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18 Aprile 2025La Bce taglia i tassi di un altro 0,25%. «L’incertezza frena l’economia»
Il costo del denaro scende al 2,25%. Lagarde: i dazi danneggiano la crescita
di Marco Sabella
Con una «decisione unanime» il Consiglio della Bce guidato dalla presidente Christine Lagarde ha deciso ieri di tagliare di 25 punti base il costo del denaro in Europa, portando il tasso di riferimento, quello sui depositi bancari, dal 2,5% al 2,25%. Si tratta del settimo taglio consecutivo da giugno del 2024.
Nel dettaglio i tassi di interesse sui depositi presso la Banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno dunque ridotti rispettivamente al 2,25%, al 2,40% e al 2,65%, con effetto dal 23 aprile 2025. Per quanto riguarda gli altri aspetti critici della politica monetaria della Bce i portafogli del PAA (Programma di acquisto di attività) e del PEPP (Pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Chiediamo anche tempi rapidi per le riforme da portare avanti per la competitività, il mercato dei capitali e l’euro digitale
In conferenza stampa a Francoforte la presidente della Bce Lagarde ha sottolineato che le «prospettive economiche» nell’eurozona sono «oscurate da un’eccezionale incertezza». Per l’export bisogna «far fronte a nuovi ostacoli al commercio», ha aggiunto, sottolineando che «l’entità di questi ostacoli non è ancora chiara». Di conseguenza «i rischi al ribasso per la crescita economica sono aumentati. La forte escalation delle tensioni commerciali globali e le relative incertezze probabilmente rallenteranno la crescita dell’area dell’euro, frenando le esportazioni e potrebbero trascinare al ribasso investimenti e consumi». Inoltre «il deterioramento del sentiment sui mercati finanziari potrebbe portare a condizioni di finanziamento più restrittive, aumentare l’avversione al rischio e rendere imprese e famiglie meno propense a investire e consumare». Anche le tensioni geopolitiche, come l’ingiustificata guerra della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono una delle principali fonti di incertezza, secondo la Bce. Si allontana invece a giudizio di Lagarde il rischio di una ripresa della corsa dei prezzi perché «il calo dei prezzi dell’energia e l’apprezzamento dell’euro potrebbero esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sull’inflazione». «Voglio sottolineare che questa volta abbiamo voluto mandare un messaggio preciso alle altre istituzioni europee nel passaggio del comunicato iniziale in cui parliamo, chiedendo anche tempi rapidi, delle riforme da portare avanti per la competitività, il mercato dei capitali e l’euro digitale», ha concluso Lagarde.
Le previsioni
Il mercato si aspetta che la Bce decida altri 2 o 3 tagli dei tassi entro la fine del 2025
Tendenzialmente orientati a un giudizio positivo sull’azione della Bce i commenti degli operatori e delle grandi istituzioni finanziarie internazionali. «Poiché l’attuale incertezza del mercato continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro, prevediamo altri tre tagli dei tassi consecutivi nei prossimi meeting della Bce, portando potenzialmente il tasso all’1,5% quest’anno», ha commentato Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management. «La Bce potrebbe portare il tasso sui depositi ben al di sotto del 2%, livello ritenuto come possibile riferimento per il tasso neutrale. Inoltre, mentre la decisione di marzo era stata presa con l’astensione dell’Austria, quella odierna è stata presa all’unanimità, un segnale di maggiore convinzione circa la necessità di un allentamento monetario, tanto che sembra sia stata ventilata addirittura l’ipotesi di un taglio da 50 punti base», afferma in un report Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte. Più cauta la posizione di Henry Cook, Senior Europe Economist di MUFG Bank, che prevede «in totale altri due tagli quest’anno, che porterebbero il tasso sui depositi all’1,75% e in territorio lievemente accomodante».