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Alla fine la soluzione è arrivata, dopo settimane di tensioni e una riunione di quattro ore al Nazareno: Eugenio Giani sarà il candidato del centrosinistra alle regionali toscane di ottobre. Non ancora ufficiale, ma di fatto certo. Con una condizione chiara: da oggi si muoverà solo sotto la regia del Partito Democratico e della sua segretaria nazionale, Elly Schlein.
L’armistizio nel Pd nasce così, dopo un confronto lungo e anche teso, necessario per chiudere una frattura che rischiava di compromettere sia l’alleanza regionale sia la strategia nazionale del partito. Il presidente uscente ha incassato il richiamo, si è detto disponibile a collaborare senza fughe in avanti, accettando che ogni passo, compreso il percorso programmatico e la definizione delle liste, sarà condiviso e guidato dalla segreteria nazionale e da quella regionale.
Giani, con la sua esperienza e la forza costruita in questi anni di governo, ha comunque evitato lo scontro frontale. Con pragmatismo ha scelto di rientrare nei ranghi, affidandosi al partito per rafforzare un progetto di coalizione ampio, capace di tenere insieme Pd, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle. Una linea che, seppure con fatica, punta a consolidare quel “campo largo” che Schlein vuole costruire in tutta Italia per battere le destre.
Da parte sua, la segretaria ha ribadito l’obiettivo di alleanze solide e credibili, rilanciando la necessità di programmi condivisi e di rinnovamento, anche per convincere i 5 Stelle, che ancora non nascondono il loro scetticismo su Giani. Ma la strada è ora tracciata: la candidatura di Giani può essere il punto di equilibrio per tenere unita la coalizione, a condizione che non ci siano più colpi di testa.
L’impressione è che la fermezza di Schlein abbia dato una scossa utile al partito, senza umiliare Giani, che si è rimesso in gioco con un passo di responsabilità. Un segnale positivo anche per la Toscana, dove il centrosinistra può ora ripartire con un progetto rinnovato, capace di valorizzare l’esperienza di governo e aprirsi al confronto con tutte le forze del campo progressista.
Restano da superare le ultime diffidenze, soprattutto da parte del M5S, ma l’accordo di massima c’è. E con Giani in corsa e un Pd che ritrova coesione, la sfida elettorale appare ora meno incerta di quanto sembrasse solo pochi giorni fa.