
Pierluigi Piccini tra Piancastagnaio e Siena
6 Maggio 2025Nel 2025 i cittadini senesi pagheranno 738.639 euro in più di Tari. Un incremento che l’amministrazione comunale, e in particolare l’assessore all’Ambiente Barbara Magi, ha presentato come un adeguamento tecnico dovuto ai parametri imposti da Arera e ai costi riconosciuti nel Piano Economico Finanziario predisposto dall’ATO Toscana Sud. Tuttavia, ridurre tutto a una pratica obbligata solleva interrogativi. La Tari non è solo una voce di bilancio: è uno strumento che incide sulla vita quotidiana, sul potere d’acquisto delle famiglie, sulla fiducia tra cittadini e istituzioni. In un contesto in cui il costo della vita cresce e i salari restano fermi, è legittimo chiedere se il Comune stia facendo tutto il possibile per tutelare i contribuenti e se stia esercitando con serietà il proprio ruolo di controllo e indirizzo verso il gestore del servizio.
Eppure, nel dibattito pubblico manca qualsiasi valutazione sulla qualità del servizio offerto da Sei Toscana: nessun dato sulla puntualità, sulla pulizia, sulla raccolta differenziata o sulla soddisfazione dell’utenza. Tutto si riduce a un automatismo burocratico, dove l’ATO Toscana Sud recepisce i dati del gestore senza analisi indipendenti e i Comuni approvano Piani Economici già confezionati.
Il risultato è un sistema opaco, privo di concorrenza e controlli reali, dove la Tari non è più uno strumento per governare un servizio pubblico essenziale, ma un semplice meccanismo di trasferimento di costi. Senza trasparenza, senza confronto, senza responsabilità politica.