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4 Maggio 2025Mediobanca ha fatto una mossa che potrebbe cambiare la mappa del risparmio gestito in Italia: ha offerto a Banca Generali uno scambio di azioni per prenderne il controllo, mettendo sul piatto parte delle sue quote in Generali, di cui è azionista storico. L’operazione vale 6,3 miliardi di euro e segna la fine di un legame lungo cinquant’anni tra Mediobanca e la compagnia assicurativa triestina.
La mossa ha colto di sorpresa il governo, che non era stato avvisato, ma ora osserva con attenzione. Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, incontrerà esponenti dell’esecutivo a Palazzo Chigi per spiegare le sue intenzioni e rassicurare sulle ricadute. Intanto, anche Monte dei Paschi – di cui lo Stato è ancora azionista – starebbe valutando un’offerta su Mediobanca, complicando ulteriormente il quadro.
Nagel sta cercando l’appoggio dei grandi soci, come Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio) e Caltagirone, in vista dell’assemblea del 16 giugno, dove l’operazione sarà votata. Se andasse in porto, nascerebbe un nuovo gruppo da 210 miliardi di euro nel risparmio gestito. Ma restano da chiarire molti aspetti, tra cui chi guiderà il nuovo soggetto: in particolare il ruolo di Gian Maria Mossa, attuale ceo di Banca Generali, che ha portato risultati brillanti.
Il mercato resta in attesa. I titoli delle banche coinvolte hanno avuto movimenti altalenanti, e gli investitori aspettano le trimestrali di Mediobanca, Mps e Banca Generali per farsi un’idea più chiara. Quel che è certo è che il settore bancario italiano sta vivendo una fase di profonde trasformazioni, in cui la politica vuole avere voce in capitolo.