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Prestiti bancari scesi del 59,1%, nessuno fa peggio di Siena
16 Febbraio 2025![](https://pierluigipiccini.it/wp-content/uploads/2025/02/Imagoeconomica_2374298-scaled-1-150x150.jpg)
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16 Febbraio 2025Studio della Cgia di Mestre: dal 2011 diminuzione del 60 per cento Il presidente della Camera di commercio Guasconi: «Investimenti in crescita»
I numeri sono in parte rispondenti a una dinamica che interessa anche la stragrande maggioranza delle province italiane, in parte sorprendenti perché pongono Siena in controtendenza netta rispetto al resto d’Italia. Ieri l’ufficio studi della Cgia di Mestre ha diffuso le statistiche, basati su dati di Banca d’Italia, dei prestiti e dei depositi relativi alle imprese, nell’arco temporale 2011-2024. In base a queste rilevazioni, Siena è la provincia che ha registrato la maggiore diminuzione di prestiti alle aziende, passando da 7,8 a 3,2 miliardi di euro, al mese di novembre di entrambi gli anni. In tredici anni un -59,1 per cento che vale il primato nazionale come diminuzione, su una media del -34,9 per cento. Molto più soprendente (da far quasi pensare a un errore di trasmissioni dati, se non fosse per l’autorevolezza delle fonti) il dato relativo ai depositi delle imprese, sempre tra 2011 e 2024: ebbene qui, a fronte di crescite anche a tre cifre (guida Cremona con +298,3 per cento, ma 97 province sono sopra il 100 per cento), Siena è fanalino di coda con -20,1 per cento, passando da 2,7 a 2,2 miliardi di euro di depositi delle imprese. Numeri che forse nei prossimi giorni varrà la pena provare ad approfondire, tanta è la diversità rispetto al resto della compagnia. «In effetti è un numero troppo distante dagli altri, proveremo a capirne l’origine», osserva massimo Guasconi, presidente della Camera di commercio, che invece analizza la diminuzione dei prestiti, che in totale in Italia sono passati da 1.013 a 660 miliardi, mentre a Siena sono passati da 7,8 a 3,2 miliardi. «Ci sono alcuni elementi esterni che potrebbero aver influito – afferma Guasconi – come la fusione di banche che porta storicamente alla riduzione in particolare delle posizioni di chi era impegnato su più fronti». Ma c’è anche il versante investimenti, a pesare: «Soprattutto dopo il Covid – afferma Guasconi – le imprese sono state portate a investire con risultati anche ottimi, come dimostrano i risultati positivi delle esportazioni. C’è poi un altro aspetto, legato alle molte proposte di defiscalizzazione, vedi per esempio gli adeguamenti per l’energia: tutto il sistema Italia ha seguito questo percorso e ovviamente anche le imprese del nostro territorio. Quindi la spiegazione in questo caso è abbastanza comprensibile».
Orlando Pacchiani