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5 Agosto 2022News, press
5 Agosto 2022San Casciano dei Bagni (Siena)
diElisabetta Berti
Immaginiamoci un tempio fatto d’acqua calda: vasche su più livelli, colonnati e sedute, altari e strutture sacre con una grande scala, e una sorgente termale che attraverso giochi d’acqua lasciava scendere il getto dalle proprietà curative dentro una vasca votiva piena zeppa di piccoli oggetti preziosi. Doveva apparire più o meno così, molto più monumentale e scenografico di quanto non sia sembrato in un primo momento agli archeologici, il santuario d’età augustea, ma sorto su un precedente esemplare etrusco, dedicato ad Apollo ed altre divinità e rinvenuto due anni fa a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, durante gli scavi condotti da un team internazionale guidato da Emanuele Mariotti. Quello che ha definitivamente preso forma dopo questa ultima campagna di scavo, la sesta, è un contesto che, secondo il coordinatore scientifico degli scavi e docente all’Università per stranieri di Siena Jacopo Tabolli, per ampiezza ed antichità non ha pari in Italia e in tutto il Mediterraneo. Un santuario così grande e ricco di tesori – migliaia le monete romane ritrovate in perfetto stato di conservazione, oltre a quaranta statue e statuette in bronzo, tra cui lo splendido putto di San Casciano – da necessitare un museo apposito per restituire tutte queste scoperte al pubblico che avrà così a disposizione un parco termale archeologico composto da una grande area con gli scavi da visitare e le sale espositive. «Una scoperta davvero eccezionale» la definisce il ministro della Cultura Dario Franceschini, mentre Massimo Osanna, a capo della Direzione generale musei, ha annunciato che sono già stati stanziati i fondi per il museo dedicato al “bagno grande” di San Casciano che avrà sede in un palazzo cinquecentesco del centro storico. Non sappiamo quando inaugurerà ma si tratta comunque di tempi da record se consideriamo che la scoperta risale a solo due anni fa. Nell’estate del 2020 al termine della prima campagna di scavi in concessione al Comune, era arrivata la conferma di qualcosa che ogni cittadino di San Casciano dei Bagni sapeva già per tradizione, per averne sentito parlare dagli anziani del paese, a metà tra leggenda e cultura popolare: cioè che appena fuori dal paese, sotto al “ bagno grande” dove ancora oggi ci si immerge da tutta Italia, in antichità era esistito un santuario di epoca romana legato al culto dell’acqua. Neanche sei mesi dopo i primi ritrovamenti, già di per sé sensazionali, specie per un paese che vive soprattutto di turismo termale, gli archeologi che hanno lavorato per settimane con le gambe immerse nel fango caldo hanno capito che si trattava di qualcosa di molto più grande, un luogo di enorme rilevanza all’epoca della romanizzazione dell’Etruria, dedicato non solo ad Apollo, ma anche ad altre divinità romane. Negli ultimi mesi le ulteriori scoperte. « Non solo sta emergendo tutta l’estensione del santuario, ma anche la sua antichità, con le strutture etrusche che sono di difficile lettura ma che piano piano vengono fuori sotto quelle romane» spiega Jacopo Tabolli. Davvero eccezionale però è la quantità degli oggetti votivi ritrovati: un utero in bronzo risalente agli anni tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero, « rarissimo perché di solito sono di terracotta » , spiega il professore. E poi un orecchio in bronzo che un certo Aulus Nonnius aveva dedicato agli dei per ringraziarli della guarigione, una gamba e persino un rarissimo pene, sempre in bronzo. Ci sono anche le monete. «L’acqua le ha mantenute esattamente come erano il giorno in cui sono state gettate nella vasca, quindi sono in perfetto stato » spiega Tabolli, « alcune sono serie imperiali rarissime. Inoltre abbiamo riconosciuto momenti in cui non è stato il singolo fedele, ma è la corte imperiale stessa che ha gettato centinaia di monete fresche di conio; monete battute a Roma, poi scortate a San Casciano dei Bagni e lì gettate come offerta votiva senza che avessero mai circolato » . A dimostrazione dell’importanza di questo luogo sacro, ecco le offerte organiche: « Ci sono tantissimi legni e poi le pigne, che sono i frutti di rituali ben noti, ma il pino non è della zona. Significa che chi le ha gettate nella vasca come offerta votiva se le era portate dietro per un lungo viaggio».