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l turismo a Siena è in affanno. Non è solo un calo stagionale o il segno del “mordi e fuggi” che impoverisce tante città d’arte. È qualcosa di più serio: meno persone che arrivano, dormono, si fermano, consumano, con effetti che si vedono nei ristoranti vuoti, nei bar che faticano persino all’ora di pranzo, nelle attività con prenotazioni in calo anche del 27%.
Confcommercio Siena, con il direttore Daniele Pracchia, lo ha detto chiaramente: serve un cambio di passo strategico. Non possiamo più accontentarci della promozione: occorre una vera gestione della destinazione, fatta di accoglienza, accessibilità, qualità urbana, sostenibilità, innovazione. Una visione complessiva, oggi ancora assente.
Il tema però non è nuovo. È da tempo che noi stessi abbiamo ripetutamente proposto la necessità di una regia unica per il turismo, dentro e fuori il Comune. Una regia che manca non solo sul piano della governance cittadina e della DMO – Destination Management Organization, ovvero l’Organizzazione di Gestione della Destinazione –, ma anche all’interno dell’amministrazione stessa: il turismo non è materia di un solo assessorato. Coinvolge la cultura, la mobilità, i lavori pubblici, l’ambiente, l’urbanistica, il commercio. E senza coordinamento ogni sforzo rischia di essere inutile o addirittura di creare problemi invece che risolverli.
Il Comune ha dichiarato di voler avviare un percorso con la DMO Terre di Siena, che dovrebbe mettere in rete istituzioni, categorie economiche e operatori per governare l’offerta turistica in modo integrato. Ma per ora siamo ancora alle dichiarazioni d’intenti: la concretezza tarda ad arrivare e tutto procede con troppa lentezza rispetto all’urgenza della situazione. Intanto, mentre la città è ferma, qualcuno ha rispolverato il progetto di Ampugnano: l’unica cosa che decolla, per ora, sono le polemiche. La solita scorciatoia per non affrontare i problemi veri e distogliere l’attenzione da ciò che davvero conta.
A Siena si naviga a vista. Eppure la città avrebbe tutte le carte in regola: storia, identità, qualità enogastronomica, spazi museali. Solo che non si mette tutto a sistema. Lo sottolineano anche i rappresentanti della ristorazione: «Il coinvolgimento attivo degli operatori è essenziale per progettare eventi che animino la città e i borghi» afferma Davide Porciatti, presidente Fipe Confcommercio Siena. E Mirko Ferrucci ribadisce: «Servono risposte integrate su servizi, mobilità, dehors, promozione».
In altri territori vicini, come il Chianti o la Val d’Orcia, le soluzioni si sono trovate. A Siena, invece, il vincolo Unesco è diventato spesso un alibi per dire no, per bloccare ogni innovazione, per impedire di rendere la città più accogliente anche nei dettagli: segnaletica, arredi urbani, insegne, fioriere.
È ora di uscire da questa inerzia. Senza una governance forte, senza una direzione unica e coordinata tra i vari assessorati, senza un’amministrazione capace di lavorare insieme agli operatori e alle categorie, Siena continuerà a perdere terreno. Lo abbiamo detto più volte: il turismo non si governa per inerzia né con operazioni spot. Serve una visione lunga, una programmazione vera, e un’amministrazione che sappia finalmente mettersi alla guida di questo processo.