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Lasciati soli da figli, nipoti e badanti: a Napoli trovata ieri 90enne per due giorni senza cibo, a Ragusa martedì due sorelle morte nella solitudine. Auser: tante le storie di degrado, serve una presa in carico
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Un’anziana di 90 anni, costretta sulla sedia a rotelle, abbandonata per due giorni da sola a casa senza cibo né cure. È successo a Casalnuovo di Napoli. Si è scoperto solo dopo che la sua badante se ne era andata improvvisamente senza dare una spiegazione o avvisare i figli dell’anziana, che vivendo lontani mantenevano i contatti con la madre tramite lei. Nell’appartamento non c’era alcun telefono e la anziana, dalla mobilità ridotta, è rimasta in quella condizione di abbandono fino a quando non sono arrivati i carabinieri, sollecitati dai familiari che non riuscivano a rintracciarla. Gli agenti l’hanno trovata smarrita e denutrita, ma se l’è cavata. Meno fortunate sono state invece le due sorelle, di 80 e 83 anni, trovate morte martedì scorso nella loro abitazione a Modica, nel ragusano. Le due donne vivevano da sole. Secondo una prima ricostruzione, una di loro avrebbe avuto un malore e l’altra, nel tentativo di soccorrerla o chiedere aiuto, sarebbe caduta dalle scale riportando dei traumi che le sono costati la vita. Solo il giorno prima un altro 80enne invalido era morto cadendo dalle scale nel bolognese. Tre incidenti tra i tanti che si perdono nelle cronache quotidiane, ma che ci interrogano
una volta di più su come la società si prende cura dei più vulnerabili. «Tra le varie emergenze che riguardano gli anziani c’è un fenomeno grave, ancora poco raccontato. Quello degli anziani abbandonati che sviluppano forme di “barbonismo domestico”», dice Claudio Falasca, dell’ufficio studi dell’Auser, una rete di associazioni impegnate nell’invecchiamento attivo e nella valorizzazione degli anziani. Il tema sollevato da Falasca ricorda tanti casi di cronaca recente. Solo un mese fa, la storia di un’altra 90enne arrivata in ambulanza al pronto soccorso della clinica Sant’Anna di Pomezia (Roma) in condizioni igienico sanitarie così gravi da spingere i medici ad allertare le forze dell’ordine. Dagli accertamenti è emerso il degrado dell’abitazione in cui la donna viveva con il nipote, indiziato per non averle prestato le cure necessarie. «Sono tanti gli anziani soli, che pur avendo una casa si lasciano andare, senza cibo o igiene adeguati», aggiunge Falasca. Le persone anziane non autosufficienti in Italia sono quasi quattro milioni. «Secondo i dati Istat, gli anziani soli sono circa quattro milioni e duecentomila – ricorda l’esperto -. Bisogna investire risorse per portare a termine o attuare le riforme in cantiere, come la legge delega 33/2023 e il decreto legislativo 29/24 in materia di politiche in favore delle persone anziane». In particolare, spiega ancora Falasca, «non sono stati finanziati i servizi di assistenza sociale in carico ai comuni e così diventa difficile rispondere a questi problemi. Siamo, poi, in attesa della legge sui cargiver che dovrebbe definire il quadro dei diritti e doveri di chi si prende cura delle persone fragili, sia familiari che non». Il tema è dunque da una parte come stare vicino ai più fragili, dall’altra migliorare anche la situazione di chi si prende cura di loro, perché lo faccia al meglio. Per accudire gli anziani, in casa o nelle strutture, serve dunque una nuova cultura, che non metta più ai margini questa fetta di popolazione. Soprattutto per coloro che sono malati o non autosufficienti bisognerebbe aggiornare risorse e quadro normativo in modo da dare il supporto adeguato fino alla fine dei loro giorni.
In generale, la solitudine degli anziani è una questione di estrema attualità che sta spingendo diverse istituzioni a sperimentare nuove soluzioni. Ne è un esempio l’iniziativa presentata ieri all’Università Statale di Milano: un progetto di coabitazione e mentoring tra studenti e over 65, che da un lato risponde al bisogno dei giovani di avere alloggi a prezzi accessibili, dall’altro favorisce relazioni di solidarietà e di inclusione della popolazione più anziana. Un mutuo supporto che può fare scuola.