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L’annuncio è stato dato a Bologna alla Children’s Book Fair in collegamento in diretta con Stoccolma
BOLOGNA – Un riconoscimento che suona assolutamente in linea con lo spirito dei tempi in cui viviamo, in un mondo dove il pensiero occidentale perde centralità e ai sistemi di credenze indigene si guarda invece con crescente curiosità e rispetto. Il premio Nobel per bambini, l’Astrid Lindgren Memorial Award o come più semplicemente viene chiamato con l’acronimo Alma, il più grande riconoscimento per la letteratura per ragazzi che porta il nome e lo spirito dell’autrice di Pippi Calzelunghe, va quest’anno all’australiana Indigenous Literary Foundation.
Una fondazione che promuove la lettura e la diffusione della letteratura tra i bambini delle Prime Nazioni in Australia, quei popoli aborigeni cioè che vivono in questo continente da 65 mila anni. L’annuncio è stato dato a Bologna durante la seconda giornata di un’affollatissima Children’s Book Fair, in un incontro in collegamento in diretta con Stoccolma, dove ogni anno avviene la proclamazione del vincitore, scandito dal conto alla rovescia che scorre, secondo dopo secondo, sul grande tabellone.
E mentre la sala già gremita continua a riempirsi, con molti che restano in piedi, qualcuno che sceglie di accoccolarsi in terra pur di non perdersi l’annuncio, dopo i saluti di rito e soprattutto dopo aver rimarcato ancora una volta le modalità di assegnazione – il premio infatti, che consiste in cinque milioni di corone svedesi (circa 450mila euro), viene assegnato ogni anno a una persona o a un’organizzazione per l’eccezionale contributo alla letteratura per bambini e giovani adulti – arriva il momento di fare l’atteso nome. E fragoroso scoppia in sala l’applauso.
«Ogni bambino ha diritto alla propria lingua e alle proprie storie. La Indigenuous Literacy Foundation sottolinea il valore delle lingue e delle storie di tutti i popoli», è questa la motivazione della giuria presieduta da Boel Westin, «e diffondendo i libri e stimolando la lettura, la narrazione e la creatività, crea il desiderio di leggere e promuove l’orgoglio, la fiducia in se stessi e il senso di appartenenza».
«La letteratura indigena è importantissima», ha subito commentato lo scrittore e linguista brasiliano Victor D.O. Santos, arrivato a Bologna per presentare il suo ultimo libro La cosa più preziosa (Terre di mezzo) in cui invita a preservare la diversità linguistica, «c’è un proverbio hawaiano che dice: la lingua può guarire o può distruggere. Se la lingua muore, è la cultura che muore. Perciò se un bambino indigeno legge nella sua lingua, la sua cultura non morirà. Lingua e cultura sono due facce della stessa medaglia»..
La Indigenous Literacy Foundation è infatti un ente di beneficenza nato nel 2011, che lavora con le comunità remote aborigene in tutta l’Australia per incoraggiare la lettura e promuovere l’alfabetizzazione garantendo ai bambini l’accesso alla buona letteratura. In che modo? Innanzitutto offre pacchi di libri ai bambini e alle famiglie delle comunità aborigene, traduce libri, organizza attività di lettura ad alta voce e sostiene la pubblicazione di libri per bambini creati nelle comunità. Con un obiettivo ben chiaro a far da guida: che i bambini aborigeni trovino se stessi, la loro cultura e la loro lingua riflessa nei libri che leggono.
Del resto non è la prima volta che l’Astrid Lindgren Memorial Award, da quando è stato istituito dal governo svedese nel 2002 alla morte della scrittrice, va a enti o istituzioni che si impegnano a “costruire” nei più piccoli il desiderio di leggere stimolando la narrazione e la creatività.
L’ultima volta che un’organizzazione impegnata a promuovere la lettura si era aggiudicato il premio è stata nel 2015 con il Sud Africa; prima ancora era toccato alla Palestina, nel 2009, e al Banco del libro di Caracas nel 2007. Mentre in gara quest’anno tra i 245 candidati provenienti da tutto il mondo, c’era anche l’italiano Museo della Gente della Val Resia.
E di comunità indigene, tuttora ai margini del mercato editoriale, si torna a parlare ancora domani qui a Bologna in un incontro dal titolo “Origini: voci indigene nei libri per ragazzi” al quale prende parte lo stesso Victor D.O. Santos. Per sottolineare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, l’attualità di temi come solidarietà, rispetto della natura o diversità culturale che ai ragazzi di oggi risuonano molto più rispetto a chi li ha preceduti.