fatto della critica ai linguaggi l’elemento dell’appartenenza. Eppure la situazione richiederebbe altro e di più: una lettura profonda e una risposta ai bisogni (diritti sociali) e alle trasformazioni sociali. Siamo di fronte a un partito orfano di un congresso ed eccessivamente schiacciato sul Governo Draghi, quando invece sono stati premiati i partiti (Fratelli d’Italia e i Cinque Stelle) che più di altri hanno criticato l’ex presidente del Consiglio. Ma pensare che l’affermazione di Conte e di Azione a livello nazionale possa essere la base di una presenza significativa e organizzata a livello locale è tutto da vedere soprattutto per Calenda, che ha ottenuto un risultato nazionale inferiore alle aspettative e che si trova a gestire un pacchetto di voti e dei seggi che nei fatti sono bloccati, o comunque scarsamente gestibili. Il tentativo macroniano di attrarre almeno delle parti del Centrodestra non è riuscito, per di più ottenendo gli stessi voti di Forza Italia. A poco sono servite le operazioni come quella della Gelmini e della Carfagna. Tutto ciò costringe Azione a rimanere nel recinto della Sinistra, accantonando la possibilità della costruzione di uno schieramento di Centro come unione di una componente progressista con una moderata di Destra. L’unico vero Centro in Italia è finito con la fine della Democrazia Cristiana. Una cosa comunque ad Azione in Toscana è riuscita: quella di aver fatto perdere quasi tutti i collegi uninominali al Pd e c’è da chiedersi se questo sia un fatto positivo.
Insomma, seguiremo gli sviluppi della situazione nazionale e locale. Vedremo che governo verrà fuori e avremo il tempo di giudicarne le scelte da oggi alle elezioni amministrative del giugno 2023. A livello locale possiamo prendere atto che Fratelli d’Italia deciderà chi sarà il prossimo candidato a sindaco, visto anche il ridimensionamento degli altri due partiti di Centrodestra dovuto al trasferimento di voti sempre all’interno dello stesso perimetro, esattamente come avviene a livello nazionale. Il 44% dei consensi ottenuti in questa tornata elettorale dai tre partiti è lo stesso che ottenne Berlusconi nel 2011. Vedremo a questo punto come si comporterà la pattuglia intorno a De Mossi nel caso in cui questi non fosse ricandidato: accetterà di rimanere nel Centrodestra o i singoli componenti prenderanno almeno un parte altre strade? Ci sarà un richiamo dagli antichi “amori”, mai sopiti neppure in questi ultimi anni? Saranno capaci di costruire finalmente qualcosa di diverso dai trasversalismi vecchi e nuovi che bloccano lo sviluppo e il futuro di Siena?